La Giorgi gioca un match di alto livello ma cede alla distanza a Karolina Pliskova. Però le sensazioni sono positive, così come i miglioramenti in tanti aspetti del suo gioco. La top 10 non è un'ambizione eccessiva. Non ci sono più azzurri nei due tabelloni principali
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Non era stato difficile pronosticare che quella tra Camila Giorgi e Karolina Pliskova sarebbe stato un gran match, visto che si affrontavano due delle migliori colpitrici del circuito, seppur con caratteristiche atletiche molto diverse: la Pliskova si affida soprattutto ai colpi di inizio gioco (ha il miglior servizio del circuito insieme a Serena) per ovviare a una certa lentezza negli spostamenti, Camila, al contrario, sfrutta proprio la velocità dei piedi per spingere su ogni palla, senza mai arretrare.

Nel primo set, la Giorgi ha pagato un piccolo passaggio a vuoto, una seconda palla ballerina (quattro doppi falli) e l’incapacità, non certo per suo demerito, di infastidire l’avversaria nei suoi turni di battuta. Però, quando è riuscita ad avviare lo scambio, è parsa perfino superiore. E infatti nel secondo set, è bastato limitare i doppi falli e l’inevitabile calo al servizio di Karolina che è costato alla ceca tre break. L’ultimo, decisivo.

Trascinato il match al terzo, si pensava che la maggior freschezza atletica della Giorgi potesse prevalere, anche perché aveva registrato il servizio, usando più spesso il kick in controllo e col rovescio continuava a far tanto male. Un lunghissimo quarto game ha fatto la differenza: la Giorgi ha salvato tre palle break, ma ha ceduto il servizio, senza più riuscire ad avvicinare quello dell’avversaria, diventato sempre più sicuro. Camila ha annullato tre match point, il primo con un autentico miracolo balistico, ma alla quarta occasione, un dritto è volato lungo. A conferma della qualità della partita, i 68 colpi vincenti, 43 della Giorgi. Va però sottolineato il diverso rendimento al servizio: nel computo tra ace e doppi falli, la Pliskova ha fatto registrare un +8, la Giorgi un -5: era prevedibile una certa distanza in questo fondamentale ma, in un match così equilibrato, tredici punti sono tantissimi.

Può sembrare strano vista la differenza in classifica (27 a 7) ma la sensazione è che la Giorgi non abbia sfruttato una buona chance (anche se con la Pliskova aveva perso quattro dei cinque precedenti confronti diretti) per arrivare al quarto turno, dove ad attendere la Pliskova ci sarà Garbine Muguruza. La Giorgi deve comunque essere contenta di questo Australian Open: ha i piedi più reattivi del circuito, die fondamentali sempre più sicuri (soprattutto il rovescio), una transizione verso la rete in continuo miglioramento e una volée niente male. Col servizio può ancora progredire, soprattutto nella sicurezza della seconda palla. Quest’anno Camila è chiamata al definitivo salto di qualità, con una maggior regolarità di rendimento che potrebbe significare perfino un ingresso nella top 10. Perché il suo livello è quello, e probabilmente anche lei ne è sempre più consapevole. Resta il problema di gestire i punti importanti, dove mostra una fretta esagerata, figlia della voglia di liberarsi del momento. Normale avvertire tensione in certi momenti della partita, per affrontarli meglio bisogna aver compiuto un largo tragitto del proprio percorso di maturazione personale, che forse Camila ha cominciato con qualche ritardo.