I tempi della “Legion Argentina” sono terminati, ma l'albiceleste ruggisce ancora: 13 anni dopo Guillermo Canas e Mariano Puerta, l'Argentina ha due rappresentanti nei quarti del Roland Garros. Ma se Diego Schwartzman è una sorpresa (e partirà sfavorito contro Rafa Nadal), le speranze albicelesti si affollano su Juan Martin Del Potro: e pensare che, quando si è presentato a Parigi, non era nemmeno sicuro di giocare. Ha sciolto le riserve all'ultimo momento: quando ha perso il primo set – male – contro Nicolas Mahut, molti hanno temuto che potesse alzare bandiera bianca. Con lo scorrere del match ha ritrovato il suo gioco e una competitività quasi inedita sulla terra battuta. Aveva già giocato una semifinale in questo torneo (2009, persa in cinque set contro Federer), ma dopo i guai al polso ha focalizzato la sua programmazione sulle altre superfici, dove si corre di meno e dove il suo dritto può essere letale. A Parigi, invece, stiamo vedendo un Del Potro con un paio di qualità importanti: si muove benissimo e ha trovato un rovescio a due mani sempre più sicuro e potente. Senza dimenticare la capacità di non tremare nei momenti importanti. Le ha sfruttate tutte nel triplo 6-4 rifilato a John Isner, foriero di un posto nei quarti, come non gli accadeva dal 2012. Una partita quasi perfetta, in cui ha disinnescato il servizio-bomba dell'americano con una tattica che non molti possono permettersi: rispondere lontanissimo dalla riga, addomesticando la potenza altrui e rispondendo spesso, anche alla prima palla. Con le sue lunghe leve e una gran potenza, ha spesso risposto sui piedi (quando Isner andava a rete), a volte persino col vincente.
UN BREAK PER SET
È stata l'arma con cui ha sgretolato le certezze dell'americano, capace di tirare appena 12 ace. Per fare match pari, “Long John” avrebbe avuto bisogno di qualche aiuto altrui. Per sua sfortuna, non è arrivato. I primi due set hanno avuto un andamento-fotocopia, con Del Potro abile a brekkare nel settimo game. Nel primo set è stato aiutato da due pasticci di Isner (doppio fallo e smash da fondocampo sparato in rete), mentre nel secondo è stato bravo lui, con alcune risposte chirurgiche. Nel terzo, libero da qualsiasi zavorra psicologica, ha trovato il break già al terzo game. Con il match ormai in discesa, il suo unico problema era anticipare le nubi che hanno prodotto anche qualche goccia di pioggia. Per fortuna degli spettatori, è stato un falso allarme. Del Potro ha tenuto bene fino al 5-4, poi c'è stata qualche tribolazione nell'ultimo game. Isner ha tirato un paio di botte a tutto braccio, si è issato sul 40-40, ma Delpo non gli ha concesso neanche una palla break. E così, appena prima che scoccassero le due ore di gioco, ha potuto lanciare un urlo di gioia verso il suo clan. Dopo l'ultimo punto, ha scherzato nell'intervista sul campo con Marion Bartoli, complimentandosi con un solitario spettatore che nell'ultimo game aveva provato a intonare “iu-es-ei”, e facendosi ben volere dal pubblico francese canticchiando “allez bleus”. Avrà il sostegno della gente mercoledì, contro Marin Cilic. Lo ha battuto dieci volte su dodici e non ci perde da sette anni. Molti ricorderanno i due set rimontati in Coppa Davis, nella finale del 2016. Del Potro può sognare in grande quando, dieci giorni fa, stava già pensando alla stagione sull'erba. I prati, per adesso, possono aspettare.
ROLAND GARROS UOMINI, Ottavi di Finale
Juan Martin del Potro (ARG) b. John Isner (USA) 6-4 6-4 6-4