Mai oltre il secondo turno a Madrid, Garbine Muguruza spera di abbattere il tabù della Caja Magica. Nel frattempo si arrabbia perché vogliono cambiare la Davis, ma nessuno ha pensato alla Fed Cup: “Le donne sono sempre in secondo piano”. Il tema della continuità: “Per me sarà sempre difficile essere regolare, ma ho capito che ogni partita è importante”.

Nonostante un match di cartello (Pliskova-Azarenka, vinto dalla ceca), la sessione serale di lunedì al Mutua Madrid Open ha raccolto pochissimo pubblico. Non dovrebbe accadere stasera, quando a chiudere il programma ci sarà Garbine Muguruza. La vittoria su Shuai Peng le ha dato una chance: superare per la prima volta il secondo turno al torneo di casa: lei è mezza venezuelana e mezza basca, passa parecchio tempo a Barcellona e risiede in Svizzera, ma Madrid resta un lugoo speciale. Fino a oggi ha sempre fallito: non è certo una questione tecnica, visto il successo di due anni fa al Roland Garros. Prima di scendere in campo, Garbine si è messa in prima linea per difendere lo sport femminile. Quando le hanno chiesto un parere sulla possibile riforma della Coppa Davis, è quasi sbottata: “Non so se avrebbe successo, ma bisognerebbe pensare anche al femminile, non soltanto agli uomini – ha detto una combattiva Garbine – quando ho sentito che l'ITF progetta un cambio per la Coppa Davis e ha ignorato la Fed Cup non ho voluto approfondire, perché mi è sembrato ingiusto. Gli uomini hanno un trattamento privilegiato, mentre le donne vengono messe in secondo piano, nell'ombra… il caso della Davis è un altro esempio di quello che succede. Lo sanno tutti, non è un segreto”. Nei giorni scorsi, ha partecipato alla presentazione di un libro “al femminile”, Heroinas del deporte, e si è calata perfettamente nel ruolo.”Chiedo maggiore visibilità per lo sport femminile, ma non parlo di tennis. Il nostro sport è molto popolare, ma ce ne sono altri che meritano di più. La Spagna ha tante buone atlete e dobbiamo valorizzarle, ma non è facile”.

“OGNI PARTITA È IMPORTANTE”
Sul piano individuale, ha detto di non sentire una pressione extra per il fatto di giocare a Madrid. “In passato poteva succedere, ma adesso no. Cerco soltanto di allenarmi, curare il fisico e ogni dettaglio”. Il problema della Muguruza rimane la continuità: ha vinto due Slam, ma spesso raccoglie sconfitte inattese. La spagnola ne è consapevole: “Per me sarà sempre complicato per il mio modo di essere, di giocare, per la mia personalità… diciamo che la costanza non va d'accordo con il mio modo di comportarmi e vedere le cose. Qualcuno fatica a capirlo, ma è così…”. La mancanza di regolarità le ha impedito di restare al numero 1 WTA per più di 4 settimane, a differenza di giocatrici che non hanno mai vinto uno Slam (Halep e Pliskova) o ce l'hanno appena fatta dopo un'eterna rincorsa (Wozniacki), più continue in vetta al ranking. Fino a qualche tempo fa, Garbine puntava soprattutto ai grandi tornei, senza pensare più di tanto alla classifica. “È cambiato tutto quando mi sono trovata a 30 punti dal numero 1. Da allora ho capito che ogni partita conta, che non ci sono match banali o piccoli tornei. Tutto conta, tutto! Adesso prendo ogni torneo allo stesso modo, che sia il Roland Garros o Monterrey”. In attesa del Roland Garros e di Wimbledon (dove sarà chiamata a difendere il titolo), c'è da abbattere il tabù della Caja Magica. “Non so esattamente cosa mi succeda qui: è l'unico torneo femminile in Spagna, ma non so perché non ho mai giocato bene. A volte il campo, a volte i nervi… non so! Però non perdo la speranza, prima o poi farò bene anche a Madrid. È il mio desiderio”. Appuntamento a stasera.