Nel 2017 aveva vinto Fabio in tre set, mentre dodici mesi dopo a uscire vincitore dal duello fra Fognini e Jiri Vesely è il ceco, a segno in quattro set. Fognini sembra superiore per due set e mezzo, ma appena perde il servizio per la prima volta sparisce dal campo. Se ne va la possibilità di diventare il primo italiano agli ottavi in tutti i quattro Slam.In una sola partita Fabio Fognini si giocava tanto. Insieme a un posto negli ottavi di finale a Wimbledon per la prima volta in carriera, nel duello contro Jiri Vesely sul Campo 3 dell’All England Club c’era in palio il ritorno al numero 13 della classifica ATP, suo best ranking siglato ormai quattro anni fa, e anche il primato di unico azzurro di tutti i tempi a centrare la seconda settimana in ogni prova del Grande Slam. Traguardi importanti, che però il numero uno d’Italia si è visto costretto a salutare – o, si spera, rimandare – da un match così così, in bilico per metà e poi scivolato via senza un vero perché, fino a premiare per 7-6 3-6 6-3 6-2 il 24enne di Pribram, che da numero 93 ATP bissa gli ottavi di due anni fa. In mezzo ai due risultati, un KO al secondo turno proprio per mano di Fognini, che l’aveva battuto tre volte su tre, l’ultima proprio dodici mesi fa a Church Road, con un 7-6 6-4 6-2 frutto di un concentrato di tecnica, hot shot, colpi vincenti e continuità. Pareva un buon punto di partenza, invece è diventato uno dei motivi per i quali la sconfitta lascia ancora più amaro in bocca, perché a essere onesti il punteggio corretto di un match fra Fognini e Vesely sembra quello dello scorso anno, per una lunga serie di motivi tecnici, tattici e di palmarés che non è il caso di stare a elencare. Eppure, nel tennis ogni partita fa storia a sé e quella odierna l’ha interpretata meglio il ceco, con l’aiuto di un Fognini che si è spento alle primissime difficoltà apparse sul suo cammino, nel terzo set. Il 31enne di Arma di Taggia aveva perso il primo al tie-break, ma di fatto gli era costato caro un solo errore, e l’impressione era che il suo tennis stesse funzionando a dovere, come confermato dai numeri e soprattutto dal break in avvio di secondo, con un game-capolavoro sufficiente per firmare il 6-3 e rimettere subito tutto in discussione. Ma quando è iniziata la battaglia punto su punto, terreno che di solito gli piace eccome, è stato Vesely a fare la differenza.BASTA UN BREAK PER SPEGNERE LA LUCE
Per Fognini sono state fatali le sette palle-break mancate nei primi tre turni di battuta di Vesely. Il tennis del ceco era calato, diventando più macchinoso, il diritto ha iniziato a regalare e l’insidioso servizio mancino ha iniziato a dare meno punti rispetto alla prima ora e mezza di gioco, così Fabio si è costruito varie possibilità per prendere un vantaggio importante. Il problema è che, anche se non ha particolari colpe su buona parte delle palle-break, non ne ha concretizzata nemmeno una, mentre Vesely ha fatto centro alla seconda (nel sesto game), togliendo per la prima volta la battuta a Fognini e scappando sul 5-2. Tanto è bastato per far perdere completamente la bussola a Fabio: i bacchettoni saranno rimasti delusi visto che ha saputo comunque restare tranquillo (va ricordato che negli Slam deve stare particolarmente attento, visto che la squalifica rimediata all’ultimo Us Open – e sospesa con la condizionale – può scattare da un momento all’altro), ma di fatto è completamente uscito dalla partita. “Ho perso proprio un bel set”, ha scherzato a fine terzo, mentre il fisioterapista tamponava una ferita alle nocche della mano destra, frutto di un pugno dato al piatto corde della sua racchetta, ma nonostante un po’ di ovvia amarezza sembrava rilassato e fiducioso di poter mettere una pezza alla situazione, comunque figlia di un solo break subito. Invece, il suo quarto set è stato da film degli orrori: in un baleno si è trovato sotto per 4-0, sbagliando di tutto e di più, e quando ha deciso di fare un ultimo tentativo per rientrare in partita era ormai troppo tardi. Ha mancato tre chance di fila per recuperare uno dei due break e ha detto addio a un risultato alla portata, tradito da sé stesso in un match che si poteva vincere. Fabio ha chiuso addirittura con un saldo fra vincenti e gratuiti migliore rispetto all’avversario, ma anche con un 1 su 14 nelle palle-break che resta il simbolo della sua sconfitta.
WIMBLEDON UOMINI – Terzo turno
Jiri Vesely (CZE) b. Fabio Fognini (ITA) 7-6 3-6 6-3 6-2
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