L'operazione alla mano e il recente infortunio al polpaccio hanno bloccato la carriera di Timea Bacsinszky: scesa al n.63 WTA, rischia di non giocare il Roland Garros, torneo più importante della sua carriera. Ed è anche rimasta senza coach: chiusa la collaborazione con Dimitri Zavialoff.

Il Roland Garros è il torneo crocevia nella carriera di Timea Bacsinszky. È ormai leggenda, narrativa prestata al tennis, il viaggio in auto verso le qualificazioni parigine del 2013 dopo che si era ormai ritirata. E le due semifinali, la prima nel 2015 e la seconda dodici mesi fa. Ancora una volta, Bois de Boulogne può rappresentare uno snodo importante per Timea. Da quando è rinata, mettendosi alle spalle i problemi familiari che l'avevano spinta a mollare tutto, sta vivendo il momento più complicato. Qualche giorno fa, ha annunciato la separazione con il coach Dimitri Zavialoff, con il quale ha condiviso il percorso che l'aveva portata tra le top-10. Iniziarono in punta di piedi, dai tornei minori, tanto che Timea non sapeva come avrebbe fatto a pagarlo. Il problema al polpaccio patito qualche settimana fa a Rabat l'ha rispedita ai box: sfruttando il periodo di riflessione, ha scelto di chiudere il rapporto professionale con il primo coach di Stan Wawrinka, l'uomo che ne aveva forgiato l'incredibile rovescio a una mano. “Ne abbiamo discusso molto e siamo giunti alla conclusione che siamo alla fine di un'avventura – ha detto la Bacsinszky, solitamente molto loquace – ci lasciamo in buoni termini e non vogliamo commentare ulteriormente la decisione”. Oltre ai successi già menzionati, con Zavialoff ha vinto tre tornei WTA (Acapulco, Monterrey e Rabat). “Adesso mi prenderò il tempo necessario per trovare la persone giusta e completare il mio team”. Se Francesca Schiavone ha dovuto aspettare il Roland Garros per vincere una partita nel 2018, almeno nelle qualificazioni, la Bacsinszky spera di fare altrettanto. Tuttavia, la sua partecipazione è ancora incerta.

CLASSIFICA A RISCHIO: "MA NON È UN PROBLEMA"
“Partirò venerdì per Parigi e farò tutti i test necessari, ma non voglio correre rischi – ha detto – in allenamento sarò già in grado di capire se posso giocare un match. E comunque lo staff medico del torneo mi deve dare il via libera dopo che ho rinunciato per infortunio al mio ultimo torneo”. Come detto, è stato un piccolo strappo al polpaccio. “Di solito ci vogliono tre settimane per risolvere questo tipo di infortunio. Mi sto allenando con cautela, ho ripreso a colpire la palla, ma mi manca l'intensità necessaria”. Timea ha parlato durante la conferenza-lancio del torneo WTA di Gstaad, dove sarà tra le giocatrici più attese. La sensazione è che molto, molto difficilmente giocherà a Parigi. E se non fosse stato il suo amato Roland Garros, avrebbe già dato forfait. “È difficile perché si tratta di pochi giorni. Il torneo arriva un po' troppo presto dopo l'infortunio. Rischio di compromettere la partecipazione a Wimbledon, forse anche tutta la stagione se il problema dovesse peggiorare”. Tra l'altro, Timea è convinta di aver sbagliato qualcosa nella riabilitazione dopo l'operazione alla mano destra dello scorso settembre. “Avrei avuto bisogno di altri due mesi di tempo per rafforzarmi. La tendinite al polso è stata l'ovvia conseguenza per aver forzato troppo”. È tornata a giocare a San Pietroburgo, a fine gennaio, ma è stato un errore. “Avrei dovuto giocare i tornei ITF, perché mi avrebbero garantito più partite, ma è facile a dirsi col senno di poi”. Se il fisico la lascerà in pace, i tornei ITF sono comunque nella sua programmazione, anche perché una rapida eliminazione a Parigi la spazzerebbe via dal tennis che conta. Per intenderci, 780 dei suoi 932 punti arrivano dal Roland Garros. Rischia di uscire dalle prime 300. “Ma la classifica non mi preoccupa, e comunque potrei utilizzare il ranking protetto per tutto l'anno. Quando ho iniziato la mia seconda carriera nel 2013 ho giocato un mucchio di piccoli tornei, e ho impiegato un anno per tornare tra le top-50. So come si fa, inoltre oggi sono una giocatrice migliore, più esperta e sicura di me, anche se il mio corpo ha cinque anni in più”. Sarebbe la sua terza scalata.