L'Italia non sarebbe tra i paesi candidati per ottenere una wild card per la nuova edizione della Coppa Davis. Viene difficile chiamare così il rimasuglio che sarà sorteggiato oggi, alle 16 italiane, ma tant'è. Secondo le ultime indiscrezioni, a giocarsi l'invito per le finali (e dunque saltare il turno di qualificazione, previsto i prossimi 1-2 febbraio) saranno Argentina, Gran Bretagna, Serbia e Germania. Difficile pensare che vengano premiati i tedeschi, viste le prese di posizione sia dei dirigenti che del loro numero 1, Alexander Zverev, che non giocherà la Davis l'anno prossimo. Le due wild card saranno annunciate prima del sorteggio, in modo da conoscere in anticipo le due squadre che accompagneranno Francia, Croazia, Stati Uniti e Spagna nella maxi-esibizione che dovrebbe giocarsi a Madrid dal 18 al 24 novembre 2019. Vien da pensare ai dirigenti belgi, che all'assemblea di Orlando avevano votato sì alla riforma con la speranza di ottenere una wild card che, in questo momento, sembra andare altrove. Tra poche ore sapremo. Salvo imprevisti, dunque, l'Italia scenderà in campo subito dopo l'Australian Open, nel weekend dell'1-2 febbraio, con un format che è già un mezzo insulto alla tradizione. Si giocherà venerdì e sabato, con partite al meglio dei tre set. La curiosità è che la seconda giornata (a differenza di quanto accade in Fed Cup) sarà inaugurata dal doppio e poi seguita dagli eventuali singolari. Niente a che vedere con la tradizione e quello a cui siamo stati abituati in 118 anni di storia. A rendere ancora più surreale il sorteggio di questo turno di qualificazione, il fatto che potremmo anche non conoscere con esattezza il nostro avversario. Motivo? Un paio di sfide si devono ancora svolgere. Si tratta di Portogallo-Sudafrica e Slovacchia-Bielorussa, in programma nella seconda metà di ottobre. Il Sudafrica è talmente indietro nella classifica che, anche in caso di successo, probabilmente non avrebbe accesso ai play-off (a meno che non si liberino un paio di posti grazie alle wild card).
ITALIA, È PIÙ PROBABILE UNA TRASFERTA
È inutile intrufolarsi in calcoli troppo complicati viste le due pesanti variabili (le wild card più gli incontri ancora da giocare). Se l'Italia non dovesse effettuare un miracolo diplomatico e ottenere l'invito, sarà tra le teste di serie e il timore principale è che molti match si giocherebbero in trasferta: tra le 14 opzioni in questo momento fattibili, otto si giocherebbero lontano dall'Italia: Australia, Brasile, Cile, India, Svizzera, Portogallo, Slovacchia e Bielorussia. Sarebbe necessario il sorteggio contro Colombia, Uzbekistan e Bosnia, mentre avremo la certezza di giocare in casa soltanto contro Ungheria, Olanda e Russia. Troppe variabili, troppi fattori da tenere in considerazione per effettuare una scala di priorità e/o preferenze. La verità è che il sorteggio di Londra, con la sua confusione, sarà il primo atto concreto della distruzione della Davis. Ma questo, ormai, si sapeva. Semmai è interessante riflettere sul format del turno di qualificazione: la collocazione subito dopo l'Australian Open può essere complicata per molti, mentre lascia perplessi la compressione in due giorni dell'intero weekend. Non fosse per la presenza del capitano a bordocampo e dei loghi distintivi della Davis, sarà come assistere a match qualsiasi. E la scelta delle wild card, a parte il grottesco paletto regolamentare (per accedervi, bisogna essere tra le prime 50 del ranking di Coppa Davis: tutte le nazioni coinvolte possiedono il requisito)), darà all'evento quel maleodorante sapore di esibizione di cui non c'era bisogno. Ma ormai il dato è tratto, diceva Giulio Cesare. Ed erano faccende ben più serie. Il Rubicone del tennis è stato attraversato il 16 agosto.