A poco più di quattro mesi dalla batosta del Roland Garros, sua ultima sconfitta in un torneo del Grande Slam, Novak Djokovic si vendica di Marco Cecchinato, lasciandogli appena quattro game negli ottavi a Shanghai. Sul cemento è un'altra storia, ma il torneo dell'azzurro resta incoraggiante. I prossimi mesi ci diranno se sarà stato una rondine o un nuovo inizio.Ha dovuto attendere oltre quattro mesi, ma Novak Djokovic si è preso la sua piccola vendetta. Per Marco Cecchinato, la sfida contro il serbo negli ottavi di finale dello Shanghai Rolex Masters non poteva esser certo la prova del nove per saggiare in maniera definitiva la sua competitività sul cemento, e non può essere questa sconfitta, arrivata col punteggio di 6-4 6-0, derubricata quale bocciatura definitiva. Se nei mesi scorsi, l’italiano, aveva dato larga dimostrazione di disagio e assoluta incompatibilità su questa superficie, nel Masters 1000 cinese, messi a fila gli scalpi di Simon e Chung, qualche spiraglio di miglioramento o di trovata attitudine si sono intravisti. Idem nel match contro il redivivo Novak, che dopo la cocente sconfitta contro l’azzurro nei quarti del Roland Garros non ha più conosciuto batoste negli Slam, vincendo prima a Wimbledon e poi allo Us Open. In cuor suo, il 26enne siciliano è consapevole che quello di fronte non è nemmeno un lontano parente del giocatore sconfitto al Roland Garros. Ma non scende in campo da sconfitto. E nel primo set tiene in bilico il risultato portando più volte il serbo a innervosirsi. La racchetta scagliata a terra da Nole alla fine del terzo game, salvato da Cecchinato da 15-40, è il preludio ad altrettante occasioni concesse nel quarto, stavolta dal serbo. La eco di Parigi, per qualche istante, si è udita nell’aria. Ma Novak non si lascia distrarre né intimorire dagli infausti ricordi. Rimedia a rete e con il servizio e da qui la musica della partita comincia suonar diversamente.
IL NONO TOP-20 ITALIANO DELL’ERA OPEN
La tensione sale, Cecchinato comincia a smarrire la prima di servizio, e nel settimo game, la chiave di volta di questa disputa, deve arrendersi ad un Djokovic che stan pian piano ritrovando la risposta. Marco cancella tre palle break, ma deve alzare bandiera bianca sulla quarta. E la sua partita, in pratica, finisce col break del 4-3 Djokovic. Nole chiude il set lasciando per strada un punto nei successivi due turni di battuta, e nel secondo concede solo le briciole all’italiano, infliggendogli un bagel che è punizione sin troppo ingenerosa. Festeggia Nole e continua la sua corsa verso la ritrovata prima posizione nel ranking. E festeggia, comunque, anche Cecchinato, mai così avanti in un Masters 1000 ma soprattutto mai così competitivo sul cemento, superficie che solo qualche mese fa provava a evitare come la peste. Da lunedì, se Roberto Bautista-Agut non dovesse battere Federer e poi arrivare in semifinale, il palermitano sarà numero 19 della classifica ATP. Il nono italiano ad entrare nei primi venti nell’Era Open, in mezzo a tutti i big della storia del tennis nostrano. E se è vero che il valore di questa posizione, al di fuori della terra rossa, è comunque ancora da confermare, perché la differenza di risultati e prestazioni è anche molto ampia, i progressi mostrati a Shanghai lasciano ben sperare. Saranno i prossimi mesi a stabilire se il Masters 1000 cinese è stata solamente la classifica rondine che non fa primavera, o può segnare un nuovo inizio nella carriera dell’azzurro.

MASTERS 1000 SHANGHAI – Ottavi di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Marco Cecchinato (ITA) 6-4 6-0