Il tennista canadese Denis Shapovalov ha mostrato ciò di cui è capace in un finale di 2019 da favola, impreziosito dal titolo a Stoccarda e dalla finale al Masters 1000 di Parigi-Bercy. La chiave del successo per il nativo di Tel Aviv è stata l’inizio del rapporto professionale con Mikhail Youzhny
Gli inizi
Il talento cristallino di Denis Shapovalov, ieri uno dei protagonisti della prima giornata dell’Atp Cup con il successo su Stefanos Tsitsipas, è apparso evidente sin dai primi veri risultati junior, impreziositi dal titolo Wimbledon del 2016, ottenuto dopo aver superato in finale un altro predestinato come Alex De Minaur. L’atleta canadese si è presentato con il turbo nel circuito pro, mediante alcune prestazioni straripanti nel Masters 1000 casalingo di Toronto, la Rogers Cup, nel corso della quale ha eliminato tennisti del calibro di Juan Martin Del Potro e Rafael Nadal, fermandosi soltanto in semifinale davanti ad un Alexander Zverev in giornata di grazia. Il biglietto da visita di Shapovalov era dei migliori: un rovescio esplosivo, un servizio violento e colpi, in toto, incisivi. Del nativo di Tel Aviv sono sembrati evidenti fin da subito anche i difetti, fra i quali una frenesia che ne limitava spesso le raffinate capacità tecniche, con annessa tenuta mentale non delle migliori nei momenti clou degli incontri.
La svolta
Nella prima metà del 2019 Shapovalov è caduto in alcuni risultati non all’altezza della sua caratura tecnica, tra i quali le eliminazioni premature a Stoccarda e Wimbledon su erba, sua superficie preferita. L’exploit del canadese classe ’99 è arrivato in un finale di stagione ricco di soddisfazioni e culminato con il primo titolo Atp posizionato in bacheca, conquistato a Stoccolma superando in finale l’insidioso Filip Krajinovic. La chiave del successo di Shapovalov è stata il cambio di allenatore: con il russo Mikhail Youzhny i cambiamenti hanno iniziato a palesarsi con continuità, con il canadese sempre più concentrato e vario nelle scelte di gioco. Il tennista nord-americano ha subito beneficiato del rapporto professionale con l’ex agonista russo, centrando un ottimo terzo turno sui campi in DecoTurf di Flushing Meadows e ciliegina sulla torta aggiunta con una finale al Masters 1000 di Parigi-Bercy, oltre una prestazione stratosferica in Coppa Davis, ai danni, peraltro, dell’Italia di Matteo Berrettini e Fabio Fognini.
Un futuro roseo
La scorsa stagione si è chiusa nel migliore dei modi per il canadese, con il quindicesimo posto in classifica generale Atp e le migliori speranze in vista del 2020. Il grande lavoro della coppia Youzhny-Shapovalov parte da un lavoro evidente sul lato psicologico del giovane atleta nel corso dei match, il quale dimostra adesso maggior saggezza nei frangenti fondamentali delle dispute, e si concretizza in una capacità tecnica affinata con risposte bloccate e non, come in passato, alla ricerca spasmodica del vincente. I due aspetti appena citati hanno colpito nel segno nel primo torneo del nuovo decennio, durante il quale il classe ’99 ha eliminato il prodigio greco Stefanos Tsitsipas con un doppio 7-6 eloquente, grazie anche ad un rovescio straripante come asso nella manica letale. Il coach russo ha fornito a Shapovalov un bagaglio di conoscenze ed esperienza che potrebbero proiettare l’atleta ad illimitati risultati futuri: non separate quei due.