Fino a qualche anno fa era routine. Oggi, invece, l'episodio numero 52 della saga Nadal-Djokovic è un match molto atteso. Rafa vuole alimentare la sua leggenda e puntellare la classifica, mentre Nole vuole riprendersi la gloria smarrita due anni fa. Impossibile avventurarsi in pronostici: rinunciano anche i bookmakers.

Fino a qualche tempo fa, gli appassionati non vedevano con troppo favore le sfide tra Rafael Nadal e Novak Djokovic. Noiose, ripetitive, in certi casi sfinenti. Più di uno spettatore non aveva gradito le quasi 6 ore che i due hanno impiegato per ultimare la finale dell'Australian Open 2012. Oggi è cambiato tutto. Con Kevin Anderson e John Isner dall'altra parte, la sfida numero 52 tra lo spagnolo e il serbo è vista come una finale anticipata. Il tempo ha permesso di apprezzare, e mettere sotto una luce diversa, la loro rivalità. Tra l'altro, non si sono affrontati per parecchio, salvo poi ritrovarsi un paio di mesi fa al Foro Italico. Quella di oggi sarà la terza sfida negli ultimi 26 mesi, ma avrà un sapore speciale. Per Nadal è un match fondamentale anche in chiave classifica: con l'eliminazione di Roger Federer, è già certo di aumentare il divario, ma arrivare in fondo metterebbe una seria ipoteca sulla leadership stagionale. Da parte sua, Djokovic vuole riprendersi la gloria che ha smarrito da un paio d'anni. “Sfidare Nole è una grande cosa – ha detto Nadal – abbiamo sempre giocato partite importanti, in grandi tornei. Sarà un'altra grande partita contro uno degli avversari più complicati. Sta giocando bene”. Proprio così: disastroso fino a Roma (si era presentato al Foro Italico con un bilancio stagionale di 6 vittorie e 6 sconfitte), Djokovic ha ripreso il ritmo e oggi è vicino al livello che gli aveva permesso di guidare la classifica ATP per ben 223 settimane. Più di Nadal. “Ma non penso al fatto di essere favorito o sfavorito – dice il serbo – sto cercando di costruire il momento. Ovviamente, sono molto lieto di come sto giocando sull'erba”.

QUELL'ETERNA DIAGONALE
Dopo il cemento all'aperto, è la sua superficie preferita. Ha vinto tre volte a SW19 e quella di oggi sarà l'ottava semifinale sui prati londinesi, la 32esima in assoluto in uno Slam. Quando metterà piede sul Centre Court supererà Jimmy Connors, piazzandosi alle spalle di Roger Federer. Per fare un passo in più, in una partita indecifrabile anche per gli allibratori, dovrà battere un giocatore che ha vinto 35 partite su 37 in stagione, ed è reduce dal grande successo contro Juan Martin Del Potro. “Affrontare Djokovic è sempre un bel test. Sai in anticipo che non potrai vincere se non giochi molto bene – ha detto Nadal – il mio primo obiettivo, dunque, sarà giocare al massimo. So bene che in semifinale a Wimbledon non si trovano avversari semplici. Per fare grandi cose, bisogna affrontare i migliori”. Come è noto, Djokovic-Nadal è la sfida con più episodi nell'Era Open. In questo momento, il serbo è avanti 26-25, avendo coronato una lunga rincorsa. Basti pensare che ha vinto 11 degli ultimi 14 scontri diretti. Rafa, tuttavia, si è preso gli ultimi due. Come spesso è accaduto, il match dovrebbe snodarsi sulla diagonale che accoglie il dritto mancino di Nadal e il rovescio bimane di Djokovic. Prima che Federer trovasse le adeguate contromisure, il serbo era l'unico in grado di non subire quando si giocava da quella parte. Grazie al suo straordinario timing, ha spesso assorbito la rotazione di Nadal e spesso ha preso in mano lo scambio con il rovescio lungolinea.

EQUILIBRIO ASSOLUTO
Riuscisse a portare avanti questo disegno tattico, potrebbe creare grandi difficoltà contro un Nadal inevitabilmente stanco. Se è vero che ha giocato quasi 5 ore contro Del Potro, è altrettanto vero che pochissimi altri giocatori hanno le sue capacità di recupero. Da parte sua, Djokovic vuole capire a che punto si trova il suo gioco rispetto a quando dominava il tennis e – soltanto un paio d'anni fa – era il detentore di tutte le quattro prove del Grande Slam. “Credo di essere molto vicino, anche se non è semplice copiare qualcosa di vecchio. Non mi piace: preferisco ricreare qualcosa. Come in ogni cosa nella vita, ci stiamo evolvendo. Oggi sono una persona e un giocatore diverso rispetto a qualche anno fa. Però mi piace il tennis che sto esprimendo: in virtù del livello che sto mostrando, credo di aver meritato le semifinali. Ma non voglio fermarmi qui. Spero di avere la possibilità di lottare per il trofeo”. Se inseriamo anche Roger Federer, i Big Three detengono le tre rivalità più dense degli ultimi 50 anni. Come detto, la semifinale di Wimbledon sarà la sfida n.52 tra Djokovic e Nadal. Il serbo è poi avanti 23-22 contro Roger Federer, mentre Nadal guida 23-15 contro un Federer in rimonta (forse un po' tardiva per colmare il gap). Ci sono poi stati 36 episodi nelle rivalità Connors-Lendl (23-13), McEnroe-Lendl (15-21) e Djokovic-Murray (25-11). Se invece ci limitiamo agli Slam, per ora guidano Djokovic-Federer con 15 sfide (9-6 per il serbo), mentre Djokovic-Nadal sono un gradino sotto: quella di oggi sarà la 14esima, con un bilancio abbastanza netto a favore di Nadal: 9-4, che però tiene conto dei primi anni di carriera e del fortino del Roland Garros. Sull'erba di Wimbledon è un po' diverso, ma resta difficile avventurarsi in un pronostico. Visto il rendimento espresso nelle ultime settimane e la ritrovata fame di vittorie, e le enormi fatiche di Nadal, forse si può azzardare un successo di Djokovic. Ma alziamo le braccia: non ci metteremmo più di 50 centesimi. Non lo consigliano neanche le agenzie di scommesse. Buona partita.