Un monumentale Thomas Fabbiano gioca la partita della vita contro Stan Wawrinka, spedendolo a casa da Wimbledon in tre set. Partito dalle qualificazioni, il pugliese domina gli scambi con un diritto in grande spolvero, e con un carattere d'acciaio frena i tentativi dello svizzero di riaprire il match. Dopo lo Us Open 2017, è di nuovo al 3° turno in uno Slam.Boom. L’impresa è compiuta, il gigante è al tappeto, e l’Italia del tennis può festeggiare ancora, stavolta grazie a un meraviglioso Thomas Fabbiano. Fino a lunedì non aveva mai vinto una partita a Wimbledon, mentre 72 ore più tardi può festeggiare il terzo turno e il più importante successo in carriera, contro niente meno che Stan Wawrinka. Alla vigilia il 29enne pugliese era stato fin troppo chiaro, spiegando che per far partita sarebbe servito “il miglior Fabbiano di sempre”, e ha anche aggiunto di aver guardato in tv tutte le finali Slam vinte da Stan, come a voler solcare una differenza tra chi certi match li gioca e chi invece non può fare altro che osservarli sdraiato sul divano. Eppure, sul Court 3 è andato tutto alla rovescia, perché il miglior Fabbiano di sempre c’è stato per davvero, capace di prendere a schiaffi col drittone un tre volte campione Slam, fino a spedirlo a casa addirittura per 6-3 7-6 6-3. Il tutto in due ore e quaranta da stropicciarsi gli occhi, divise fra mercoledì e giovedì a causa della pioggia, ma soprattutto in tre set e due tie-break, quelli che si solito danno ragione al più forte. L’hanno fatto anche stavolta, perché il campione dei due è sembrato Thomas da Grottaglie, con dieci centimetri e dodici chili in meno, ma una capacità di gestire alla perfezione uno dei match più importanti della sua vita. Ha annullato i punti di forza del 33enne di Losanna con un tennis mai così splendente, e si è guadagnato un posto al terzo turno dei Championships al posto suo, pronto ad affrontare Stefanos Tsitsipas da qualificato numero 133 ATP, a causa dei tanti punti scaduti nelle scorse settimane. Ma il suo tennis vale di più, si sa, ed eccone la dimostrazione più bella, nel Tempio della racchetta. È vero, il Wawrinka del 2018 ha perso tante partite che un tempo avrebbe vinto, ed è vero anche che l’erba non l’ha mai digerita del tutto, ma veniva da un gran primo turno contro Grigor Dimitrov, e pochi giorni fa al Queen’s aveva detto di sentirsi di nuovo molto vicino al 100%.
DIRITTO, RISPOSTA… SERVIZIO!
Quindi applausi a Fabbiano, sostenuto a gran voce da coach Federico Torresi (spesso poco nominato perché lavora nell’ombra di Fabio Gorietti, ma ugualmente prezioso) e dal fratello Roberto, che alla Tennis Training di Foligno ha trovato un posto come preparatore atletico. Sono loro due i primi testimoni di un’impresa costruita grazie a un diritto in forma smagliante, che gli ha permesso di vincere la maggior parte degli scambi, unito alla capacità di rispondere molto spesso e di raccogliere il massimo da quel servizio che per via dell’altezza non è mai stato il suo colpo forte. Al primo turno contro Yuki Bhambri l’aveva ceduto ben cinque volte, mentre contro Wawrinka ha preso appena un break in tre set, raccogliendo più punti dello svizzero sia con la prima sia con la seconda. Numeri di un miracolo che ha iniziato a prendere forma già nel primo set, nel quale i game di Wawrinka duravano mediamente il doppio (o il triplo) di quelli di Thomas, tanto che l’epilogo annunciato dal 6-2 al tie-break in favore di Stan sarebbe stato parecchio ingeneroso. Ma lì si è vista la prima crepa nel tennis del tre volte campione Slam, che si è fatto recuperare un punto, poi due, tre, quattro, e il tie-break ha finito per cederlo 9-7, sparando un rischioso diritto al volo proprio nell’angolo dove Fabbiano lo stava aspettando, pronto a trafiggerlo col passante lungolinea di rovescio. Per il morale di Wawrinka è stata una mazzata, per quello di Fabbiano una flebo di fiducia pura, proseguita col 6-3 del secondo set e col break in avvio di terzo, che ha convinto anche gli ultimi scettici. Quando ha visto sul serio la possibilità di salutare il torneo, Wawrinka ha provato a reagire, e ci è riuscito rientrando in partita. Ha alzato l’intensità del suo tennis, dei “come on”, del body language, del grunt, di tutto, per provare a dare una scossa alla partita, ma per fermare questo Fabbiano ci voleva ben altro.
L’ORGOGLIO DI WAWRINKA NON BASTA
Wawrinka ci ha messo l’orgoglio, mettendo insieme un paio di buoni punti che sul 6-5 gli hanno fruttato due set-point di fila, proprio la pioggia iniziava a cadere. Il giudice di sedia gli ha dato la possibilità di provare a chiudere il set, ma le due chance se l’è giocate una peggio dell’altra, con due errori di metri, e la sospensione è diventata inevitabile. Col senno di poi si può dire che ha dato una mano all’azzurro, ma l’aiuto era concreto anche per Wawrinka: in carriera non aveva mai vinto una partita recuperando due set di svantaggio, e la pausa pareva arrivata nel momento ideale per permettergli di ricominciare quasi da capo, con pieno di energie e le idee più chiare. Tuttavia, il suo capolavoro Thomas l’aveva costruito troppo bene per farsi fregare da un po’ di pioggia, e alla ripresa di oggi pomeriggio è stato di nuovo impeccabile. Doveva vincere i primi due punti e l’ha fatto, per poi giocarsi il tutto per tutto nel tie-break. Lo svizzero è scappato sul 3-1 con tre punti alla Wawrinka, si è fatto riprendere, ma poi ha allungato di nuovo sul 6-4, guadagnandosi altre due palle per andare al quarto set, e dare probabilmente vita a un nuovo match. Ma l’azzurro l’ha riacciuffato un’altra volta, e lì si è vista tutta la differenza fra il Wawrinka di oggi e quello di una volta, dato che sul 6-5 ha steccato un rovescio e poi ne ha sbagliato anche un altro. Ma si è visto pure tutto il coraggio di Fabbiano, che il suo primo (e unico) match-point se l’è giocato proprio sulla diagonale del rovescio. Ha dimenticato le finali viste in tv e ha guardato al presente, decidendo che era quella la parte dove provare a far male, Wawrinka ha sbagliato per primo e lui ha potuto strillare un lungo “vamos”, accompagnato da un sorriso che racconta buona parte del valore di questo successo. Sono quei momenti per cui uno impugna la racchetta a 6 anni e non la molla per lungo tempo, continuando a crederci e lavorare in silenzio. Le soddisfazioni migliori possono arrivare anche quando meno te le aspetti.

WIMBLEDON – Secondo turno uomini
Thomas Fabbiano (ITA) b. Stan Wawrinka (SUI) 7-6 6-3 7-6