Comunque vada, sarà un successo. Ovvero, best ranking. Dovesse vincere il torneo WTA di Linz, Camila Giorgi salirà al numero 28 WTA. In caso contrario, si fermerà al numero 29. Giusto riconoscimento a una bella stagione, senza infortuni e con la dovuta continuità. Tuttavia è legittimo domandarsi che carriera avrebbe avuto la Giorgi se fosse nata… vent'anni prima. Quella di Linz (diretta Eurosport alle 14) sarà la sua sesta finale WTA, la quinta indoor. Per adesso vanta un bilancio di una vittoria e quattro sconfitte: curiosamente, l'unica vittoria è arrivata proprio all'aperto ('s-Hertogenbosch 2015), ma il principio non cambia: Camila è forte, fortissima quando ha un tetto sopra la testa. Il sua problema è che il calendario WTA offre pochi tornei al coperto: nel 2018 sono soltanto otto (più Stoccarda, che però si gioca sulla terra battuta). San Pietroburgo, Taipei City, Budapest, Quebec City, Tokyo, Linz, Mosca e Lussemburgo, peraltro spalmati in appena sei settimane. Pochi, per chi adora giocare in queste condizioni. La Giorgi è in grado di esprimere un tennis bum-bum, ma con margini di rischio elevatissimi. L'assenza di fattori ambientali come sole, vento e variabili generali è un aiuto. I risultati lo testimoniano. Se però diamo un'occhiata al calendario del 1998, scopriamo che per Camila ci sarebbero state molte più occasioni per fare punti: Tokyo, Parigi, Hannover, Linz, Oklahoma City, Filderstadt, Zurigo, Mosca, Lussemburgo, Quebec City, Lipsia e Filadelfia. Dodici tornei, spalmati su dieci settimane.
UNA BELLA SEMIFINALE
Sarebbe stata un'altra storia e, probabilmente, un'altra carriera. Ma la geopolitica non tiene conto di queste cose: segue sentieri diversi, spesso legati al denaro. La necessità di fare spazio a mercati emergenti come la Cina, dunque, ha portato a una contrazione dei tornei indoor. E allora la Giorgi ha bisogno di rendere al massimo nelle poche occasioni disponibili. A Linz lo sta facendo alla grande: superata la Gasparyan nei quarti, ha giocato un altro grande match, battendo 6-3 6-4 Alison Van Uytvanck. La belga veniva da sei sconfitte consecutive al primo turno, ma ha ritrovato se stessa proprio in Austria. Ha giocato bene, si è adatta rapidamente ai ritmi forsennati imposti dalla Giorgi, ma si è dovuta arrendere. Semplicemente, perché la Giorgi è più forte. Camila è partita fortissimo (3-0 in pochi minuti), poi il match si è incanalato sui binari dell'equilibrio. La Van Uytvanck ha iniziato a servire meglio e ha concesso poco o nulla per quasi tutto il match. Tuttavia, non ha fatto in tempo a recuperare il break di svantaggio nel primo set (chiuso 6-3 dalla Giorgi), mentre ha avuto qualche chance nel secondo. In particolare, ha avuto un paio di palle break sul 2-2, ma la Giorgi non ha mai tremato. Lo strappo decisivo arrivava sul 4-4, poi l'ultimo game era uno spettacolo: Camila ha avuto bisogno di un game di 24 punti per chiudere la partita, con sei matchpoint sciupati e tre palle break annullate alla belga, che proprio non ne voleva sapere di perdere.
MANIFESTAZIONI EMOTIVE
In diversi matchpoint, la Van Uytvanck ha espresso il suo miglior tennis, scagliando colpi vincenti che in altre situazioni di punteggio non aveva avuto il coraggio di tentare. È stata meno brava sulle palle break, ma ci sono tanti meriti della Giorgi. In particolare, Camila ha ridotto il numero degli errori gratuiti nel dialogo da fondocampo. È frustrante giocare contro di lei, perché la palla torna indietro rapidissima e sta sfumando la sensazione che possa sbagliare da un momento all'altro. Con il rovescio potrebbe giocare a occhi chiusi, mentre il dritto è via via più regolare. Sembra anche più sensibile a quello che le accade intorno: di solito è una sfinge, mentre già con la Gasparyan si era lasciata andare a qualche manifestazione emotiva, compresi un paio di lanci di racchetta. In semifinale si è incitata in più di un'occasione, come se oggi – a quasi 27 anni – senta la necessità di fare un passo in più. Il tennis sarà sempre un lavoro, ma non può essere affrontato come una catena di montaggio: sembra che la Giorgi lo abbia capito e, gettate le basi con un ottimo 2018, c'è da aspettarsi qualcosa di importante per l'anno prossimo. Intanto non sarebbe male vincere a Linz, cancellando la delusione del 2014, quando si arrese a Karolina Pliskova dopo aver avuto un matchpoint. L'azzurra chiuderà la stagione a Lussemburgo, poi sarà tempo di riflettere e capire come migliorare ancora. Purtroppo, nel 2019 ci saranno ancora meno tornei indoor, perché Tokyo tornerà a giocarsi all'aperto.
WTA LINZ – Semifinale
Camila Giorgi (ITA) b. Alison Van Uytvanck (BEL) 6-3 6-4