Salvo forfait dell'ultim'ora, Fabio Fognini non giocherà le ATP Finals. I punti di distacco dal numero 8 sono troppi ed è inutile alimentare illusioni fasulle e per questo stupide. Tuttavia, Il ligure ha ancora parecchio da chiedere al 2018. Fino a qualche tempo fa, il numero-tabù per il tennis italiano era il 18, posizione mai superata da ben tre giocatori: Omar Camporese, Andrea Gaudenzi e Andreas Seppi (con Renzo Furlan appena un gradino sotto). Adesso è il 13, il best ranking di Fognini, artigliato per la prima volta nel 2014 e ritrovato quest'anno. In alcune culture, il tredici porta sfortuna. In effetti, Fabio non è ancora riuscito a fare il passo in più che gli consentirebbe di raggiungere Paolo Bertolucci sul podio dell'Italtennis nell'Era Open. Ma ci sono le premesse per farcela e magari salire ancora più in alto, con un miraggio che potrebbe essere la ciliegina sulla torta: un piazzamento tra i top-10. Se ne parla da mesi, un po' a ragione e un po' a vanvera, ma è legittimo farlo. Vuoi perché Fognini staziona da tempo da quelle parti, vuoi perché attendiamo una gioia simile da 40 anni (l'ultima volta risale al 31 dicembre 1978, con Corrado Barazzutti in decima posizione. Tra l'altro, proprio Barazzutti è con Fognini a Pechino). In questo momento è undicesimo nell'ATP Race, la classifica che tiene conto dei soli risultati ottenuti nel 2018 e che diventerà “ufficiale” tra qualche settimana. Qualsiasi ragionamento, dunque, deve partire da qui. Se è vero che alle spalle ci sono giocatori che premono (Goffin, Tsitsipas, Raonic e Dimitrov sono molto pericolosi), una mentalità vincente impone di guardare in alto.
CALENDARIO FITTO
E allora Fognini deve puntare a Kei Nishikori, attuale numero 10 che gli sta davanti di 520 punti. Riuscirà, l'azzurro, a raccogliere 500 punti in più del giapponese nelle ultime settimane? Difficile, ma non utopico. Fabio è impegnato al China Open di Pechino, mentre Nishikori deve ancora esordire a Tokyo, laddove è molto atteso dal pubblico. La prossima settimana, i due si ritroveranno a Shanghai per l'ottavo Masters 1000 stagionale. Dopodiché, il circuito si sposterà in Europa per le ultime tre settimane di tornei. Fognini ha previsto un tour de force: da San Pietroburgo in poi, ha programmato sette tornei consecutivi. Oltre a San Pietroburgo, Chengdu e Pechino, dovremmo vederlo a Shanghai, Stoccolma, Vienna e Parigi Bercy. Detto che a Stoccolma dovrà andare molto avanti per arricchire il suo bottino (già “saturo” di vittorie negli ATP 250), le ultime due settimane saranno decisive e potrebbe esserci un testa a testa con il giapponese, che peraltro ha scelto una programmazione simile: dopo Shanghai si fermerà per una settimana, salvo poi giocare Vienna e Parigi Bercy. Intanto “Fogna” ha vinto un buon match all'esordio a Pechino, superando il moldavo Radu Albot col punteggio di 1-6 6-3 6-3. Reduce da Chengdu, ha impiegato un set per prendere le misure alle nuove condizioni di gioco. Sotto 6-1 2-0 contro un avversario volenteroso ma limitato, ha avuto la bravura di restare attaccato al match. Dallo 0-2 al 5-2 nel secondo set ha dato spettacolo, mostrando sprazzi di un Fognini deluxe. Più complicato il terzo, con un Albot grintoso e con le idee chiare. Il moldavo ha giocato a viso aperto e si è spesso presentato a rete.
BENE ANCHE BERRETTINI
Fognini è stato più bravo nei punti importanti. Sul 3-3 ha dovuto cancellare due palle break, entrambe polverizzate con il servizio. Tenuto il game, è stato bravo a brekkare nell'ottavo gioco (alla quarta palla break) e a rimontare da 15-40 quando ha servito per il match. Ha vinto tutti i punti importanti e non era così scontato. Come vi abbiamo detto la scorsa settimana, gli ATP 500 e (ancora di più) i Masters 1000 sono i tornei che possono fare la differenza. Per questo Fognini ha fatto bene ad approcciare nel modo giusto un torneo che poteva essere di “scarico” dopo la finale a Chengdu, con annessa delusione. Per un posto nei quarti se la vedrà con Andrey Rublev (vincitore in due set su Joao Sousa). Il russo può essere molto ostico, ma se Fabio vuole davvero i top-10 deve prendersi, almeno, la possibilità di giocarsi una volata contro Kei Nishikori. Sarebbe già un buon traguardo. Con Cecchinato negli ottavi, l'Italia ha portato un terzo giocatore al secondo turno: si tratta di Matteo Berrettini. Bravo a superare le qualificazioni, ha lasciato appena cinque giochi a Leonardo Mayer e adesso avrà un test interessante contro Kyle Edmund. Per Matteo, l'obiettivo immediato è meno ambizioso ma altrettanto significativo: chiudere l'anno tra i top-50 ATP. La "Race" lo vede al numero 45.
CHINA OPEN – Primo Turno
Fabio Fognini (ITA) b. Radu Albot (MDA) 1-6 6-3 6-3
Matteo Berrettini (ITA) b. Leonardo Mayer (ARG) 6-3 6-2