Marco Cecchinato ha vinto in solo 65 minuti la finale del torneo ATP di Buenos Aires contro uno spento Diego Schwartzman per 6-1 6-2. Il terzo successo in carriera gli vale anche il best ranking al numero 17. Un anno fa era numero 102 e in questo torneo era dovuto passare dalle qualificazioni…Normale amministrazione. Così si è rivelata la terza finale raggiunta e vinta (dopo quelle di Budapest e Umago della scorsa stagione) in carriera da Marco Cecchinato che, vale la pena ricordarlo, dodici mesi fa di questi tempi era numero 102 ATP e in questo torneo era passato dalle qualificazioni e poi aveva perso da Horacio Zeballos. Dominato Diego Schwartzman 6-1 6-2 in 65 minuti, con questo successo Cecchinato ha conquistato anche il suo best ranking al numero 17 ATP, staccando Andrea Gaudenzi e Omar Camporese che non avevano mai superato quota 18.
Va detto che è difficile capire dove sono finiti i meriti di Cecchinato e cominciati i malanni di uno Schwartzman reduce da una grande battaglia in semifinale contro Dominic Thiem (che ha sprecato l’impossibile in quel match) e probabilmente arrivato senza benzina all’atto finale. E forse anche con qualche acciacco, visto che spesso la sua prima di servizio viaggiava sotto l’imbarazzante quota di 140 km/h. Comunque sia, Cecchinato è apparso in ottime condizioni fisiche, in piena fiducia e capace di variazioni meravigliose, a partire da quella palla corta che ormai è il suo marchio di fabbrica. Anche uno Schwartzman al 100% difficilmente l’avrebbe spuntata, anche se forse avrebbe regalato qualche emozione in più.
Nel primo set, Schwartzman ha strappato un solo game, il secondo, peraltro salvando tre palle break. E anche nel secondo, Cecchinato ha subito preso un break di vantaggio e ha chiuso con relativa comodità, anche se l’argentino ha provato a stare a ruota, cercando di coinvolgere il pubblico amico. La differenza però, è apparsa troppo evidente. Dopotutto, il tennis su terra rossa è molto fisico e arrivare in fondo a un torneo senza aver sprecato troppe energie è un merito spesso decisivo.
Si tratta del 63esimo successo azzurro, il numero 48 su terra rossa, in una classifica comandata da Adriano Panatta con 10 vittorie, quindi Fabio Fognini con 8, Paolo Bertolucci con 5 e, con tre tornei vinti, proprio Marco Cecchinato, in compagnia di Paolo Canè, Andrea Gaudenzi e Andreas Seppi
La Gira Sudamericana, che lo stesso Cecchinato ha indicato come uno dei momenti più importanti della sua stagione, è tutt’altro che terminata. Da domani scatta il Rio Open, probabilmente l’ATP 500 più abbordabile, dato un campo di partecipazione non esattamente eccezionale per un torneo di questa categoria. A testimonianza di tutto ciò, la media di classifica delle otto teste di serie: a Rio è di 29.3, questa settimana a Rotterdam (altro ATP 500 vinto da uno straordinario Gael Monfils, al termine di un bellissimo match contro Stan Wawrinka) è stata di 15.7. Per dire, anche il torneo ATP 250 di Marsiglia (che si disputerà sempre questa settimana) vanta una media ranking migliore: 24.5. In Brasile, i giocatori sono sostanzialmente gli stessi di Buenos Aires, con Cecchinato che affronterà al primo turno lo sloveno Aljaz Bedene e potrebbe arrivare abbastanza facilmente fino alla semifinale (la wild card locale Thiago Monteiro o Pedro Sousa al secondo turno, probabilmente Nicolas Jarry o Roberto Carballes Baena nei quarti), dove ci dovrebbe essere Dominic Thiem, mentre Fabio Fognini è il favorito della parte bassa, anche se fin qui ha deluso in questa trasferta sudamericana (affascinante il primo turno contro il classe 2000 canadese, Felix Auger-Aliassime). In ogni caso, un’ottima opportunità per entrambi per raggranellare punti importanti.
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