Non solo giocatori: la Tennis Integrity Unit ha sanzionato tre giudici di sedia thailandesi. Lavoravano nel circuito Futures e avevano il vizio di scommettere: sfruttavano la loro posizione per manipolare i punteggio sul livescore ufficiale. Se è arrivata a loro, la TIU ha certamente gli strumenti per scovare qualsiasi illecito…

I pericoli del betting nel tennis sono ben noti. Nell'occhio del ciclone finiscono spesso i giocatori, ma esistono altre categorie “sensibili” che possono trarre guadagni illeciti dalla possibilità di scommettere. Tra questi, anche gli arbitri. Pensate a quali benefici può avere un arbitro dedito alle scommesse: non solo la possibilità di effettuare chiamate disoneste, ma anche quella di gestire il tabellone segnapunti (lo strumento su cui si basa l'andamento delle scommesse in tutti gli incontri senza copertura televisiva). E allora non sorprende l'ultimo comunicato della Tennis Integrity Unit. Pizzicati una serie di giocatori di secondo piano, in queste ore hanno annunciato la squalifica a vita per tre giudici di sedia. Si tratta di tre thailandesi, sconosciuti fino a oggi: Anucha Tongplew, Apisit Promchai e Chitchai Srililai. Il processo è stato semplice perché tutti e tre si sono dichiarati colpevoli: gli arbitri in questione hanno scommesso sulle partite di alcuni tornei Futures giocati nel 2017, in cui lavoravano come giudici di sedia. E si sono macchiati di un grave illecito: hanno manipolato i punteggi sul livescore ufficiale, con l'unico scopo di trarre un beneficio personale tramite le scommesse. Per intenderci: l'arbitro aggiorna il punteggio sui sistemi elettronici, e in base a quelli si muovono le quote su cui gli scommettitori possono giocare. Diffondendo risultati fasulli rispetto al reale, gli arbitri potevano effettuare scommesse a quote molto più favorevoli. Qualcosa deve essere andato storto e così la Tennis Integrity Unit ha fatto partire la propria indagine, finita in un'udienza del Tribunale Indipendente presieduto da Charles Hollander QC.

LE SCOMMESSE SUI TORNEI FUTURES
Pochi dubbi sulla sanzione: squalifica a vita con effetto immediato e divieto di recarsi in qualsiasi evento organizzato dagli organi di governo del nostro sport. Sul piano tecnico, i tre arbitri hanno violato tre articoli del Tennis Anti-Corruption Program, il D.1.a, il D.1.b e il D.1.d. In sintesi, quelli che sottolineano il divieto di qualsiasi attività legata al mondo delle scommesse, anche solo facilitarle, per tutte le persone “coperte”, ovvero tutti quelli coinvolti – a vario titolo – nel mondo del tennis. La notizia in sé non finirà sulle prime pagine, ma è un campanello d'allarme sui rischi che si corrono nel consentire il betting anche nei tornei di terza fascia come i Futures. Si tratta di eventi che sembrano fatti apposta per gli illeciti: pochissimi soldi (ufficiali) in palio, scarsi controlli e nessuna visibilità degli incontri, spesso giocati senza spettatori, giudici di linea o raccattapalle. Da più parti, anche dai giocatori, è stata sottolineata la necessità di mettere fine alla possibilità di scommettere almeno sui Futures. Vedremo cosa succederà dal 2019, quando il Transition Tour dovrebbe porre un limite al professionismo di basso livello. E chissà se ci sarà una riduzione della possibilità di scommettere su eventi che – di fatto – non offriranno più punti ATP. L'altra considerazione riguarda il lavoro della TIU: se sono arrivati a scovare tre sconosciuti arbitri thailandesi, è facile ipotizzare che abbiano gli strumenti per individuare illeciti a livelli ben più alti. In assenza totale di notizie su eventuali scandali riguardanti nomi più importanti – e visto che il Pannello Indipendente chiamato a giudicare sulla TIU non ha individuato particolari negligenze nel suo operato – si potrebbe ipotizzare che il tennis, almeno ad alti livelli, sia abbastanza pulito. A meno di voler pensare male a tutti i costi.