Scivolata al numero 8 WTA, Karolina Pliskova ha deciso di chiedere una mano per lo Us Open a Conchita Martinez, preziosissima nei due trionfi Slam di Garbine Muguruza. Dopo New York, tuttavia, la ceca riprenderà a lavorare con Rennae Stubbs, assunta dopo l'addio a Krupa. "Avevo bisogno di una figura in grado di trasmettermi positività".In un solo anno il mondo di Karolina Pliskova sembra completamente cambiato. Perché si è sposata, ma anche – o soprattutto – perché le certezze relative alla sua carriera non sono più le stesse, tanto da far venire qualche dubbio sul suo reale valore. Lo testimonia lo Us Open: dodici mesi fa la 25enne ceca si presentò a Flushing Meadows da numero uno del mondo e con grandi chance di titolo, anche in virtù della finale dell’anno predente. Stavolta, invece, lo fa da numero 8 della classifica, dopo una stagione piuttosto anonima, tanto che nell’elenco delle favorite i bookmakers le piazzano davanti ben otto colleghe. Nelle ultime settimane ha fatto più rumore l’uscita dalle top-10 di Garbine Muguruza, ma non è che lei se la stia passando tanto meglio. La sua ultima semifinale risale a Madrid, quattro mesi fa, e nei tre tornei sul cemento prima di New York ha vinto appena un paio di partite, così per provare a dare una scossa al suo 2018 ha deciso di cambiare guida. Ha dato il benservito a coach Tomas Krupa, assumendo a tempo pieno l’ex doppista Rennae Stubbs (con la quale aveva già collaborato in passato), ed è delle scorse ore la notizia che allo Us Open sarà seguita da Conchita Martinez, contattata appositamente per il torneo. A dare la notizia è stata quest’ultima, fra le artefici dei due titoli Slam di Garbine Muguruza, ma senza incarichi nel Tour da marzo, dopo che il tentativo di collaborazione a tempo pieno con la connazionale era durato solo un mesetto. Conchita è stata contattata dal team della Pliskova la scorsa settimana, mentre era in California, e ha accettato volentieri. È arrivata a New York nel pomeriggio di giovedì, e oggi si allenerà per la prima volta con Karolina, con l’obiettivo di aiutarla a ritrovare quei risultati che mancano da tempo.LE RAGIONI DELL'ADDIO A KRUPA
Attraverso il proprio blog, Conchita – il cui nome è uno degli otto in lizza per l’introduzione nel 2019 nella Hall of Fame – ha spiegato che la collaborazione sarà limitata solamente allo Us Open, e che successivamente la Pliskova tornerà regolarmente a lavorare insieme a Rennae Stubbs, promossa a coach a tempo pieno dopo l’addio a Krupa. Una scelta che di recente l’ex numero uno WTA ha spiegato nel dettaglio, motivandola con il desiderio di trovare una figura in grado di trasmetterle maggiore positività. “Sentivo di aver bisogno di un cambiamento – ha raccontato –, in modo da trovare una persona dall’approccio più positivo. Non dico che Tomas non fosse un buon allenatore, ma di carattere è come me: tendo spesso a guardare le cose da un punto di vista negativo, e sono molto dura con me stessa”. Non è detto che l’approccio di Krupa sia sbagliato: semplicemente, deve soddisfare la richiesta di chi si trova di fronte. Karolina ha capito di aver bisogno di un punto di riferimento diverso, così ha cambiato. “A volte – ha continuato – è importante riuscire a capire come un giocatore si sente. Rennae ha vissuto certe situazioni, ed è anche una donna. Può capitare che talvolta le nostre sensazioni siano diverse rispetto a quelle degli uomini”. La ceca e la Stubbs avevano già lavorato insieme nel 2017 in occasione delle WTA Finals di Singapore, e l’australiana aveva fatto un’ottima impressione alla Pliskova. “Avevo apprezzato davvero i giorni con lei, perché mi capisce, sa come mi sento e via dicendo. Ho bisogno di divertirmi e sentirmi bene, indipendentemente dai risultati”. Leggendo fra le righe, emerge che cercasse un approccio al tennis un po’ più soft, condizione che evidentemente Krupa non apprezzava. Sarà quella, magari con qualche aiutino da Conchita Martinez, la chiave per tornare fra le favorite anche nei Major?
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