Grazie a un mese d'oro, scattato al Roland Garros, Jaume Munar si è guadagnato l'ingresso virtuale fra i primi 100 Atp. Un risultato prezioso per un ragazzo delle Baleari cresciuto nell'ombra di Nadal. Tuttavia, proprio l'aiuto di "Rafa" è stato determinante: "mi è sempre stato molto vicino, e negli ultimi tempi il nostro rapporto si è stretto ancora di più".Per un ragazzo nato sull’isola di Maiorca, decidere di fare del tennis la propria vita non dev’essere esattamente la scelta più facile. C’è il rischio che qualsiasi risultato finisca per essere inevitabilmente confrontato (e quindi sminuito) con ciò che ha combinato Rafael Nadal, che dall’isola delle Baleari è arrivato fra le leggende della storia della racchetta. Un dettaglio che rende ancora più preziosi i traguardi raggiunti da Jaume Munar, classe 1997 e anche lui maiorchino, che a 21 anni compiuti sta riuscendo nel suo intento di diventare un buonissimo giocatore. Il tutto anche grazie all’intercessione dello stesso Nadal, che l’ha preso sotto la sua ala protettrice da anni, scegliendolo spesso e volentieri come partner per gli allenamenti e poi arruolandolo nella sua Accademia di Manacor. Il numero uno del mondo l’ha affidato al suo ex gemello – e attuale migliore amico – Bartolome Salva Vidal, diventato uno dei coach di punta della Rafa Nadal Academy dopo aver tentato senza particolare successo la carriera da “pro”, e il progetto sta funzionando sempre meglio. A maggior ragione ora che Munar si è appena guadagnato l’ingresso fra i primi 100 del mondo, grazie ai quarti di finale appena raggiunti nel Challenger di Caltanissetta. “La miglior qualità di Nadal – ha raccontato di recente Munar, in una chiacchierata col quotidiano spagnolo AS – è la sua semplicità come persona e come giocatore di tennis. Il suo percorso ci insegna ogni giorno che da giocatori non dobbiamo dare a una vittoria più importanza di quanta ne abbia, né abbatterci troppo per una sconfitta. La mentalità è ciò che gli permette di continuare a migliorarsi giorno dopo giorno, e avere sempre fame di vittorie. Mi è sempre stato molto vicino, e negli ultimi tempi il nostro rapporto si è stretto ancora di più. Per me, come per ogni giocatore spagnolo, Nadal deve essere un punto di riferimento, anche per il suo modo di affrontare tutte le situazioni. È un giocatore veramente incredibile, e merita il rispetto di chiunque”.ARRIVARE PRIMA CONTA POCO
Solo un anno fa Munar era fuori dai primi 250 del mondo, poi ha iniziato a crescere e non si è più fermato. L’ingresso nella top-100 è frutto di un periodo d’oro, che gli ha permesso di scalare quasi un centinaio di posizioni: a Barcellona “Jimbo” (così è soprannominato) ha vinto la sua prima partita ATP, poi si è qualificato al Roland Garros e al primo turno ha vinto un match dai mille significati contro David Ferrer, rimontando due set di svantaggio e spuntandola di carattere, per 3-6 3-6 7-6 7-6 7-5. Al turno seguente ha giocato un buonissimo match contro Novak Djokovic, arrendendosi per 7-6 6-4 6-4, e la settimana dopo ha sfruttato il momento per andare a vincere il Challenger di Prostejov, uno dei più importanti al mondo. Non pago, dalla Repubblica Ceca è volato direttamente a Caltanissetta, dove grazie ad altre due vittorie si è guadagnato i quarti di finale (venerdì contro il connazionale Davidovich-Fokina) e l’atteso ingresso fra i primi 100 della classifica. Per ora è solo virtuale, ma la conferma arriverà presto. E poco importa se – senza bisogno di arrivare fino a Zverev – alcuni suoi coetanei sono già molto in alto, l’importante nel tennis non è arrivare prima, ma arrivare preparati, possibilmente senza trascurare altri aspetti della vita, come per esempio gli studi. Munar ci ha provato, iscrivendosi alla facoltà di economia dell’università, ma da qualche tempo ha dovuto fermarsi, perché i risultati in campo sono diventati via via sempre più importanti, richiedendo di conseguenza la massima attenzione. “Non ho mai badato troppo ai risultati dei miei coetanei – ha raccontato –, nemmeno a quelli più importanti. Io penso solo a impegnarmi ogni giorno per arrivare il più in alto possibile, senza fretta o inutili aspettative. L’aspetto più importante è credere in me stesso, con l’obiettivo di andare molto lontano. E lavorare duramente: altrimenti per quanto forte tu possa essere certi risultati non li raggiungerai mai”. Sembra di sentir parlare proprio Nadal…
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