Secondo titolo del 2018 per Karolina Pliskova, che a Tokyo corona con un successo una settimana piena di difficoltà. Era arrivata in finale vincendo tre incontri in tre set, ma contro Naomi Osaka è stata perfetta, negando alla giapponese il bis dopo New York. Per Karolina è una vittoria importante in chiave Singapore: entra nella top-8 della Race.Una settimana perfetta si conclude con la sconfitta più amara, mentre un torneo ricco di difficoltà termina invece con una finale da incorniciare. Sono le due facce dell’ultima medaglia del Toray Pan Pacific Open di Tokyo: sorride quella di Karolina Pliskova, capace di conquistare l’undicesimo titolo in carriera, mentre mastica amaro Naomi Osaka, che dopo il trionfo allo Us Open puntava a confermarsi immediatamente. In realtà ce l’ha fatta comunque, giocando un gran torneo e dimostrando che almeno sin qui il repentino cambio di dimensione non è stato un problema, ma le è mancata la ciliegina sulla torta, posizionata dal 6-4 6-4 che ha consegnato alla ceca il secondo titolo del 2018. Sorprendente fino a un certo punto se si guarda al tennis delle due, un po’ di più se si considera il modo in cui la 26enne di Louny era arrivata a giocarsi il titolo, vincendo tre battaglie di tre set contro Gavrilova, Riske e Vekic. Eppure, oggi ha cambiato completamente il suo rendimento, sfoderando il match perfetto nel momento ideale e confermando la sua striscia positiva nelle finali, con cinque successi nelle ultime cinque. Curiosamente, nei due di quest’anno, Stoccarda e Tokyo, a seguirla c’era sempre il padre Radek, l’uomo che ha plasmato sia lei sia la sorella Kristyna, prima di farsi da parte. Un dato che dovrebbe farla riflettere, visto che nell’ultimo periodo ha cambiato più di una volta guida tecnica, ma magari la soluzione ideale ce l’ha in casa. Per prendersi il titolo le sono bastati appena 63 minuti e un break per set, sufficienti, su un campo rapido come quello dell’Arena Tachikawa, per fare la differenza, contro una Osaka meno ispirata dei giorni scorsi.
SUCCESSO IMPORTANTE PER SINGAPORE
Il merito della ceca è stato quello di trovare il giusto equilibrio fra rischi ed errori: spesso ha preferito aspettare una palla in più piuttosto che tirare a tutti i costi, mentre la Osaka ha peccato di fretta in qualche occasione in più, finendo per commettere il doppio dei gratuiti. Una differenza che in un match così equilibrato è stata sufficiente a Karolina per strapparle il servizio due volte, sul 2-2 del primo set e sul 4-4 del secondo, e conservare il vantaggio con un servizio (il suo) che invece ha funzionato a meraviglia. In tutto il match la Osaka in risposta non è mai arrivata nemmeno a 40, raccogliendo una dozzina di punti in tutto, appena tre nel secondo set. Troppo pochi per ambire al successo, il secondo della Pliskova sul veloce al coperto, in un’arena molto più piccola dell’Ariake Coliseum (in ristrutturazione in ottica Tokyo 2020) ma comunque capace di soddisfare le giocatrici. “Questo stadio è stupendo – ha detto la vincitrice – e questa settimana mi sono divertita tanto. Sono venuta a giocare in Giappone in tutte le ultime stagioni, e spero di tornare anche il prossimo anno”. Nel frattempo, grazie al successo la ceca ha fatto un bel passo avanti verso un altro viaggio in Asia, per l’ultima edizione delle WTA Finals ospitata a Singapore, prima del passaggio a Shenzhen. All’inizio della settimana Karolina era numero nove della Race, fuori di un posto dalla qualificazione virtuale, mentre grazie al successo in Giappone si è portata nella top-8, superando l’altra vincitrice del giorno Kiki Bertens, campionessa a Seoul. Decisiva la differenza di categoria fra i due tornei: il Premier giapponese metteva in palio 190 punti in più, decisivi nel sorpasso. Ma con sette giocatrici raccolte in un migliaio di punti la vera corsa al Masters è appena iniziata.

WTA TOYKO – Finale
Karolina Pliskova (CZE) b. Naomi Osaka (JPN) 6-4 6-4