A pochi giorni da Wimbledon, il direttore esecutivo Richard Lewis spiega alcune problematiche: la programmazione (“Valutiamo in base alla qualità dei giocatori”), lo shot clock (“Secondo me rallenterà il gioco”) e l'ampliamento dell'area (“utile, non indispensabile”).

Richard Lewis è stato un buon giocatore. Ha fatto parte del team britannico di Coppa Davis, ma la sua carriera è stata ancora più brillante dietro a una scrivania. Per anni è stato presidente della Rugby Football League, poi nel 2012 ha accettato di diventare direttore esecutivo di Wimbledon. Il suo primo pensiero è stato quello di trovare una chiave per aggiungere valore al club e, di conseguenza, al torneo. In effetti, Wimbledon ha alcuni nodi da sciogliere. Per esempio, la programmazione – secondo alcuni sessista – che avrebbe pervaso il torneo dal 1993 al 2017. Nelle ultime 25 edizioni, il 61% dei match sul Campo Centrale e sul Campo 1 sono stati incontri maschili. Lewis smorza sul nascere qualsiasi rimostranza. “Credo che sia una politica giusta. Il nostro obiettivo è trattare ogni match, giorno per giorno, sulla base dei meriti. L'anno scorso c'è stato un giorno in cui scendevano in campo Federer, Djokovic, Nadal, Murray, Kerber, Muguruza, Konta e Venus Williams. Cosa fai in un caso come questo? Abbiamo avuto la fortuna di avere tanti giocatori di immenso talento, tutti insieme. Di sicuro ci saranno epoche in cui le partite femminili avranno maggiore appeal rispetto a quelle maschili. Ma l'anno scorso c'è stata questa situazione e direi che è stato un bel problema. Ha attirato molta attenzione”. Va detto che uno scenario simile potrebbe riproporsi anche nel 2018, visto che grandi campioni come Djokovic, Murray e Serena Williams non saranno teste di serie, o (nel caso del serbo) avranno un seeding piuttosto basso. I cronisti del Times hanno chiesto a Lewis se è già stato deciso il da farsi: “Dipenderà da molte cose, per esempio i campi in cui i vari giocatori erano stati collocati nei giorni precedenti, e dove si pensa che potrebbero giocare in quelli successivi. Ovviamente bisogna tenere in considerazione quello che hanno fatto in passato. Trovo interessante la faccenda del sessismo, perché Lleyton Hewitt, ex n.1 e vincitore del torneo, ha spesso giocato sul Campo 2 e non si è mai lamentato. Lo amava”. Molto dipenderà dal sorteggio: a parte il Manic Monday, in cui si giocheranno tutti gli ottavi maschili e femminili, è possibile che tanti campioni possano trovarsi nella stessa metà del tabellone.

SHOT CLOCK E AMPLIAMENTO
Un altro argomento scottante è stato quello del seeding di Serena Williams. Alla fine hanno deciso di riservarle un posto nel seeding, al numero 25, togliendo il posto tra le teste di serie a Dominika Cibulkova, che ovviamente non l'ha presa bene. La questione non era di competenza di Lewis, ma si è accesa una discussione sul fatto se inserire tra le donne gli stessi criteri già utilizzati per gli uomini, in cui le teste di serie vengono stabilite (anche) in base ai risultati degli ultimi anni sull'erba. “Credo che sarebbe una buona iniziativa, dovremmo parlarne con la WTA. Con una formula ci sarebbero meno controversie. È giusto: nessuna discrezionalità, nessun favoritismo. Personalmente mi piacciono molto le formule, in modo che non si rischi di cadere in quello che può essere giusto o sbagliato. Non mi sorprenderei se la formula fosse adottata”. Tra i vari argomenti trattati, c'è anche lo Shot Clock. Ormai sembrano maturi i tempi per portarlo nei tornei più importanti: dopo tanti esperimenti nelle qualificazioni, esordirà nel main draw dello Us Open. Generalmente ben accolto dai giocatori, dovrebbe arrivare a Wimbledon nel 2019. “Probabilmente succederà, ma noi non stiamo spingendo in questo senso perché pensiamo che non sia necessario. Non cambia le regole, è solo un meccanismo che può aiutare o no a farle rispettare. Scherzando ma non troppo, ho detto agli altri Slam che secondo me rallenterà il tennis. I giocatori staranno sui 25 secondi, mentre adesso c'è chi è più rapido. Secondo me, in un tabellone a 128 giocatori, nei prossimi cinque anni il gioco sarà allungato e non accorciato”. Tra le novità di Wimbledon, potrebbe esserci un grosso ampliamento grazie all'acquisizione del campo di golf di Church Road. Sarebbero 73 acri di spazio in più: in realtà, il Wimbledon Park Golf Club avrebbe un contratto fino al 2041, ma è stata fatta un'offerta di 50 milioni di sterline per un acquisto anticipato. “Sì, ne stiamo parlando. Ovviamente ci sarebbero alcuni benefici, ma non credo che sia fondamentale. I vantaggi riguarderebbero la costruzione di nuovi campi da utilizzare per le qualificazioni, che adesso si svolgono altrove. Per il resto, ci sono enormi limiti su quello che si può fare. Non è una questione critica, nel senso che potremmo comunque averlo tra 20 anni”. Ma se i soldi ci sono, in fondo, perché aspettare?