Occhi arrossati e un po' di nervosismo condiscono il pomeriggio di Sara Errani, battuta in tre set dalla Van Uytvanck. Tathiana Garbin capisce il momento e la protegge. “È un esempio, non molla mai. Oggi ha incontrato delle difficoltà, ma una giornata storta può capitare”. Ci vuole un miracolo: l'Italia non ha mai rimontato da 0-2. (Foto di Ray Giubilo)

Non è un periodo semplice per l'Italia di Fed Cup. Però c'è una buona notizia: abbiamo trovato il capitano giusto. Tathiana Garbin è la persona adatta per gestire gli anni di transizione, seminare e magari raccogliere i frutti tra qualche anno. Il piglio da leader di Yannick Noah – soltanto due settimane fa – ci aveva fatto capire quanto un capitano potesse dare quel tocco in più che può anche risultare decisivo. Ed è importante che il capitano difenda e coccoli i propri giocatori. Per questo, è significativo che “Tax” abbia compreso il difficile stato emotivo di Sara Errani e abbia anticipato le domande dei giornalisti: “Sara è un esempio. Non ha mollato mai, fino alla fine. Giornate così possono capitare, ma lei resta una grande campionessa”. Al di là del gesto – bello – non è difficile immaginare che volesse tirare su una Errani molto delusa, con gli occhi arrossati dal pianto dopo che Alison Van Uytvanck aveva regalato al Belgio il punto del 2-0, imponendosi 6-4 6-7 6-2. Sara era molto nervosa, al punto da rispondere un po' seccata a un paio di domande ingenue ma, tutto sommato, innocenti. Le hanno chiesto dei problemi al servizio e poi fatto una considerazione sulla maggiore stazza atletica delle belghe. “Non parlo del mio servizio” ha detto Sara, che durante il match ha incassato addirittura un warning per perdita di tempo a causa di tre lanci di palla sbagliati, uno dopo l'altro. Più in generale, il radar mostrava impietoso la velocità di alcune prime palle, anche sotto i 90 km/h. È una questione aperta del suo bagaglio tecnico ed è comprensibile che si sia stufata di ascoltare domande sull'argomento, visto che in una decina d'anni l'avranno tirato fuori centinaia di volte. Ma non tutti lo possono sapere. “Siamo piccoline? Cercheremo di crescere durante la notte – ha poi proseguito – a parte le battute, magari loro hanno il fisico ma noi possediamo la testa”. Quando non si è fatta prendere dal nervosismo (che ha colpito l'unico giornalista belga presente alla conferenza, il quale ci ha chiesto: 'Come mai la Errani era così nervosa?'), ha saputo esprimere un concetto interessante. Il ruolo di numero 1 indiscussa, di punto di riferimento assoluto, può anche essere difficile da gestire. “La pressione c'è, ma andrei oltre. È qualcosa di più complesso, non riassumibile dalla sola parola “pressione”. Quando sei in campo sei a nudo, ma io sono qui per risolvere i problemi”. Per questo è fondamentale che ci sia un personaggio come la Garbin, capace di infonderle fiducia e tranquillità. E farla sentire importante. “Durante la partita abbiamo parlato di tattica – ha detto Tax – Sara sa benissimo come gestire il match, ma a volte un consiglio dato nel momento giusto può aiutare. Posso dire che il match si è deciso su pochi punti e bisogna fare i complimenti alla belga, perché ha preso molti rischi e spesso le è andata bene”.

BELGIO, C'È UN CLIMA TUTTO NUOVO
Durante il match, la romagnola ha chiesto l'aiuto del fisioterapista, facendosi massaggiare il polpaccio destro. La speranza-pensiero è che il problema non le impedisca di scendere in campo contro la Mertens, per provare ad alimentare l'idea di una clamorosa rimonta. Raddrizzare il match sarebbe inedito: nella storia della Fed Cup, non è mai successo che la nazionale italiana rimontasse da 0-2. In cinque occasioni, l'abbiamo sfangata da 1-2. “Dopo tutto quello che ha fatto, credo che non si possa mettere in alcun modo in dubbio Sara” ha detto la Garbin, pensando che la domanda sull'eventuale schieramento domenica fosse relativo a questioni tecniche. Ci mancherebbe. “L'abbiamo vista, l'avete vista. Non molla, è caparbia… e non molla”. Resta il problema di un match che ci dice male, mentre il Belgio sembra aver assimilato alla perfezione il cambio in panchina. Anzi, le cose vanno benissimo. “Sono tornato a ricoprire questo ruolo dopo 14 anni – ha detto Ivo Van Aken, tipo interessante e loquace – il capitano prova a dare consigli giusti al momento giusto, sono molto coinvolto nella dinamica delle partite ma il merito è delle giocatrici. Lo avevo detto alla vigilia: non è facile giocare in Italia, ma Alison ha dimostrato di essere in grado di fare un gran lavoro”. Quando la Errani cancella un matchpoint e allunga il match al terzo, di solito è molto difficile batterla. “Ma lì sono stata brava a ripartire da zero” ha detto la Van Uytvanck, che a dispetto dei lineamenti un po' spigolosi ha un modo di porsi molto delicato. “Nel secondo ero avanti, ma soltanto di un break. A un certo punto Sara è diventata più aggressiva, ha sbagliato poco e per fare un punto dovevo tirare cinque vincenti. È stato molto stressante”. Ma il clima in seno alla squadra l'ha aiutata: la Mertens ha dato credito a Van Aken per la sua capacità di dare consigli al momento giusto e la capacità di creare una corretta connessione emotiva con il resto del team. "E non mi sento una leader: siamo tutte uguali, importanti allo stesso modo". Beppe Grillo, genovese, sarebbe fiero di lei.

