Undici mesi fa, Grigor Dimitrov vinceva il Masters: oggi si trova lontanissimo dalle posizioni che contano, respinto in tutti i tornei più importanti. Va fuori anche a Pechino, battuto da Dusan Lajovic. La stagione sembra ormai compromessa: nel 2019 avrà voglia e umiltà necessarie per ripartire da zero?

È dai piccoli particolari che si giudica un giocatore. La scorsa settimana, Grigor Dimitrov sorrideva allegro e spensierato coi suoi compagni di giochi alla Laver Cup. Allegro e spensierato come chi non ha nulla da preoccuparsi per il futuro e può dormire sonni tranquilli. Certo, la sicurezza economica non è certo un problema per il talento bulgaro. Ma, per chi ha un minimo di ambizione e sacro fuoco dentro di sè, la moneta sonante è relativa, molto relativa. Grigor Dimitrov terminava il 2017 vincendo le ATP Finals. Un Masters molto particolare, visto il percorso che l’ha visto sconfiggere Sock in semifinale e Goffin nell’atto conclusivo. Ma pur sempre 1500 punti messi in cascina. Sembrava essere l’ennesimo punto di partenza, la svolta nella carriera dell’eterno predestinato. Per il Federer minore. Per il talento che doveva competere coi più grandi per mietere Slam su Slam e che, a 27 anni, può vantare giusto un paio di semifinali. Certo, c’è l’esempio di Stan Wawrinka dietro l’angolo a dimostrare che si può cominciare a vincere quel che più conta anche in età più adulta. Sembrava essere e poi ecco il 2018. Un anno cui risultati disastrosi si sono susseguiti inesorabilmente. Culminati nelle due uscite al primo turno negli ultimi due Slam, per mano (proprio) di Stan Wawrinka.

IL MASTERS È LONTANISSIMO
Lo svizzero è precipitato negli abissi della classifica ATP a causa degli infortuni, ma è motivato a riemergere e dimostrare di esserci ancora. La motivazione che sembra essere una nemesi per il giocatore bulgaro. Dopo la penosa debacle agli Us Open, Grigor non si è curato di riprogrammare il resto della stagione, con l’obiettivo di procurarsi o almeno tentare di procurarsi un biglietto per il Masters, di cui è detentore. Ritornato in campo giusto per un’esibizione che di punti non ne metteva in palio mezzo (Thiem nella stessa settimana giocava e vinceva a San Pietroburgo), rieccolo a Pechino. E rieccolo a farsi estromettere anzitempo da Dusan Lajovic in tre set. La partita ha davvero molto poco da raccontare. Un set, il secondo, vinto dal bulgaro nella mezz’ora giocata ad un livello accettabile. E il resto della partita a collezionare gratuiti e a servire peggio. Nove doppi falli, cui ultimo nel finale di terzo set. La ciliegina, amara, sulla torta che ha permesso a Lajovic di servire e chiudere il match. Lajovic che ha alla fine meritatamente portato a casa il risultato ma ha fatto di tutto, per tentare di far rimanere in vita Grigor. La qualificazione per Londra ora dista 1700 punti per Dimitrov. Ma la sensazione è che la testa del giocatore sia già al 2019. L’ennesimo punto di partenza.