Subito dopo la fine del torneo, partiranno i lavori che porteranno alla costruzione di un tetto (anzi, di un ombrello) sul Campo Chatrier. L'anno prossimo si giocherà in un centrale-cantiere, poi l'impianto sarà pronto nel 2020 o nel 2021. In arrivo l'illuminazione su tutti i campi con i pali retrattili.

Mercoledì sera, i quarti di finale del Roland Garros sono stati interrotti per pioggia. Rafael Nadal, Diego Schwartzman, Juan Martin Del Potro e Marin Cilic sono stati costretti a riparare negli spogliatoi e chiudere il loro impegno al giovedì. Ergo: dopo l'attesissimo (da noi) Thiem-Cecchinato, Nadal e Del Potro scenderanno in campo con appena 24 ore di riposo. Nell'epoca della tecnologia sfrenata, sembra un tantino anacronistico. Ma non dovremo aspettare molto affinché almeno il campo intitolato a Philippe Chatrier venga dotato di un tetto retrattile. Se ne parla da anni, addirittura da quando a capo della FFT c'era Christian Bimes. Oggi il progetto è finalmente operativo e la copertura dovrebbe essere pronta per il 2020, ma è possibile che ci sia uno slittamento al 2021. La costruzione del tetto è soltanto la punta dell'iceberg del processo di rinnovamento messo in atto dal Roland Garros. In questo momento, il torneo è un enorme cantiere che però non può permettersi di essere troppo invasivo perché il torneo non si può fermare. Ma l'intervento sul Campo Chatrier sarà molto pesante: buona parte della struttura esistente sarà demolita. Soltanto allora, sarà possibile sistemare il tetto. A capo del progetto c'è Gilles Jourdan: “All'inizio è stata una sfida divertente, ma adesso non sto più dormendo troppo bene” ha detto, alludendo alle enormi aspettative. Intervistato da Cristopher Clarey per il New York Times, ha svelato i dettagli di un progetto complessivo che prevede un esborso di 350 milioni di euro. A lavori ultimati, l'impianto inaugurato nel 1928 sarà soltanto un ricordo da accarezzare nelle foto in bianco e nero. Lo stadio Philippe Chatrier è un monumento del tennis francese, ma il processo di sventramento inizierà tra pochi giorni, subito dopo la finale che incoronerà il vincitore del singolare maschile. Prima “vittima” della ricostruzione sarà la tribuna intitolata a Jean Borotra, sul lato occidentale dell'impianto.

DEMOLIZIONE ESTIVA
​Jourdan non è preoccupato per la buona riuscita del progetto: lavora al Roland Garros dal 1977. La fatica a prendere sonno nasce dal desiderio di svilupparlo al meglio. Gli altri Slam hanno vissuto qualcosa di simile, ma per Parigi è una novità assoluta. Non potevano restare fermi: casi come quello del Miami Open, costretto a emigrare, fanno scuola. Negli ultimi due anni sono stati realizzati i lavori preliminari: per esempio, sono state eliminate le prime due file di seggiolini. Per sostenere il tetto, sarà inserito un maxi-muro lungo 40 metri e profondo 20. I lavori stanno procedendo con grande rapidità: si tratta del primo vero intervento in un impianto costruito addirittura nel 1928, in piena epoca-Moschettieri. Non è un caso che i quattro lati delle tribune siano intitolati a Lacoste, Cochet, Borotra e Brugnon. Lo stadio fu costruito per ospitare la Coppa Davis, dando ai campioni francesi una sede degna per difendere il titolo conquistato l'anno prima, battendo gli Stati Uniti. Da lunedì, gli operai lavoreranno dalle 7 alle 22, sei giorni alla settimana. Per un periodo di tre mesi, si lavorerà anche di notte. “L'inverno non può essere troppo rigido e non possiamo permetterci scioperi – dice Jourdan – potremmo incontrare una serie di problemi, ma abbiamo già pronto il Piano B. Non possiamo lasciare il torneo senza una tribuna intera, ma se per un anno la capienza dovesse essere ridotta di 1.000 posti, beh, non sarebbe una catastrofe”. Il weekend al via oggi avrà un forte sapore malinconico: nella pancia dello Chatrier ci sono tanti uffici della federazione francese, e in queste ore gli impiegati li svuoteranno. Lunedì arriveranno 100 operai e si deciderà cosa deve essere conservato. Altri 100 operai smantelleranno i posti a sedere, sostituiti da seggiolini ancora più ampi e comodi. A luglio, mentre gli occhi del tennis saranno su Wimbledon, inizierà il processo di demolizione. Saranno utilizzate cinque gru. A quel punto, si scaverà sotto terra per creare un complesso di uffici sotterranei. Tre delle quattro tribune saranno pronte per l'edizione del 2019. Il piano prevede l'allestimento delle tribune per la terza settimane di aprile “anche perché dopo avremo anche altre cose da fare” dice Jourdan.

PALI RETRATTILI
Dopo la prossima edizione, inizierà il montaggio del tetto, composto da 11 ali d'acciaio. La speranza è che sia pronto per il 2020, ma c'è la concreta possibilità che sia operativo soltanto dal 2021. Significa che potrebbero essere necessari altri tre anni per avere le prime sessioni serali. La rivoluzione riguarderà tutti i campi, che saranno arricchiti da un impianto di illuminazione a LED, garantendo la possibilità di ultimare i match in corso senza le anacronistiche sospensioni per oscurità. Curiosamente, le luci saranno poste in cima a pali retrattili che saranno eretti alla sera, salvo poi restare adagiati in terra durante il giorno. Tornando allo Chatrier, non si creeranno condizioni di gioco totalmente indoor: ci sarà uno spazio di due metri tra la copertura e le ultime file dell'impianto. “Infatti è più corretto parlare di ombrello e non di tetto". Sarà aperto sui lati, a differenza dei tetti a Londra e New York, che sono completamente chiusi. "Hanno dovuto installare un sistema di ventilazione, con tanti problemi legati all'umidità e all'erba. Noi non avremo niente di tutto questo: quando si chiuderà il tetto, ci sarà comunque l'impressione di giocare all'aperto. Il Roland Garros è un torneo all'aperto”. In caso di vento in una certa direzione, gli spettatori potrebbero addirittura bagnarsi. Poco male. L'anno prossimo, invece, sarà inaugurato il nuovo Campo 1. Lo intitoleranno alla campionessa degli anni 30 Simmone Mathieu, nota per aver affiancato la resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo un'infinita battaglia legale, la FFT ha ottenuto che il campo potesse costruirsi all'interno di un giardino botanico. Il campo sarà semi-interrato, potrà ospitare fino a 5.000 spettatori e sarà molto suggestivo, perché circondato da quattro serre in vetro. Le immagini e l'ambiente saranno molto particolari, peraltro ingrandendo in misura importante la struttura Roland Garros. Da un estremo all'altro dell'impianto, ci sarà quasi un chilometro. Tantissimo, eppure resterà il più piccolo tra i tornei del Grande Slam. Dopo le tribolazioni degli ultimi anni e le “showers” indesiderate, sarà un piacere fare qualche passo in più e garantire la continuità del torneo nei giorni pioggia. Il conto alla rovescia sta per cominciare.