Il quarto di finale fra Rafael Nadal e Dominic Thiem diventa l’occasione per il maiorchino per dimostrare che stagione sul rosso ci attende. Contro quello che dovrebbe essere il suo principale competitor, la spunta 6-0 6-2 in 67 minuti, e si lancia verso l’undicesimo titolo a Monte Carlo. Batterlo sul rosso è sempre più una mission impossible.Sono rimasti delusi tutti. Chi, esagerando, si aspettava che Dominic Thiem potesse ripetere contro Rafael Nadal l’impresa dello scorso anno al Foro Italico, ma anche chi, in maniera lecita, si aspettava almeno un po’ di pathos. Invece, non c’è stato né quello né la partita, e anche il quarto di finale del Masters 1000 di Monte Carlo, per il numero uno del mondo, è finito nel faldone delle “passeggiate”, insieme ai duelli dei giorni precedenti contro Bedene e Khachanov. Anzi, per assurdo quella che per “Rafa” doveva essere la partita più difficile della settimana monegasca rischia di rimanere la più facile, a meno che il maiorchino non decida (e la possibilità c’è) di tritare anche i suoi prossimi due avversari. Cristopher Clarey, noto cronista del New York Times, l’ha definito Nadal il Michael Phelps della terra rossa, perché non solo stravince, ma domina, dando l’impressione di non poter perdere e di non avere punti deboli. È questo il messaggio che è uscito dal 6-0 6-2 di uno dei campi calcati più volte nella sua carriera, che porta il nome del Principe Ranieri III ma potrebbe tranquillamente portare il suo, visto tutte le partite che ci ha vinto, su quella benedetta terra. Con l’ultima ha fatto 66 a Monte Carlo, impiegando appena 67 minuti per dominare quello che teoricamente sul rosso sarebbe – in questo momento – il secondo miglior giocatore del mondo, quindi il suo principale competitor per i titoli che contano, come era successo nel 2017. Era stato lui a contendergli le finali di Barcellona e Madrid e la semifinale del Roland Garros, e anche a infliggergli l’unica sconfitta rossa dell’anno, ai quarti degli Internazionali. NON CE N'È PER NESSUNO
​Qualche ora dopo quel match romano, un fortissimo temporale avrebbe allagato il Foro Italico, come se Giove Pluvio avesse deciso di protestare, mentre stavolta il temporale è stato Nadal, al comando della partita dal primo all’ultimo punto, senza traccia di una singola difficoltà. Al termine del match Thiem si è portato negli spogliatoi una buona dose di colpe, perché contro Nadal, sulla terra, servire il 41% di prime palle equivale a un mezzo suicidio, così come commettere 25 errori gratuiti sugli 86 punti giocati. Ma l’impressione è che, anche contro un avversario in altre condizioni, l’esito finale della partita non sarebbe stato poi così diverso. L’episodio di Roma è destinato a rimanere un caso isolato, anche per questioni tecniche. Per quanto il loro stile di gioco sia diverso, i punti di forza di Thiem (tennis fisico, energico, di resistenza) sono anche alcune delle principali armi di Nadal, con la differenza che fanno più male le sue. Contro un avversario superiore in ogni zona del campo, per stare in partita Thiem è obbligato a giocare al 110%. Se non succede, c’è il rischio concreto che vada a finire come nel Principato, con uno che lascia il campo con le ossa rotte e l’altro che non fa nemmeno in tempo a sudare, e ribadisce le sue intenzioni per la stagione sul rosso. In tre partite Nadal ha perso 11 game, contro Grigor Dimitrov (6-4 7-6 a un buon Goffin) ha buone chance di smarrirne meno, e anche quest’anno c’è il rischio che sul rosso si giochi solo ed esclusivamente per il secondo posto. Non che sia una sorpresa, ma invece che diventare via via più facile col passare degli anni, batterlo sul rosso sembra invece sempre più complicato.

MASTERS 1000 MONTE CARLO – Quarti di finale
Rafael Nadal (ESP) b. Dominic Thiem (AUT) 6-0 6-2