Clamorosa sconfitta del finalista in carica: mercoledì aveva dominato i primi due set, poi crolla e si fa battere da Guido Pella, per la prima volta al terzo turno in uno Slam. “Ho sbagliato alcune palle facili: questo ha fatto la differenza”. Si apre i tabellone per Isner e Raonic.

Con tre delle prime cinque teste di serie già KO nel torneo femminile, mancava l'eliminazione-shock tra gli uomini. Detto, fatto. In un match interrotto per pioggia mercoledì sera, è arrivata la clamorosa sconfitta del finalista in carica, Marin Cilic. Un risultato insensato, non tanto per le qualità del suo avversario (Guido Pella, n.82 ATP), ma perché il match è improvvisamente cambiato dopo che il croato aveva vinto agevolmente i primi due set. È cambiato qualcosa nel terzo, poi l'interruzione per pioggia lo ha mandato in corto circuito, fino a produrre una prestazione pessima, quasi indecorosa, che ha prodotto il risultato finale di 3-6 1-6 6-4 7-6 7-5. Mercoledì pomeriggio, andava tutto bene per Cilic. Era un match di routine, in cui l'argentino non riusciva a combinare granché. La prima interruzione per pioggia non aveva creato problemi a Cilic, la seconda sì. Era come se l'attentato alla sua routine lo abbia infastidito, offeso. Eppure la situazione era ancora rassicurante: quando i due sono tornati in campo dopo la seconda pausa, erano “on serve” nel terzo set. Ma la pioggia ha continuato a dare fastidio, distraendo Cilic e dando una possibilità a Pella. Nella confusione meteorologica, l'argentino gli ha strappato il servizio. A quel punto, non era più il caso di continuare. Nessuno pensava a quello che sarebbe successo il giorno dopo. Pella ha cercato di essere più aggressivo, ha percepito che qualcosa non andava nella testa e nei colpi di Cilic, e ha messo il match in piena bagarre. Sull'erba, contro il finalista in carica: uno scenario impensabile.

GLI ERRORI BANALI DI CILIC
Nel quarto set sono “saltati gli schemi”, con due break per parte. Ancora di più quando l'argentino ha conquistato il tie-break. Nel quinto, Cilic ha mostrato tutte le sue tensioni mentre Pella giocava tranquillo. E pensare che per lui era soltanto la terza apparizione a Wimbledon, e in carriera non aveva mai raggiunto il terzo turno in uno Slam. “L'erba non è la mia superficie preferita, ma sto cercando di migliorare – ha detto l'argentino – al rientro dopo la pioggia ho avvertito una maggiore fiducia e sono rimasto calmo fino alla fine. Quando affronti un giocatore di questa qualità, provano sempre a strapparti il servizio in avvio in modo da conquistare fiducia. Marin lo ha fatto nei primi due set”. La sua spinta propulsiva, tuttavia, si è fermata lì. E nel quinto set aveva la pressione di servire per secondo. Sul 4-5 ha dovuto cancellare due matchpoint di fila, restando a galla con un ace e un servizio vincente. Ma l'esito era ormai segnato: il quarto matchpoint era quello buono. L'ennesimo dritto in rete spediva Cilic all'inferno. L'uomo scelto dagli esperti come possibile anti-Federer, tornava a casa al secondo turno. “Ho sbagliato alcune palle facili e gli ho dato la possibilità di rientrare – ha detto Cilic in conferenza stampa – non era la pressione, semplicemente ho giocato male. Guido ha migliorato il suo livello rispetto a ieri, ma principalmente sono peggiorato io. Ho avuto diverse palle semplici, ma non le ho sfruttate. Questo è stato l'aspetto decisivo”. Il tabellone si è clamorosamente aperto: senza Cilic, i giocatori di più alta classifica sono John Isner e Milos Raonic. Ma ormai, in questo folle Wimbledon, tutti possono avere una chance.

WIMBLEDON UOMINI – Secondo Turno
Guido Pella (ARG) b. Marin Cilic (CRO) 3-6 1-6 6-4 7-6 7-5