Termina al secondo turno la corsa di Fabio Fognini a Vienna. L'azzurro gioca bene per metà match, poi cala, si innervosisce e cede a Fucsovics. Un k.o. che non sorprende, al termine della stagione più intensa della sua carriera. Può porsi un ultimo obiettivo: vincere un paio di partite a Bercy per mettere al riparo il best ranking di numero 12, virtualmente suo nella Race.Pensare sul serio che Fabio Fognini avesse chance di entrare fra i magnifici otto delle ATP Finals significava due cose: o alimentare false speranza perdendo la ragione nel segno del patriottismo, o non aver ben chiari i criteri di funzionamento della classifica mondiale. Tuttavia, almeno fino a questo pomeriggio la possibilità aritmetica c’era, col caso di Jack Sock del 2017 (quindicesimo nella Race prima di Bercy, qualificato per Londra grazie al titolo in Francia) a ricordare che tutto – o tanto – è possibile, mentre ora anche la matematica dice che Fognini è fuori dai giochi. Con la sconfitta contro Marton Fucsovics al secondo turno dell’Erste Bank Open di Vienna, il numero uno d’Italia ha ufficialmente detto addio alla possibilità di mettere piede all’O2 Arena da titolare, arrendendosi per 4-6 6-3 6-2 in un match giocato bene fino a metà del secondo set, ma poi scivolato via fra nervosismo e scarse energie. Fabio ha provato ad attingere dal suo enorme bagaglio tecnico, trovando la chiave per girare con un parziale di quattro game consecutivi un primo set iniziato in salita e condotto per 4-2 da Fucsovics, ma il crollo verticale che dal 2-2 del secondo set l’ha visto raccogliere appena tre dei tredici game successivi dice che le energie sono ormai terminate, dopo una stagione lunga e molto intensa. Quando se n’è accorto il ligure si è innervosito, ha anche rivolto qualche parola non bella al giudice di sedia Cedric Mourier (“tu con me hai finito, questo è l’ultimo match”), reo a suo dire di non fare nulla per tranquillizzare degli spettatori un po’ troppo rumorosi, ma il vero problema era il suo serbatoio ormai vuoto. A ogni buona giocata corrispondeva sempre un errore, e la maggiore solidità di un buon Fucsovics ha fatto il resto.IL BEST RANKING È A UN SOFFIO
Per Fognini si tratta di una sconfitta che brucia soprattutto per un motivo: nei quarti di finale di venerdì sarebbe stato favorito contro uno fra Andrey Rublev e Mikhail Kukushkin, quindi con una chance preziosa per aggiungere altri 90 punti al suo bottino stagionale. Tuttavia, era più o meno scritto già dall’inizio del torneo che le energie prima o poi sarebbero finite, e anche più prima che poi. È un peccato, ma è il prezzo da pagare al termine di una stagione che l’ha già visto disputare 25 tornei, più di tutti gli altri top-15 eccetto Dominic Thiem (26), e anche di vincere la bellezza di 46 partite, suo nuovo record personale. Soltanto Alexander Zverev (49), Dominic Thiem (49) e Juan Martin Del Potro (47) sono riusciti a fare meglio, un dato che la dice lunga sulla qualità dell’annata di Fognini. È corretto precisare che quasi metà dei suoi successi sono arrivati a livello di ATP 250 (21), quindi contro avversari spesso e volentieri ben lontani dal suo livello, ma dal punto di vista fisico tutti i match si fanno sentire. Detto questo, al 2018 dell’azzurro restano due obiettivi, che vanno più o meno di pari passo. Il primo è la chance di volare all’O2 Arena in qualità di riserva, traguardo che vale sia per il prestigio sia per il portafoglio, e che Fognini (sempre che Del Potro rinunci: non pare più così scontato) si gioca con Borna Coric, con un occhio a Kyle Edmund che spinge da dietro. Il secondo, invece, è il best ranking di numero 12 del mondo. Secondo la classifica Race è virtualmente suo, ma Edmund e Tsitsipas non sono lontani, e Khachanov e Medvedev stanno giocando alla grande. Ergo, vincere un paio di partite a Bercy potrebbe essere una buona mossa.
ATP 500 VIENNA – Secondo turno
Marton Fucsovics (HUN) b. Fabio Fognini (ITA) 4-6 6-3 6-2
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Grazie Rafa, modello di talento e intelligenza
Un campione unico, buono, intelligente, amato da tutti, fan e avversari, anche il suo più grande foto Ray Giubilo...