La sentenza di Google Maps è impietosa: 687 miglia di distanza da Wimbledon, oltre 14 ore di strada (compreso un tratto da percorrere in traghetto). Lo hanno chiamato Bunabhainneadar e si trova nell'Isola di Harris, la più importante dell'arcipelago delle Ebridi Esterne. Sempre Regno Unito, ma al nord della Scozia. È il campo da tennis più “remoto” al mondo. Qualcuno, scherzando, ha detto ha John Isner e Kevin Anderson avrebbero dovuto giocarcì la loro eterna semifinale di Wimbledon. Dietro a questo campo, che si presta a scatti di una bellezza travolgente, c'è una bella storia. Costruito nel 1998, quest'anno compie 20 anni. Fu realizzato grazie alla raccolta fondi di un residente locale e serve una popolazione di circa 2.000 persone, i residenti abituali di un'isola con una densita abitativa ridottissima. Se l'intera popolazione di questa fetta di Regno Unito si recasse sul Centre Court di Wimbledon, occuperebbe poco più del 10% della capienza. A quanto pare, tuttavia, la costruzione del campo era necessaria: prima che fosse costruito, pare che i bambini del posto imparassero a giocare a tennis utilizzando una vecchia rete da pesca. Ogni volta che passava un furgone, dovevano smontarla e poi rimontarla. Nessuno avrebbe mai pensato di costruire un campo laggiù. In un luogo incontaminato. Quando Mike Briggs, ex maestro di tennis, ha telefonato a una ditta di produttori di campi da tennis, gli hanno riso in faccia. Forse pensavano a uno scherzo. Dai e dai, ha trovato qualcuno che fosse interessato alla sfida. Si tratta di uno studio di Edimburgo, denominato “Charles Lawrence”.
VISITATORI DA TUTTO IL MONDO
Per costruire il campo hanno dovuto estrarre 2.000 tonnellate di roccia da The Clisham, la montagna più alta dell'isola. Costo dell'operazione? Tutto sommato accettabile: 62.000 sterline. Col tempo, il passaparola e la cassa di risonanza della rete, il campo di Bunabhainneadar è diventato uno dei più famosi al mondo. Lo gestisce sempre Briggs, è in erba sintetica ed è aperto ogni giorno dalle 7 alle 22. Volendo, si possono affittare racchette e palline e prendere qualche lezione. “Se vedete le foto, viene sempre ripreso un campo vuoto perché trasmette un vivo senso di mistero – racconta – in realtà la gente del posto gioca regolarmente anche durante l'inverno, mentre d'estate ci sono anche i visitatori”. Come se non bastasse, viene utilizzato anche per lezioni di fitness, sia individuali che di gruppo. Secondo Briggs, l'attività dura tutto l'anno. “Non viene usato soltanto per una settimana: non male, considerando la popolazione dell'Isola di Harris”. La popolarità ha portato a qualche visita prestigiosa: in passato ci hanno giocato Tim Henman e Judy Murray, oltre a qualche signorotto del posto. “E ci sono persone che sono venute da molto lontano pur di giocare. Ricordo chi è partito dall'Italia, chi addirittura dall'Argentina”. A parte il fascino di recarsi in un luogo così strano per giocare a tennis, il fascino di Bunabhainneadar è l'ambientazione: dal campo, la visuale è spettacolare. A sud c'è la baia di West Loch Tarbert, con alle spalle le colline di South Harris. A Nord, le colline di North Harris: tra queste, The Clisham, laddove sono state estratte le rocce per la costruzione. Per ogni fanatico, un posto da visitare almeno una volta nella vita. “Non abbiamo mai detto che è il campo più remoto al mondo – dice Briggs – però riteniamo che sia il più remoto del Regno Uniti. Probabilmente lo è, visto che nessuno ha mai proposto una sfida credibile”.