Le sconfitte di Alcaraz, Sinner e Shelton dimostrano che la vecchia guardia gioca ancora meglio e la spunta chi sa offrire qualcosa di diverso, come Medvedev. Le colpe del ‘pensiero unico’ e i successi dei ‘vecchi’ non sono un bene per il tennis
A New York vedremo una finale tra vecchietti: purtroppo una conferma, l’ennesima, che a tennis si giocava molto meglio prima. Intendiamoci, ci sono giovani forti e promettenti, ma non hanno ancora il livello dei migliori giocatori di 10 anni fa. Lo stesso Alcaraz ha parecchio da imparare ed e giusto così, perché è giovanissimo, ha un grande coach e soprattutto sa di doverlo fare; così come Sinner che sa di dovere aggiungere armi al suo arsenale. Rune anche ha tutte le possibilità di fare bene e si è tolto il fardello Mouratoglou, grande persona ma a mio avviso non un coach dello stesso livello.
Zverev potrebbe fare bene ed è reduce da un brutto infortunio, quindi ci vuole pazienza, io penso a quel parziale di 9 a 1 contro Nadal in finale a Roma, interrotto dalla pioggia: raramente ho visto giocare così. Rublev e Kachanov sembrano aver mostrato i loro limiti, Aliassime è in crisi, Korda pure; Tiafoe potrebbe giocare meglio ma uno che tira le pallate a Federer in doppio nel giorno del suo addio è, come dice Panatta, un minus sapiens, e il cervello conta nella vita.
Purtroppo oggi si insegna solo a tirare forte. Moltissimi giocatori hanno grandi limiti tecnici, gli allenamenti sono solo specifici, prima vedevo tutti correre mezz’ora o quaranta minuti a buon ritmo che ti apre il cervello. Nessuno inizia più palleggiando piano, a non sbagliare, per 20 minuti; ora fanno 2 minuti di pittino che non serve a niente, e tirano solo grandi botte in allenamento. Poi incontri Medvedev, e Sinner e un po’ anche Alcaraz e via dicendo non sanno che pesci prendere, perché Daniil gioca diverso.
Oggi uno fa un piccolo exploit, ed ecco che subito diventa il nuovo fenomeno. Guardate Shelton qui a New York: per carità gioca bene, ma è un ottimo giocatore non un fenomeno, c’è una grande differenza.
Fognini e’ stato un ottimo giocatore e ha vinto Monte Carlo; Nadal e’ un fenomeno: capite la differenza?
Oggi si vuole tutto è subito, contano i tornei under 10 quando un essere umano dà il meglio di se tra i 27/32 anni. Insegnano a giocare in un solo modo : è vero, ci sarà sempre un numero 1, ma non un dominatore, e se ci sarà farà qualcosa di diverso dagli altri, potete scommetterci Ma il pensiero unico purtroppo aleggia nel mondo in ogni campo, appiattendo tutto, e il tennis non fa eccezione.
Fra le donne sta già succedendo e i tornei sono sempre meno interessanti: rientra Wozniacki e già è tra le prime 16; la Bondarenko, giocatrice buona ma normale, va in semifinale a Tokyo in un Challenger ….Quando all’Orange Bowl rivedrò Chris Evert, le consiglierò di rientrare.