Il Masters 1000 di Cincinnati ha rilanciato il talento di David Goffin, uno dei più piccoli top-10 degli ultimi anni. Un paio di sfortunati incidenti non gli hanno impedito di diventare un top-player. Stanotte sfida il suo idolo d'infanzia e prosegue nella costruzione di un giocatore che, nei prossimi 6-7 anni, sogna di essere competitivo per vincere uno Slam.

Sono trascorsi sei anni da quando un ragazzino belga strappava un set a Roger Federer negli ottavi del Roland Garros. Il colpo di fortuna che trasforma in “lucky loser” alcuni sconfitti nelle qualificazioni era toccato a David Goffin, bravo a sfruttarlo fino a infilarsi nella seconda settimana. Era davvero emozionato, nell'affrontare il suo idolo d'infanzia. Nella sua cameretta di adolescente – non è leggenda – troneggiava un poster di Federer. Da allora, i due si sono affrontati altre sei volte, sempre con vittoria dello svizzero tranne l'ultima (ATP Finals 2017, semifinale). Ci sarà un altro episodio nella semifinale del Masters 1000 di Cincinnati (stanotte all'1, Sky Sport Uno). Sarà l'ennesima sfida di David a un mondo di “Golia” in cui si è inserito alla perfezione. Osservi David Goffin ed è un proliferare di assist per fare retorica. In un mondo di omaccioni, la sua normalità da un metro e ottanta, per meno di settanta chili, è una viva anomalia. Ma la sua velocità è un'arma sempre più importante, unita a una completezza tecnica notevole. Non fosse per qualche episodio sfortunato (l'incidente contro un telone antipioggia del Roland Garros e la pallata in un occhio al torneo di Rotterdam), sarebbe uno stabile frequentatore dei top-10. Con i suoi 68 kg di peso, non può sopraffare gli avversari con la potenza. Tuttavia, ha migliorato notevolmente il servizio. Nei quarti di Cincinnati, contro Juan Martin Del Potro, ha incassato un solo break. “Si tratta di un colpo molto importante nel tennis moderno, quindi ci ho dovuto lavorare parecchio. Nell'inverno 2016, in particolare, ho migliorato velocità e precisione della seconda palla. Ho notato che piccoli aggiustamenti hanno portato grandi miglioramenti”.

UNO DEI PIÙ INTELLIGENTI DEL TOUR
Il suo coach, Thierry Van Cleemput, ha meriti importanti. Non gli piaceva la spinta sul piede sinistro: adesso è tutto ok. Ex professore di educazione fisica, ha iniziato 25 anni fa con Olivier Rochus e segue Goffin sin dal 2004. Insieme, hanno raggiunto obiettivi impensabili. Il suo credo è chiaro: “Un giocatore deve comprendere il gioco, essere preparato tatticamente e in grado di giocare più di 4-5 colpi. Significa che deve sviluppare la condizione fisica, la coordinazione e le qualità tattiche. Insomma, bisogna andare oltre un servizio potente, ma comprendere perché si vince e perché si perde. Con David è stato facile, sa dove mettere la palla e trovare una soluzione per vincere il punto. Lavorare con lui è semplice”. La pensano anche i suoi avversari: secondo Grigor Dimitrov, è uno dei giocatori più intelligenti del tour. “Cerca sempre un modo per vincere, mi piace. Ha anche un comportamento molto positivo in campo. Anche quando le cose non vanno bene”. Il belga ritiene che sia importante il posizionamento sul campo: non deve arretrare troppo, altrimenti si apre l'angolo alla sua destra, laddove è costretto a giocare il suo colpo meno sicuro, il dritto. “Devo muovermi bene per colpire la palla in anticipo, correre ed essere veloce – dice il diretto interessato – se sono a posto fisicamente e mentalmente, posso fare ottime cose”. Per dare concretezza alle sue convinzioni, ha avuto bisogno dei risultati. Piano piano, li ha ottenuti. Una serie di step hanno accresciuto la sua autostima.

SOGNO SLAM? "FORSE, UN GIORNO…"
“Quando ho battuto Gilles Simon per la prima volta, a inizio carriera, ricordo che per me fu qualcosa di speciale perché sapevo che si tratta di un grande giocatore, con uno stile di gioco simile al mio. Quando ho superato prima Nadal e poi Federer al Masters 2017, è stato un altro passo mentale. Quando perdi, devi cambiare qualcosa. Nel girone avevo perso 6-0 6-2 contro Dimitrov, ma non è stato facile affrontarlo di nuovo. Ho perso, però ho giocato un grande match”. Per il 2018, Goffin aveva grandi obiettivi, magari infilarsi tra i primi 5. Per questo, l'incidente di Rotterdam è stato duro da digerire. Van Cleemput ha approfittato dello stop forzato per far lavorare il suo allievo sotto il profilo atletico. Ne aveva bisogno, visto che l'impegno nella finale di Coppa Davis aveva accorciato il suo periodo di offseason. Ha giocato i primi tornei sulla terra con una speciale lente a contatto e si è sottoposto a esercizi quotidiani per rafforzare la vista. Goffin aveva grandi aspettative per il Roland Garros, ma è incappato nella favola di Marco Cecchinato. Ancora una volta, le pressioni lo hanno beffato. Lo scorso anno, dopo la finale al Masters, la TV belga aveva trasmesso uno speciale su di lui, ipotizzando un suo successo all'Australian Open. “È stato un disastro per David: in fondo aveva giocato bene per una settimana, non per sei mesi. Forse un giorno raggiungerà il livello per vincere uno Slam: di sicuro stiamo lavorando per ottenere il massimo”. Per trovarlo con continuità, dovrà iniziare a vincere più spesso partite come quella di stanotte. Partite che implicano difficoltà non solo tecniche, ma anche mentali. Se anche dovesse andare male, il biondo David non perderà il suo equilibrio e la sua stabilità fuori dal campo. È fidanzato da sette anni con Stephanie Tuccitto e insieme a loro c'è spesso Narro, il loro labrador (che vive a Liegi, a casa dei genitori di lei). 28 anni da compiere a dicembre, Goffin sente di avere ancora 6-7 anni di tennis davanti a sé. Un lasso di tempo in cui possono succedere tante cose. David proverà a far succedere qualcosa già stasera.