STATISTICA IMPIETOSA
È il risultato che volevamo – ha chiosato la Van Uytvanck – Elise è stata perfetta e ci ha dato una mano. Sì, pensavo che fosse possibile trovarci 2-0 dopo la prima giornata”. A chi le ha chiesto se i tanti lanci di palla sbagliati dalla Errani potessero toglierle un po' di concentrazione, ha risposto con una battuta: “Mi avete mai visto nervosa durante la partita?”. In effetti, a parte un gesto di stizza dopo aver perso il secondo set, non ha mai dato segni di cedimento mentale. Sapevo che sarebbe successo, quindi nessun problema. Prima della partita mi ero ripromessa di stare tranquilla e non farmi condizionare, concentrandomi solo su me stessa. All'inizio Sara era un po' più fallosa, ma poi non ha più commesso doppi falli”. Guai porre limiti alla provvidenza, anche perché le statistiche sono fatte per essere sconfessate, ma oggi pare difficile sperare nella rimonta. “Io proverò a resettare la mente e caricarmi il più possibile” ha detto la Errani. Visto il sorteggio dell'anno scorso, l'assalto al World Group I sembrava un'utopia. Per questo, se anche non dovesse andare, la transizione del 2018 non è stata malvagia. E poi ci sono gli aspetti positivi: ad esempio, il secondo set della Paolini. Abbiamo chiesto a Tax a che punto è della crescita, quanti match di questo tipo ha bisogno di giocare per rendere con costanza a buoni livelli. “Jasmine sta portando avanti una programmazione audace e questo mi piace – ha detto – ha giocato diversi tornei WTA molto impegnativi e condivido il concetto. La Fed Cup è una grande occasione per testarsi a un certo livello, oltre a vedere da vicino l'esempio di Sara. Oggi si è visto bene: abbiamo visto due set completamente diversi, perché nel secondo si era adattata al livello della Mertens. Di sicuro dovrà imparare a gestire le emozioni nei momenti importanti”. E allora incrociamo le dita, cercando di guardare il più lontano possibile.

LA PARTITA – Pur rimandando l'epilogo di una quarantina di minuti, la Errani non è mai stata davvero vicino a vincere contro Alison Van Uytvanck. Il punteggio finale dice 6-4 6-7 6-2 per la belga, ma siamo stati più vicini a una sconfitta in due set che a una vittoria in rimonta. La belga, autrice di una partita attenta e precisa, ha più o meno dominato fino al 6-4 3-0. Con un piede e mezzo nel burrone, la Errani ha tirato fuori il solito orgoglio: il pugnetto ad accompagnare il 3-1 era il segnale che il match non era ancora finito, per quanto le sensazioni tecniche non fossero delle migliori. La palla di “Sarita” non viaggiava granché, e la Van Uytvanck spingeva nel modo giusto. Però Sara ha preso a sbagliare sempre meno e ha portato il match sulla bagarre, nonostante si fosse trovata a due punti dalla sconfitta sul 4-5. Il match viveva il momento più intenso sul finire del secondo, quando la Van Uytvanck riprendeva per i capelli il game sul 5-5, tirandosi fuori dai guai col servizio. Al tie-break la Errani volava 5-2, poi la belga produceva il massimo sforzo e arrivava a matchpoint. A quel punto, tre errori di rovescio, uno dopo l'altro, prolungavano il match al terzo. Grande gioia del pubblico, dove trovavano spazio anche padre e fratello, oltre a coach Pablo Lozano. Invece, a sorpresa, la Van Uytvanck non ha mollato di un centimetro. Dopo uno scambio di break in avvio, è scappata 3-1 e non si è più fatta riprendere. Sul 3-2 c'è stato un medical time out dell'azzurra, che si è fatta massaggiare il polpaccio. Non è parsa troppo menomata, però il match era ormai scivolato via e la Van Uytvanck, terminando quando il sole si era ormai nascosto tra i pini di Valletta Cambiaso. Poteva esultare con le sue compagne (anche se la Mertens era già andata via) e godersi un sabato sera con il doppio vantaggio. Adesso ci vorrà un'impresa, anche contro la storia.

FED CUP – PLAY OFF
ITALIA – BELGIO 0-2

Elise Mertens (BEL) b. Jasmine Paolini (ITA) 6-1 7-5
Alison Van Uytvanck (BEL) b. Sara Errani (ITA) 6-4 6-7 6-2