È la domanda, legittima, che possiamo farci dopo aver ammirato Daniil Medvedev al torneo di Tokyo. Il russo intasca il terzo titolo in stagione dopo aver battuto ottimi giocatori come Raonic, Shapovalov e Nishikori in finale. Il giapponese han raccolto le briciole: da domani, Medvedev sarà n.22 ATP.

Praticamente perfetto. Al limite dell’ingiocabilità. Danil Medvedev ha messo le mani sul Rakuten Japan Open Tennis Championships, intascando il terzo successo in stagione, il primo in un ATP 500. Kei Nishikori, idolo di casa e già vincitore di questo torneo per due volte, non ha potuto fare praticamente nulla. È stato messo in un angolo dall’inizio alla fine. L’imperturbabilità nipponica ha lasciato il posto allo sconforto e la rassegnazione, evidente nell’espressione di Kei, col passare dei minuti e dei game. Daniil, che con questa vittoria si assesterà in ventiduesima posizione mondiale, corona una settimana di altissimo livello. Pare quasi paradossale che sia dovuto partire dalle qualificazioni visto il livello espresso nell’arco della settimana, anche superiore alla top venti, peraltro ormai raggiunta. La finale è praticamente durata un paio di game, quelli d’apertura. Mai inizio fu più illusorio e fuorviante, per saggiare il leitmotiv di un match. Daniil comincia l’incontro al servizio e deve fronteggiare subito una palla break. Subito dopo, Nishikori chiude il suo turno tenendolo a zero. Plaude il pubblico. Il preludio ad un trionfo nipponico? Nulla di tutto questo. Il russo si scuote di dosso l’emozione e comincia a macinare gioco e punti, con il piglio e l’autorità di un campione scafato.

IMPLACABILE AL SERVIZIO
Dal secondo turno di battuta in poi, Daniil concede la miseria di due punti due al giapponese, chiudendo sei game a zero e due a quindici. Numeri impressionanti, così come è impressionante il computo dei gratuiti. Solo sette, concentrati per lo più nel game d’apertura. Nishikori non può praticamente nulla. Inerme e impossibilitato a cavare anche solo l’ipotesi di un ragno dal buco, diventa via via sempre più falloso. Metterà assieme ventisette gratuiti, sino alla fine dell’incontro. Culminati con i quattro nel game conclusivo, sul 4-5, proprio al momento di servire per rimanere nel match. Ma nel match, il giapponese, non ci è mai rimasto. Due break concessi nel primo parziale, nel quarto game (ceduto a zero) e nell’ottavo. Con l’amara ciliegina di un doppio fallo sul set point. E un secondo set tenuto faticosamente in equilibrio, fino all’inevitabile epilogo. Urla, Daniil, un urlo liberatorio prima della stretta di mano all’avversario. Ma è l’unica concessione alle proprie emozioni. Arrivano i titoli di coda, i premi, gli applausi, le dichiarazioni di sorta. Medvedev ringrazia tutti, dalla moglie agli sponsor. Promette di tornare a Tokyo nei prossimi anni. Un copione recitato come ne avesse già elargiti a centinaia. Ma c’è da scommettere che Daniil, di successi come questi e anche più importanti, ne metterà in bacheca molti. Con questa convinzione e determinazione, sarà difficile per chiunque affrontarlo.

ATP 500 TOKYO – Finale
Daniil Medvedev (RUS) b. Kei Nishikori (GIA) 6-2 6-4