Sfide impari tra top-20 navigati e giocatori da Futures: da Michail Pervolarakis, pochi mesi fa impegnato nella Serie C italiana, sino al numero 679 del ranking Aleksandre Metreveli. Cozbinov invece eguaglia (quasi) il prize money ottenuto in carriera.
Chi sono i volti sconosciuti?
Un ottimo inizio per l’innovativa Atp Cup, ricca di grandi campioni e capace di schierare davanti al televisore milioni di appassionati da tutto il mondo. In fondo, cosa c’è di più bello di una sfida tra nazioni nello sport? L’appuntamento australiano funge da preparazione in vista del primo Slam della stagione, oltre a conferire punti per il ranking Atp e cospicue cifre in denaro, un cliché classico per l’assicurata competitività e partecipazione. Competitività che non sempre fa rima con equilibrio come dimostra la “bicicletta” (6-0 6-0) conferita da Roberto Bautista-Agut nei confronti del povero Aleksandre Metreveli. Quest’ultimo, georgiano classe 1993, si è trovato davanti colui che probabilmente ammirava con stupore poche settimane prima alle finali di Davis. Tuttavia c’è ben poco da stupirsi: Metreveli proviene da due sconfitte di fila al primo turno nei 15.000$ di Doha e Antalya.
Pervolarakis e la Serie C italiana. Ma Cozbinov ci insegna che…
Palcoscenici da sogno anche per il greco Michail Pervolarakis. A differenza di Metreveli, la classifica sorride leggermente di più con una top-500 consolidata negli scorsi mesi. Scorsi mesi conditi dalla presenza nella Serie C italiana (quarta serie nazionale) per il ventitreenne nato a Cipro, capace di agevolare il percorso del Circolo Antico Tiro a Volo di Roma verso la tanto ambita promozione. Il compagno di squadra di Tsitsipas è cresciuto negli Stati Uniti, dove l’attività spesso falsa la classifica con cui si fanno a disputare i Futures (Pervolarakis ne ha vinti due). Una buona attività nel circuito minore non può di certo mettere in difficoltà uno come Auger-Aliassime, con cui il nativo di Limassol ha raccolto a fatica quattro game rendendo di fatto impossibile o alquanto improbabile la qualificazione alla prossima fase per la Grecia, nonostante la presenza del fresco vincitore delle Finals. Tra i “panchinari” della formazione ellenica non esiste un degno sostituto, da Markos Kalovelonis (numero 747 Atp con un passato nel Tennis Club Prato) ad Alexandros Skorilas (oltre i primi 1000) sino al fratello di Stefanos (Petros Tsitsipas) che per quanto promettente non può rappresentare ancora una garanzia. Facili prede gettate in pasto ai grandi campioni. In cambio un’esperienza unica, come quella che sta vivendo il moldavo Alexander Cozbinov, alla poltrona numero 818. Un pubblico delle grandi occasioni, la scarsissima esperienza Challenger (3 soli match giocati) non lo hanno privato di fare partita pari con Steve Darcis. Il belga è a fine carriera, ma il tennis è rimasto di buon livello e Cozbinov si è adeguato mostrandoci anche il rovescio della medaglia. Nel tennis, così come lo sport in generale ci insegna, nulla è scontato.
Assegni che raggiungono i prize money di una carriera
Complicato azzardare un paragone stretto con la Coppa Davis, orfana di outsider per via delle qualificazioni. L’Atp Cup resta una competizione importante, seppur non a livello Slam o Masters 1000, oltre ad essere un evento ancora potenzialmente modificabile – per quanto possibile – trattandosi della prima edizione. Molti dubbi sono sollevati dal ricco montepremi stanziato anche per le seconde linee: prendendo come esempio – ci perdonerà – proprio Cozbinov, la cifra staccata (13.500 euro per il giocatore numero 2 di ogni nazione) equivale a grandi linee al prize money guadagnato in tutta la carriera (circa 15 mila euro). Ai più sfortunati, ovvero agli altri 3 rappresentanti per paese, un assegno da 6.700 euro. Bottino importante per chi naviga, addirittura, nelle qualificazioni dei Futures. Non fa altro che aumentare l’agonismo invece la reintroduzione dei bonus point, esistenti fino al 1999 e ripescati per un torneo mai visto prima.