Pur senza brillare in nessuna delle tre partite giocate, Fabio Fognini si è guadagnato la finale a Bastad, lottando e mettendoci la giusta attenzione nei momenti importanti. Nel complesso è un buon segnale: quando il suo tennis funzionerà a dovere potrà fare ancora meglio. Domenica andrà a caccia del settimo titolo ATP, contro Gasquet.“Alla fine è stata una lotteria”. Fabio Fognini ha riassunto così la semifinale con Fernando Verdasco allo Swedish Open di Bastad, iniziata col piede giusto ma poi diventata un’autentica lotta da 2 ore e 17 minuti, con più nervi che tennis, più errori che spettacolo. Tuttavia, ciò che conta è che i numeri migliori per vincere la lotteria li aveva in mano il trentunenne di Arma di Taggia, che spuntandola per 6-1 4-6 7-5 si è guadagnato il diritto di giocare la sua sedicesima finale in carriera nel circuito ATP. Un numero importante, che ribadisce una volta di più la portata di una carriera troppo spesso sottovalutata nel nome dei “se”, ma che quando terminerà sarà molto difficile da replicare per qualsiasi connazionale arriverà dopo di lui. Il bilancio delle finali dice sei titoli e nove sconfitte, con più di un rimpianto almeno nella metà, ma con Fognini ogni giorno è una storia nuova e l’importante è che sul tavolo ci sia un nuovo titolo da provare ad arraffare, in un torneo che in passato ha già portato fortuna a quattro italiani: Zugarelli, Barazzutti, Canè e per ultimo Gaudenzi, nel 2001. Diciassette anni dopo tocca a Fabio, che in caso di successo contro Richard Gasquet si porterebbe a soli dieci punti dal best ranking del 2014, quando sembrava seriamente che nella top-10 potesse esserci posto anche per lui. I risultati recenti di Isner e Djokovic l’hanno resa di nuovo un traguardo fuori portata, anche perché la prossima settimana Fabio avrà da difendere il titolo del 2017 a Gstaad, ma già riconquistare quella famosa tredicesima posizione avrebbe un gran significato. In più, permetterebbe di porsi di nuovo obiettivi importanti, con un tennis un po’ più maturo che ora funziona allo stesso modo su tutte le superfici, dal veloce indoor alla terra umida della Svezia. Tra secondo turno e semifinale gli ha creato più di un problema, ma non a sufficienza per negargli l’approdo in finale.VINCE SENZA BRILLARE: BUON SEGNO
Traguardo a parte, la buona notizia è che il Fognini di questa settimana vince pur essendo lontano dal suo miglior tennis, tanto che in tutti i tre incontri vinti ha sofferto molto più del dovuto, ma quando la vittoria arriva ha comunque ragione lui. Quindi pazienza se ha resuscitato un avversario che gli ha regalato il primo set in 26 minuti, restituendo il favore nel secondo e poi complicandosi terribilmente la vita nel terzo. L’impressione è che bastasse davvero un passettino in più per portare a casa la partita, contro un Verdasco che si accendeva e spegneva a ripetizione, ma Fabio non è riuscito a fare la differenza quando doveva e si è lasciato riacciuffare due volte, prima da 2-0 a 2-2 e poi da 4-2 a 4-4. Tuttavia, l’importante è che abbia cancellato ogni difficoltà nel dodicesimo e ultimo game, andando a vincere la partita nel momento più difficile, quando finalmente Verdasco aveva trovato il suo tennis, iniziando a spingere con più coraggio. Fabio ha deciso che doveva evitare il tie-break e così ha fatto, nel game più lungo della partita. Ha cancellato in tutto tre palle del 6-6 (su due gli ha dato una bella mano Verdasco, sbagliando col diritto), e non ha fatto una piega quando sul primo match-point lo spagnolo ha servito un ace al centro, il quinto dell’incontro. Con uno splendido rovescio in difesa se n’è guadagnato un secondo, ha risposto bene e poi ha forzato il madrileno all’errore, riuscendo per la prima volta a batterlo sulla terra, dopo tre sconfitte in altrettante sfide. “È stato un match duro – ha detto Fabio –, perché ho iniziato bene e poi dopo aver perso il primo game del secondo set, da 40-0 sul mio servizio, lui ha iniziato a giocare con più fiducia. Battere Fernando è davvero difficile, perché è un grande campione”. Parole di circostanza, utili giusto per accontentare l’intervistatrice, ma poco importa. Grazie a Dio l’azzurro ha più fantasia in campo che al microfono.
ATP 250 BASTAD – Semifinali
Fabio Fognini (ITA) b. Fernando Verdasco (ESP) 6-1 4-6 7-5
Richard Gasquet (FRA) b. Henri Laaksonen (SUI) 6-2 6-3
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