Dal verde di Monte Mario fino alle acque del Tevere, la voce di Luciano Ligabue ha avvolto l'intera zona del Foro Italico. Il DJ degli Internazionali BNL d'Italia ha scelto “urlando contro il cielo” per celebrare la vittoria di Fabio Fognini contro Peter Gojowczyk, un 6-4 6-4 che lo spinge – finalmente! – nei quarti di finale di Roma. Fognini aveva troppa esperienza per pensare di approcciare il match come se fosse una "Prova del 9" dopo il successo contro Thiem. Undici vittorie contro top-10, alcune più prestigiose di quella di mercoledì, sono la base che gli ha permesso di scendere in campo con un briciolo di tranquillità in più. C'era la tensione, ovviamente. E la necessità, quasi il “dovere” di battere il bavarese, reduce da due mesi disastrosi, in cui ha accompagnato il best ranking (n.49 ATP) con sei sconfitte al primo turno, come se dovesse pagare la finale giocata tre mesi fa a Delray Beach. Oggi è numero 53 del mondo e si è infilato negli ottavi battendo Sam Querrey e Lorenzo Sonego. Con tutto il rispetto, un avversario da cui Fognini non avrebbe dovuto perdere. Il rischio era proprio questo: pensare alle critiche che gli sarebbero piovute addosso, inevitabilmente, in caso di sconfitta. E qualche fantasma, in effetti, si è materializzato nel primo set. Fabio non è stato impeccabile sul piano tattico, accettando le schermaglie da fondocampo al ritmo preferito da Gojowczyk: botte piatte, senza grosse variazioni. Giocando così, il gap tecnico tra i due si azzera. E non è stato sorprendente il break al quinto game. Sul 2-2, dal 30-30, FF ha sbagliato un rovescio in manovra e messo lungo un dritto in slice. Il tedesco teneva duro fino al 4-2 (peraltro dopo aver cancellato un'immediata palla del controbreak), ma non c'è mai stata la sensazione che Fognini potesse perdere.
QUEI PUNTICINI SILENZIOSI
È bastato adottare con più frequenza lo slice, allargare il campo, cercare gli angoli, e la partita è girata. Nessuno si è stupito quando Fognini ha raccolto quattro game di fila. L'ultimo punto del primo set è stato il simbolo del rovesciamento tattico: dopo qualche colpo, Fognini giocava uno slice radente che Gojowczyk non è riuscito a tirare su. Non a sufficienza, almeno. Nel secondo set, Fabio ha pensato più al risultato che al bel gioco. È stato concreto nel cancellare tre palle break a Gojowczyk, una nel primo game e due nel quinto. Quei punticini silenziosi, che magari non strappano l'applauso, sono stati fondamentali. Visto che le partite di "Fogna" si giocano su equilibri mentali sottilissimi, il pericolo di un cortocircuito è sempre dietro l'angolo. Andare sotto di un break, trovando complicazioni inattese, avrebbe potuto essere pericoloso. E così è stato importante fare gara di testa. Come spesso accade, servire sul 4-5 è complicato. Gojowczyk è salito 40-30, ma non ha sfruttato l'occasione e Fognini ha chiuso in bellezza, anzi, ha potuto “urlare contro il cielo” con un bel passante in corsa, di dritto. Fabio è dunque nei quarti, come non gli era mai successo. Il suo avversario sarà Rafael Nadal. Sulla terra lo ha battuto un paio di volte, nel 2015 (Rio de Janeiro e Barcellona), anche se le sconfitte sono dieci. Cinque anni fa, l'unico precedente al Foro Italico. Era il secondo turno, si giocò di notte, e Fognini scese in campo con un pizzico di timore reverenziale. Gli anni sono serviti a cancellare certe paure, ma resta una scalata durissima. Sfidare Nadal sulla terra battuta è come scalare l'Everest senza bombole d'ossigeno. La buona notizia, per Fabio, è che qualcuno ce l'ha fatta. Ed era pure italiano.
INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – Ottavi di Finale
Fabio Fognini (ITA) b. Peter Gojowczyk (GER) 6-4 6-4