Vincere uno Slam annullando tre matchpoint. È il sogno di qualsiasi giocatore, e poco importa se accade in doppio. Poco prima che Djokovic e Del Potro scendessero in campo per la finale maschile, Ashleigh Barty e Coco Vandeweghe si sono aggiudicate il doppio femminile vincendo una partita un po' folle contro le favorite Babos-Mladenovic. Per l'australiana è stato il primo titolo dopo quattro finali perdute, mentre l'americana ha salvato una stagione fallimentare, in cui è precipitata al numero 47 WTA. Hanno vinto 3-6 7-6 7-6 dopo aver annullato due matchpoint nel secondo set e uno nel tie-break finale. Sotto 6-5, la Barty si è inventata un passante di dritto in controbalzo, “bucando” la difesa a rete della Mladenovic. Un paio di punti dopo, un doppio fallo della francese le faceva impazzire di gioia. “A un certo punto, ho detto ad Ash che non c'era nessun'altra giocatrice con cui avrei voluto condividere questo momento – ha detto la Vandeweghe – a inizio settimana, non lo avrei ritenuto possibile”. L'allusione e alla storta alla caviglia patita a Wimbledon che l'ha bloccata per un paio di mesi. In singolare è rientrata appena in tempo per lo Us Open (in cui ha perso al primo turno contro Kirsten Flipkens). “Ma quando vinci è sempre una spinta eccezionale, a prescindere dalla specialità. Ti senti bene, hai fiducia in te stesso e vai avanti”. Per la Barty, ormai stabile tra le top-20 in singolare, è il coronamento di una carriera difficile, con tante occasioni perdute e uno stop di due anni in cui si era dedicata al cricket. Le due hanno iniziato a giocare insieme quest'anno e si erano già imposte a Miami. C'è da credere che il progetto andrà avanti, anche perché sono in buona posizione per qualificarsi al Masters di doppio, che quest'anno si giocherà per l'ultima volta a Singapore prima di spostarsi a Shenzhen.
PREMIAZIONE IN FRETTA E FURIA
Una domenica indimenticabile, tuttavia, è stata parzialmente rovinata dalla premiazione. Si è svolta in fretta e furia e le vincitrici non hanno avuto la possibilità di parlare. Le due hanno rivelato di essere state quasi “buttate fuori” e private del consueto spazio utilizzato per ringraziare coach e famiglie. “Sono un po' seccata per la premiazione, non abbiamo potuto ringraziare nessuno, credo che sia stata scelta una formula sbagliata – ha detto la Vandeweghe – forse vinceremo un altro Slam, magari in Australia, in cui ci dedicheranno una bella premiazione. Negli Stati Uniti non è andata così”. La Barty ha rivelato il motivo di così tanta fretta: il campo andava sgombrato per lasciare spazio a Djokovic e Del Potro, la cui finale era prevista alle 16 locali. Visto che il doppio è durato parecchio, terminando soltanto alle 15.45, la premiazione è stata ridotta all'osso. La Barty, che ha vinto il premio sportività come atleta più corretta del torneo, ha ammesso che la scena non le è piaciuta. “Ad essere onesti, non credo che sarebbe stato un grosso problema se la finale maschile fosse iniziata con 10-15 minuti di ritardo. Penso che per noi sarebbe stato molto bello ringraziare chi ci ha dato una mano, oltre al pubblico. Ma erano un po' confusi e non ci hanno dato l'opportunità di farlo”. Un pizzico di delusione che svanirà quando daranno un'occhiata al loro conto corrente, in cui troveranno un bonifico di 350.000 dollari a testa. La finale del doppio femminile era programmata alle 13 e si pensava che una finestra di tre ore fosse sufficiente per completare il match e garantire una premiazione standard. Il match è andato per le lunghe e, probabilmente, a quel punto sono entrate in scena le esigenze di ESPN. E lo Us Open, si sa, non può dire no alla TV. Tenendo conto che allo Us Open si gioca il doppio con la formula “classica” (game ai vantaggi e terzo set regolare), forse la cosa migliore era anticipare la finale di 30-60 minuti, evitando qualsiasi rischio di sovrapposizione. Magari ci penseranno per l'anno prossimo.