80 milioni per la Coppa Davis, a sua volta così ripartiti:
20 milioni di montepremi.
16 milioni per costi di marketing e allestimento delle strutture.
44 milioni di canone ITF, il che – secondo Haggerty – porterà a un aumento di 25 milioni della somma che la Federazione Internazionale potrà distribuire ogni anno ai paesi membri e destinare ai progetti di sviluppo.
SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E TOP PLAYERS
45 milioni saranno invece destinati agli eventi extra e ai progetti che ITF e Kosmos vogliono mettere in scena nelle settimane lasciate libere dalla Davis. Alcune idee sono già trapelate: da una parte la Majesty Cup, torneo individuale che metterebbe l'intero montepremi nelle mani del vincitore, dall'altra una competizione mista che avrebbe un format simile a quello della Hopman Cup, il cui futuro è decisamente incerto. Ci si domanda se Kosmos sia in grado di sostenere un investimento simile. Haggerty è ottimista: “Ci siamo rivolti e Deloitte come terza parte, esterna, per esaminare i numeri e il piano aziendale. Per questo, abbiamo avuto la giusta tranquillità al momento di prendere la decisione. Si tratta di una quantità di denaro significativa e siamo entusiasti, ma sappiamo che ci sono le premesse per consentire a Kosmos di guadagnare a sua volta parecchi soldi”. L'obiettivo è che la nuova Coppa Davis riesca a ottenere sponsorizzazioni importanti e venda a cifre importanti i diritti televisivi. Tale operazione, nella mente degli organizzatori, dovrebbe essere facilitata dal fatto che sede di gioco e squadre partecipanti saranno note con parecchio anticipo. Uno degli aspetti più delicati per la riuscita della manifestazione è la partecipazione dei big. D'altra parte, il (presunto) mancato coinvolgimento dei migliori è quello che ha spinto verso la riforma. C'è già la certezza che mancheranno Grigor Dimitrov e Stefanos Tsitsipas, poiché le loro nazionali non sono ammesse ai play-off di febbraio. Dovrebbe essere certa l'assenza di Alexander Zverev e Lucas Pouille, se i due giocatori dovessero tenere fede ai loro propositi. Difficilmente ci sarà anche il Sudafrica di Kevin Anderson. I prossimi 1-2 febbraio ci sarà il turno di qualificazione con in campo la Svizzera di Roger Federer (e Stan Wawrinka) e la Serbia di Novak Djokovic. Gli svizzeri sfideranno la Russia, mentre la Serbia ospita l'Uzbekistan.
QUELLA PROPOSTA ALL'ATP
Dovessero qualificarsi, i big ci saranno? Federer ha già fatto sapere che la Coppa Davis non dovrebbe diventare la “Piqué Cup”, anche se le sue parole non sono necessariamente disinteressate (c'è di mezzo il suo coinvolgimento nella Laver Cup). Quanto a Djokovic, è davvero troppo presto per intuirne le intenzioni. A Shanghai, tuttavia, entrambi hanno manifestato forti perplessità. La Coppa Davis potrebbe non essere l'unica competizione a squadre. L'ATP ha annunciato la creazione un evento simile, a 24 squadre, da giocarsi in Australia nelle prime due settimane dell'anno a partire dal 2020. La World Team Cup è in collaborazione con Tennis Australia, federazione che aveva votato contro alle proposte di modifica della Davis. Il contratto è già firmato e sembra che non preveda clausole di uscita. Ci sarebbe dunque la possibilità di avere due manifestazioni simili a distanza di 6 settimane, scenario che lo stesso Chris Kermode (presidente ATP) aveva definito “folle”. Da qualche settimana si stanno tenendo discussioni e trattative tra ATP e ITF per arrivare a una sorta di compromesso. “Per me non è difficile – ha detto Haggerty – la mia storia aziendale mi ha sempre portato a cercare di collaborare. Trovo positivo il fatto che ci siano delle discussioni: non so quale sarà il risultato finale, ma penso che sarebbe meglio per il tennis se le due sigle abbiano la capacità di lavorare insieme”. Per adesso, Haggerty prova a immaginare una fumata bianca. “Il calendario è pieno: se dovessimo spostarci prenderemmo lo spazio già occupato da qualcuno, per questo è importante sederci e trovare una soluzione”. Secondo alcune fonti, ITF e Kosmos hanno formulato una proposta di 5 milioni di dollari all'ATP per un evento cogestito. Tale idea è stata respinta, ritenuta inadeguata soprattutto perché l'ITF puntava ad avere i punti ATP per la nuova Davis. Sullo sfondo c'è la Fed Cup, che nel 2019 proseguirà con la vecchia formula. Haggerty ha giurato che non è un ripiego e che la riforma arriverà anche per le donne, magari già a partire dal 2020. “Non credo che la Fed Cup sia un ripiego, dovevamo soltanto pensare a una cosa alla volta. La Fed Cup è molto, molto importante. Il tennis è un grande sport per quanto riguarda l'uguaglianza di genere. Vogliamo fare il meglio, arriverà un anno dopo ma sarà un grande risultato”.