La notte non risolve i problemi di Sara Errani: la romagnola raccoglie quattro game contro Elise Mertens e il Belgio mantiene il suo posto nel World Group I. “Non sono serena, sto vivendo un momento difficile fuori dal campo e questo si trasferisce in partita” dice la Errani. Ad agosto scopriremo se ci sarà un allargamento a 16 squadre del World Group.

Nel tennis non esiste la proprietà transitiva, ma il modo in cui si era sviluppata la prima giornata aveva dato precise indicazioni su come sarebbe andato il match tra Elise Mertens e Sara Errani. Le enormi difficoltà (fisiche, ma soprattutto mentali) di Sara erano emerse contro la Van Uytvanck e sono deflagrate contro la numero 17 WTA. Imponendosi 6-3 6-1, Elise ha mantenuto il Belgio nel World Group I, mentre l'Italia (salvo notizie da Orlando nell'assemblea ITF di agosto) ripartirà dal World Group II. Una dimensione corretta per il livello generale che, in questo momento, può esprimere il tennis femminile italiano. Il match è poi terminato 4-0: con apprezzabile professionalità, la Mertens è scesa in campo anche per il doppio. Insieme a Kirsten Flipkens, si è imposta 6-1 6-4 su Paolini-Chiesa. Il risultato è un po' severo ma rispecchia i valori in campo: l'unico appiglio per rovesciare l'inerzia era un grande weekend di Sara Errani, ma purtroppo il momento non è dei migliori. “Il problema muscolare patito a Charleston mi ha costretto a stare ferma, ho perso un po' il fiato e ne ho risentito” ha detto la Errani, che però ha fatto più volte menzione di problemi extra-tennistici che le stanno togliendo serenità. Il difficile stato emotivo si trasferisce sul campo: la tensione porta a difficoltà fisiche come i crampi che l'hanno costretta a chiedere, anche in questa occasione, l'aiuto del fisioterapista. Con una Errani così in difficoltà, probabilmente al di sotto del 50%, era impensabile battere una squadra che ha improvvisamente trovato serenità dopo la violenta transizione da Dominique Monami a Ivo Van Aken (con tanto di licenziamento della Monami).

UN ANNO DI TRANSIZIONE
Per Sara, e per il bene del tennis italiano, ci auguriamo che certe situazioni si possano risolvere il prima possibile. Intanto il Belgio continuerà ad accompagnarla, almeno per altre 48 ore: al torneo WTA di Istanbul, infatti, ha pescato al primo turno proprio Kirsten Flipkens, con la prospettiva di affrontare la Wozniacki al secondo turno. Per lei, l'unica consolazione di giornata è giunta dall'ITF: in virtù delle sue 21 presenze con la nazionale, le è stato consegnato il Fed Cup Commitment Award, premio riservato alle tenniste che hanno dimostrato particolare attaccamento alla loro nazionale (è la quinta italiana dopo Cecchini, Reggi, Schiavone e Vinci): un premio meritato perché Sara ha sempre risposto presente, salvo una partita (Usa-Italia del 2014) in cui chiese l'esenzione insieme a tutte le altre. Per il resto, si è spesso sacrificata ed è giusto evidenziare certi aspetti che non sempre vengono sottolineati. Per il resto, valgono le considerazioni fatte dopo la prima giornata: il 2018 è da considerarsi un anno di transizione, tutto sommato positivo: la vittoria contro la Spagna ha evitato una pericolosissima retrocessione nei Gruppi Zonali, abisso tutt'altro che remoto, come hanno dimostrato gli scivoloni della Gran Bretagna e, soprattutto, della Russia. Jasmine Paolini e Deborah Chiesa, in tempi e modalità diverse, hanno mostrato buone e cose e Tathiana Garbin sta costruendo uno spirito di gruppo che dovrebbe portare tutte le ragazze a esprimere il massimo del loro potenziale. I prossimi anni ci diranno quale sarà questo potenziale.

IL WORLD GROUP ARRIVA COMUNQUE?
Nel frattempo, oscurata dalle idee rivoluzionarie riguardanti la Coppa Davis, anche la Fed Cup potrebbe avere la sua rivoluzione: come l'anno scorso, si sta discutendo sulla possibilità di allargare a 16 squadre il Gruppo Mondiale, aggiungendo le otto squadre del World Group II. Non proprio una rivoluzione, se non il raddoppio delle squadre che ogni anno potrebbero vincere il trofeo. Tax Garbin è favorevole perché non vorrebbe più vivere situazioni come Italia-Spagna, con due squadre piuttosto forti costrette a una sfida molto delicata già al primo turno. La modifica ci può stare, ma ci sarebbe un problema: con 16 squadre, la Fed Cup avrebbe quattro turni e occuperebbe una settimana in più in calendario (a meno che non decidano di estendere anche alla Fed Cup le proposte di modifica alla Davis). Per l'Italia non cambierebbe granché: in questo momento il ranking di Fed Cup ci vede al dodicesimo posto, ma probabilmente perderemo qualcosa nella classifica in uscita nelle prossime ore. Un ranking crudele ma onesto: ad oggi, l'Italdonne vale un posto tra la 13esima e la 16esima posizione. Per quest'anno la Fed Cup azzurra va in ghiaccio: torneremo a parlarne a febbraio, quando sapremo come andrà impostato il 2019.

FED CUP 2018 – PLAY OFF WORLD GROUP I
ITALIA – BELGIO 0-4

Elise Mertens (BEL) b. Jasmine Paolini (ITA) 6-1 7-5
Alison Van Uytvanck (BEL) b. Sara Errani (ITA) 6-4 6-7 6-2
Elise Mertens (BEL) b. Sara Errani (ITA) 6-3 6-1
Mertens-Flipkens (BEL) b. Chiesa-Paolini (ITA) 6-1 6-4

BIELORUSSIA – SLOVACCHIA 3-2
AUSTRALIA – OLANDA 4-1
ROMANIA – SVIZZERA 3-1

PLAY OFF WORLD GROUP II
RUSSIA – LETTONIA 2-3
SPAGNA – PARAGUAY 3-1
CANADA – UCRAINA 3-2
GIAPPONE – GRAN BRETAGNA 3-2