Quando Federer e Wawrinka diranno basta, chi prenderà in mano il tennis svizzero? A parte Henri Laaksonen, sta emergendo Marc Andrea Huesler, 22enne di Zurigo che a Gstaad ha vinto il suo primo match ATP. Alto 196 cm, viene da un ottimo periodo e oggi sfiderà Facundo Bagnis… in diretta sulla TV di stato.

Renè Stammbach, presidente di Swiss Tennis, è un tipo simpatico, multilingue, bravo a sfruttare l'incredibile fortuna di avere Roger Federer. Come se non bastasse, ha potuto godersi un altro campionissimo come Stan Wawrinka. Il successo in Coppa Davis nel 2014 è stata l'ovvia – e giusta – ricompensa per chi non ha mai preteso di averli sempre a disposizione. Detto che la Svizzera ha vissuto un'epoca d'oro da scatenare l'invidia di qualsiasi altro paese (con circa 8 milioni di abitanti, è il 94esimo paese più popoloso al mondo…), il difficile arriverà dopo il ritiro dei big. Michael Lammer ha detto addio, Marco Chiudinelli pure, il prossimo numero 1 sarà un giocatore che non è nemmeno svizzero purosangue, Henri Laaksonen. E allora non vorremmo essere nei panni di chi dovrà tirare fuori un nuovo campione dal Centro Tecnico di Biel, e nemmeno del prossimo miglior tennista svizzero. Un nome c'è, anche se molti non lo conoscono ancora: forse per questo, gli organizzatori del torneo ATP di Gstaad hanno collocato alle 17.20 (unico match con diretta TV) l'impegno di Marc Andrea Huesler, 22 anni, numero 402 ATP. Il ragazzo ha fatto parlare di sé battendo Nicolas Almagro, ma viene da un buon momento di forma: un mese fa ha vinto il secondo titolo in carriera (il Futures americano di Tulsa, in Oklahoma). Un paio di settimane dopo, mentre gli occhi del mondo erano su Wimbledon, coglieva il miglior risultato in carriera: i quarti al Challenger di Winnipeg, partendo dalle qualificazioni. Il successo contro Almagro (vincitore a Gstaad nel 2010, ha ripreso a giocare da un mese ed è lontano parente del giocatore che fu) non è stato così inatteso, ma in Svizzera ha avuto una certa risonanza. “Dozzine di reazioni, di richieste: non ci sono abituato” ha detto il ragazzo di Zurigo. La prima cosa che salta all'occhio, guardandolo, è l'altezza. Con i suoi 196 centimetri non è un John Isner europeo, ma supera di gran lunga Federer e Wawrinka. A volte può essere un problema, soprattutto nei viaggi. “Specialmente in aereo. Cerco sempre di trovare un posto libero nei pressi dell'uscita di emergenza. All'inizio era un problema, poi mi sono abituato”.

GLI ALLENAMENTI CON FEDERER
Nonostante l'inglese non sia tra le lingue ufficiali del paese, i genitori (entrambi svizzeri) lo hanno fatto crescere bilingue. “Mia mamma ha vissuto a lungo negli Stati Uniti: da qui la scelta, fatta per me e mia sorella. Parlava in inglese con noi, in tedesco con nostro padre”. Nonostante la Svizzera sia un paese piccolo, non esiste soltanto il Centro Tecnico di Biel: Huesler lo conosce, ogni tanto ci si allena, ma fa base a Zurigo, presso il TC Lengg, sotto la guida di Roman Valent, uno dei tanti fenomeni junior che non hanno sfondato. Nel 2001 vinse Wimbledon junior, poi non è mai andato oltre il numero 300 ATP. Un anno, quasi per scherzo, si presentò al Challenger di Bergamo e raggiunse i quarti, partendo dalle qualificazioni. Molti capirono perché aveva vinto Wimbledon da ragazzino, lui spiegò che gli anni successivi furono costellati di infortuni. Come diversi colleghi, Huesler ha avuto l'onore di essere ammesso alla corte di Roger Federer, a Dubai. Lo scorso aprile, mentre gli altri big sgomitavano sulla terra battuta, King Roger ha scelto lui e l'altro giovane svizzero Jakub Paul (19 anni, n.786 ATP) come sparring partner. “È stato molto bello, oltre che impressionante vedere come si allena Federer – continua Huesler, oggi impegnato contro Facundo Bagnis – da un lato vedi che puoi giocare, dall'altro che manca ancora molto per salire in alto”. Huesler e Federer si erano già conosciuti lo scorso anno, quando si allenarono insieme in vista del torneo di Basilea. Si sa ancora poco di lui, ma è probabile che ben presto si troverà qualche informazione nella sua “bio” sul sito ATP, ancora vuota. Lui si fa soprannominare “Mac” per due motivi: sua sorella si chiama Michaela, dunque c'è l'accoppiata Mic & Mac. “E poi, una volta, un allenatore disse che era perfetto per la mia altezza, che ho dimensioni da “Big Mac”. Insomma, McEnroe non c'entra. Il suo motto di vita è : “Sei quello che fai, non quello che dici”. Per adesso, piano piano, sta mettendo insieme qualcosa di interessante. “Spero di fare bella figura contro Bagnis: la terra rossa rapida è perfetta per me”. A 22 anni, Federer e Wawrinka avevano fatto (molto) più di lui, ma bisogna sapersi accontentare. Non può essere sempre Natale, per il tennis svizzero.