Il salto di qualità sta arrivando. Senza fare troppo rumore, Dominic Thiem sta migliorando su alcuni settori chiave del suo gioco, nel tentativo di ridurre ulteriormente il distacco dai migliori. L'austriaco è già il numero 2 sulla terra battuta, ma il circuito si snoda soprattutto altrove. E i risultati sui campi veloci lasciavano a desiderare: degli 11 titoli in carriera, soltanto tre sono arrivati lontano dalla terra: Acapulco e Stoccarda nel 2016, San Pietroburgo un paio di settimane fa. Quest'ultimo successo racconta molto sul progetto che l'austriaco ha messo in atto con coach Gunther Bresnik, senza sottovalutare il supporto di Galo Blanco e del fisioterapista-guru Alex Stober (gli ultimi due lo stanno accompagnando a Shanghai). Parlando con il portale tedesco “Spox”, Bresnik ha fatto il punto della situazione. A suo dire, Thiem è in grandi condizioni di forma: “Intanto arriva a fine stagione più fresco rispetto agli anni passati. Adesso gioca meglio a tennis. Due settimane prima dello Us Open è stato male, ha avuto solo dieci giorni per prepararsi ma poi ha giocato bene”. L'allusione è al buon torneo a New York, in cui ha battuto il finalista in carica Kevin Anderson ed è arrivato a un passo dal battere Rafael Nadal. Sullo slancio, ha guidato l'Austria a un bel successo in Coppa Davis e si è aggiudicato il titolo a San Pietroburgo. A differenza dell'anno scorso, non ha giocato la Laver Cup. Uno dei segreti del nuovo Thiem è una programmazione intelligente: in passato giocava quasi ogni settimana, mentre adesso ha imparato a dire “no”.
L'IMPORTANZA DELLA RISPOSTA
Nel 2016 ha giocato 82 partite, lo scorso anno 76. Oggi si presenta a Shanghai con 63 match sulle gambe: dovesse giocare bene negli ultimi tornei dell'anno, potrebbe fare anche di più. Ma quest'anno ha una percentuale vittorie-sconfitte molto migliore (48-15). “Ci siamo allenati molto nei colpi di inizio gioco, servizio e risposta – dice Bresnik – si è visto contro Anderson e Nadal. Ma anche a San Pietroburgo mi è piaciuto nei match contro Struff e Medvedev. La risposta deve funzionare soprattutto con giocatori di questo tipo. Per questo, sono soddisfatto”. Bresnik ha una sua teoria: a suo dire, nel circuito professionistico si vedono pochi errori di natura tattica. Gli sbagli sono spesso frutto di errori tecnici. “In una percentuale tra il 70 e il 90%. Sul campo, Dominic sa sempre quello che deve fare”. A suo dire, uno dei colpi più importanti del tennis è la risposta al servizio. “Le classifiche mondiali si potrebbero basare sul numero di risposte messe in campo. Più ne metti, più sei forte. Se riesci a rispondere al 60-70% delle prime di servizio puoi costruire lo scambio. Thiem gioca benissimo, ma non ha mai risposto bene. Adesso la qualità della sua risposta è aumentata drasticamente, inoltre va meglio anche col servizio: lo varia di più. I colpi di inizio gioco erano il suo punto debole, adesso non più”. Numero 7 ATP, l'austriaco è in piena corsa per qualificarsi alle ATP Finals (sarebbe il terzo anno consecutivo). Secondo Bresnik la chiave di volta della crescita sarà giocare meglio nei Masters 1000.
ROTTA VERSO LONDRA
A ben vedere, l'unico in cui è stato davvero competitivo è stato Madrid. Per il resto, troppe brutte sconfitte. “Deve giocare 15-20 partite all'anno contro i più forti, nei tornei più importanti”. Per questo, Shanghai rappresenta una grande occasione. Ha avuto un po' di febbre prima di partire, ma Bresnik non è preoccupato. “In questo periodo dell'anno non è così importante effettuare allenamenti intensivi”. Giunto in anticipo in Cina, in questi giorni si è allenato con Djokovic, Chung e Querrey. Nella Race to London, in questo momento Thiem è ottavo, con un margine discreto ma non rassicurante sui diretti inseguitori, John Isner e Kei Nishikori. Per questo, ha bisogno di raccogliere punti preziosi tra Shanghai, Vienna e Parigi Bercy. Dall'anno prossimo, poi, proverà a fare un salto di qualità che a 25 anni è legittimo aspettarsi. A giudicare dalle parole di Bresnik, non si sa se giocherà in Coppa Davis, ammesso che l'Austria riesca a qualificarsi per l'evento di Madrid (i prossimi 1-2 febbraio, giocheranno in casa contro il Cile). “La Davis a novembre è assurda – dice Bresnik – mi piacciono gli eventi ben organizzati come la Laver Cup, ma quello che sta facendo l'ITF non ha nulla a che vedere con la Davis. È una grande esibizione. Il punto debole del tennis è che ITF e ATP non sono d'accordo su cosa meglio per lo sport. Ognuno pensa ai suoi interessi: eppure, in teoria, l'ATP non dovrebbe essere un'associazione a scopo di lucro. Non mi piacciono alcune regole: per esempio, perché alcuni giocatori possono saltare i Masters 1000 e altri no?”. A quanto pare, la famosa regola 1.08 non piace a tutti. Per adesso, tuttavia, Thiem deve giocare più tornei di questo tipo, magari mettendo da parte quelli più piccoli. Ne va della sua crescita. A Shanghai esordirà martedì, nella mattinata italiana, contro Matthew Ebden.