È l'opinione di Richard Ings, ex responsabile dei regolamenti per conto dell'ATP. Nel 2005 aveva stilato un report e lanciato il programma anti-corruzione. Le nuove raccomandazioni dell'IRP riprendono i suoi suggerimenti, ma c'è un punto su cui non si da pace: “Vendere i dati dei Futures a Sportradar è stato oltraggioso”.

Fino a qualche tempo fa, era noto per essere stato una delle tante “vittime” di uno scatto d'ira di John McEnroe. Quando Richard Ings faceva il giudice di sedia, durante il torneo Parigi Bercy 1987, “Mac” si arrabbiò moltissimo perché non aveva punito a dovere la presunta perdita di tempo di Boris Becker. Abbandonata la “sedia”, dal 2001 al 2005 ha lavorato come vicepresidente esecutivo dell'ATP nel settore dei regolamenti, e fu il primo a rendersi conto che il tennis è uno sport (molto) soggetto alla corruzione. “Se uno sport potesse essere inventato con la possibilità di una corruzione in mente, quello sarebbe il tennis” scriveva nel suo report del 2005. Oggi, a distanza di 13 anni, il suo lavoro torna d'attualità, tanto da essere riportato (sia pure con una marea di sbianchettamenti) nell'appendice del maxi-report pubblicato dall'Independent Review Panel. Molto attivo su Twitter, Ings ha ritrovato una certa popolarità in questi giorni. A ben vedere, le 1.200 pagine del report IRP gli consentono di poter dire: “Io l'avevo detto”. Era il 2005 quando parlava di un clima di “silenzio e apatia” nel mondo del tennis, il che rendeva difficile scovare eventuali comportamenti illeciti. E nel 2005 non c'era ancora il proliferare attuale delle scommesse online. All'epoca, Ings scrisse venti raccomandazioni per gli organi di governo del tennis: tra queste, una maggiore educazione per i tennisti, maggiore sicurezza ai tornei e – soprattutto – un sistema di classifica che rendesse importante ogni singola partita (mentre il sistema attuale consente di scartare qualche torneo, anche se è migliore rispetto al Best 14 degli anni 90).

I DATI DEI TORNEI FUTURES
​Tre anni dopo, il problema sarebbe esploso con il famoso caso Davydenko-Vassallo Arguello, da cui sarebbe nata la Tennis Integrity Unit. Buona parte delle raccomandazioni di Ings sono state poi riprese, ma il problema del betting si è diffuso a macchia d'olio. Intervistato dal Telegraph, Ings ha detto che il tennis ha commesso un gravissimo errore nel vendere a Sportradar la gestione dei dati (livescore) dei tornei Futures. “In questi tornei il rischio di corruzione è enorme – ha detto – stiamo parlando di partite senza spettatori, senza sicurezza, senza giudici di linea. E Sportradar opera come un bookmaker: raccoglie i punteggi, fornisce le quota e poi le passa agli altri operatori per venderle agli scommettitori”. Nel suo report, l'Independent Review Panel ha insistito sul fatto che la partership tra ITF e Sportradar dovrebbe essere cancellata. Per recuperare il mancato guadagno (14 milioni all'anno), l'ITF dovrebbe essere rimborsata dagli altri organi di governo. La critica a questa operazione è sin troppo semplice: se Sportradar dovesse uscire di scena, entrerebbe in ballo il mercato nero. “Probabilmente è vero – dice Ings – ma in questo momento c'è un diluvio di dati, bisogna darci un taglio. È troppo facile, per chiunque, giocarsi un primo turno di un Futures in Uzbekistan per guadagnare qualche soldo. Fare quest'operazione senza consultare la Tennis Integrity Unit, che peraltro lavora nello stesso edificio, è stato un gravissimo errore”. Difficile dire cosa accadrà. Dopo il report, i vari organi di governo tennistico hanno diffuso un comunicato in cui dicono che faranno tesoro delle raccomandazioni (che, va ricordato, non sono obblighi). “Vedremo se succederà veramente”. Non sembra crederci molto. Chissà.