A Parigi Karen Khachanov lascia tre game a un acciaccato Zverev, e centra la seconda semifinale negli ultimi quattro Masters 1000. Prima di Wimbledon era numero 40 ATP, mentre ora è virtualmente al tredicesimo posto e fa tremare Fognini. Dovesse battere Thiem in semifinale, negherebbe il best ranking all'azzurro. "Il segreto? Oggi penso di poter vincere ogni torneo".Con un breve messaggio sui social, oggi Fabio Fognini ha tirato le somme della sua stagione, forse la migliore – parole sue – in carriera. È pronto a volare a Londra qualora si aprisse la possibilità di fare la riserva alle ATP Finals, ma la sua annata può considerarsi terminata, anche se il regalino di fine stagione sembra in bilico ogni ora di più. Si tratta del best ranking, al numero 12 della classifica mondiale, che il ligure insegue addirittura da quattro anni e messo, dal suo magico avvio di 2014. Il traguardo, che gli permetterebbe di agguantare il record di Paolo Bertolucci, pareva cosa fatta qualche giorno fa, invece è messo in serio pericolo dal gran torneo di Karen Khachanov, uno dei giocatori più progrediti nella seconda parte dell’anno. Prima di Wimbledon il russo, che lo scorso anno di questi tempi volava a Milano per le Next Gen ATP Finals, era numero 40 del mondo, poi è arrivato in semifinale a Toronto, ha vinto la Kremlin Cup nella sua Mosca e con una nuova semifinale a Bercy si è portato addirittura al numero 13. Fognini ha ancora qualche punto di margine, ma sarà decisiva la semifinale di sabato fra Khachanov e Thiem: se il russo vincesse supererebbe Fognini, obbligandolo a riprovarci nel 2019 e togliendogli anche l’eventuale posto di riserva a Londra (disponibile solo in caso di un forfait, magari quello di Rafael Nadal). Per l’azzurro sarebbe una vera beffa, mentre diventerebbe un bel premio per le 44 vittorie stagionali del russo, allenato da Vedran Martic. L’ultima se l’è presa quest’oggi contro Alexander Zverev, dominato nei quarti a Bercy con un netto 6-1 6-2 in appena 71 minuti di gioco.LA FINALE È POSSIBILE
Va detto che Zverev non era al top della condizione, tanto che sul 4-1 del primo set ha anche questo l’intervento del fisioterapista per un fastidio alla spalla, ma Khachanov ha giocato alla grande, aggiungendo un altro tassello alla maturazione che l’ha appena portato nei primi 15 del mondo, e promette di spingerlo molto più su. “Non mi sarei aspettato un punteggio così facile – ha detto il 22enne moscovita dopo il successo –, ma sono stato molto solido fin dall’inizio, facendo ciò che dovevo fare. La vittoria di ieri (6-4 6-7 7-6 contro Isner, ndr) mi ha dato tanta fiducia, e oggi ho giocato davvero bene. Mi ero preparato bene per il match, e questa è una vittoria importante”. Nella seconda parte di stagione il russo sembra aver gettato le basi per un 2019 ancora più importante, e oggi, con Rublev scivolato indietro a causa di qualche problema fisico e Medvedev altrettanto competitivo ma forse non così continuo, sembra lui il primo dei giovani russi destinato a conquistare la top-10. Una finale, non impossibile visto che contro Thiem sul veloce indoor sarà un match da 50 e 50, gli darebbe una bella spintarella. “È un periodo in cui sto giocando particolarmente bene e mi sento bene, sto facendo tutte le cose giuste. Oggi penso di poter vincere ogni torneo al quale partecipo: è necessario partire con questa mentalità. Poi, più vittorie arrivano, e più la convinzione aumenta. Io ci credo sempre, e ora che sono in semifinale ci credo ancora di più”. A Toronto in semifinale Khachanov aveva pescato il miglior Nadal del post Parigi, che l’aveva obbligato ad accontentarsi. Stavolta ha la possibilità e le certezze per fare un passo in più.
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