Indispettito per un warning ricevuto nel secondo set, Novak Djokovic perde la bussola per una mezz'ora e permette a Kei Nishikori di pareggiare i conti, ma poi cambia passo e torna a conquistare la semifinale in un torneo del Grande Slam. Gli mancava dallo Us Open del 2016. Non sarà favorito né con Nadal né con Del Potro, ma può (già) vincere con entrambi.Per uno che in carriera di tornei del Grande Slam ne ha vinti dodici, una semifinale dovrebbe essere un risultato quasi di routine, un punto di partenza per provare a mettere in bacheca un altro dei trofei più prestigiosi del mondo della racchetta. Invece, per Novak Djokovic la semifinale agguantata a Wimbledon ha un sapore diverso da tante altre: non solo perché è la prima ai Championships dal 2015, quando vinse il terzo titolo all’All England Club, ma soprattutto perché è la prima in uno Slam dello Us Open del 2016. Il suo calvario era di fatto già iniziato, ed è proseguito per almeno un altro anno e mezzo, ma finalmente pare alle spalle. O almeno così dicono i risultati e il tennis che l’ex numero 1 del mondo ha saputo ritrovare da qualche tempo a questa parte, andato in crescendo partita dopo partita. È migliorato il livello degli avversari ed è migliorato anche il suo, fino a un convincente successo per 6-3 3-6 6-2 6-2 contro Kei Nishikori, macchiato da un secondo set perso di rabbia ma ugualmente brillante per il modo in cui “Nole” ha ripreso in mano la situazione, trasformando il nervosismo in energia. A fargli perdere la pazienza è stato un warning – a suo dire eccessivo – ricevuto dal giudice di sedia Carlos Ramos, per una racchetta scivolata sulla sacra erba del Centre Court. Sui prati gli arbitri vengono invitati – dal regolamento – a essere ancora più severi, perché c’è il rischio che un lancio di racchetta possa rovinare il fondo del campo, così Ramos non ha chiuso un occhio e Novak se l’è presa. “Capisco che a volte gli arbitri debbano prendere delle decisioni con le quali non siamo d’accordo – ha detto in conferenza stampa – ma è sempre una questione di punti di vista. Gli ho solo chiesto come fosse possibile che meritassi un warning, dato che è come se la mia racchetta avesse appena toccato il manto”. È bastato a fargli perdere la concentrazione e la precisione nei colpi, Nishikori ne ha approfittato e si è preso il set, ma nell’economia del match è cambiato poco.
“DAVVERO FELICE DI COME STO GIOCANDO”
La partita è svoltata definitivamente a metà del terzo set: Nishikori ha avuto tre palle-break consecutive per salire 3-2 e servizio, ma le ha mancate tutte e il primo allungo è stato di Djokovic, che una volta salito 4-2 è scappato via definitivamente, dominando l’ultima parte dell’incontro fino al diritto vincente che dopo 2 ore e 35 minuti gli ha dato la semifinale, e fatto esplodere di gioia il suo angolo. Hanno reagito quasi come se avesse vinto il torneo, il che la dice lunga sul valore anche morale del traguardo raggiunto. “Raggiungere la semifinale quest’anno – ha spiegato il campione di Belgrado – ha un sapore diverso rispetto al passato, perché vanno considerate le difficoltà che ho incontrato negli ultimi 15 mesi, in cui i miei risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Tuttavia, sto comunque cercando di utilizzare l’esperienza e le tante memorie positive raccolte nei tornei del Grande Slam per restare tranquillo e pensare giorno dopo giorno”. Per poter dire che Djokovic è tornato sul serio bisognerà aspettare di vederlo ottenere risultati di questo tipo con la continuità di un tempo, ma è evidente che il suo tennis abbia ritrovato un livello che per mesi è stato un miraggio. “Se devo comparare il tennis di oggi con quello degli ultimi anni, penso che siano abbastanza vicini. È sempre difficile fare paragoni, e non è una cosa che mi piace. Nella vita qualsiasi cosa evolve, oggi sono una persona e un giocatore migliore. Sono felice del tennis che sto giocando oggi, sul serio, e credo che dopo il genere di performance che ho avuto mi sia meritato la semifinale. Ma non voglio fermarmi qui: spero di avere la possibilità di lottare per il titolo”. Per arrivare almeno in finale dovrà battere uno fra Nadal e Del Potro: ora come ora non è favorito né col primo né col secondo, ma – per quanto sia banale dirlo – può batterli entrambi. Indipendentemente dall’avversario, sarà un match importante per capire quali sono le sue reali possibilità di tornare il Djokovic a cui il mondo del tennis era abituato.

WIMBLEDON – Quarti di finale uomini
Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (JPN) 6-3 3-6 6-2 6-2