Continua la corsa al prize money e lo slam Down Under incrementa del 13,6% il proprio montepremi rispetto alla passata edizione
Incremento del 13,6% rispetto al 2019
La corsa al montepremi caratterizzerà anche nel nuovo decennio la competizione a distanza tra i quattro tornei del Grande Slam. Nel 2020 il primo affondo lo sferra l’Australian Open, lo slam down under da tempo non è più il brutto anatroccolo del gruppo e per la nuova edizione sfodera un incremento del 13.6% che porta il prize money della manifestazione ad un totale di 71 milioni di Dollari australiani (poco meno di 49 milioni di Dollari americani).
I vincitori dei tabellone di singolare intascheranno $2.828.383 a testa andando di conseguenza a prendere l’assegno più alto mai staccato dalla rassegna che si disputa nell’estate australiana. A beneficiare maggiormente dell’aumento però questa volta sarà la classe operaia – per quanto lo possano essere considerati giocatori in linea di massima nelle prime 150 posizioni – come spiega il direttore del torneo Craig Tiley: “Quest’anno abbiamo spinto per premiare maggiormente i giocatori che escono ai primi turni in singolare ed in doppio. Crediamo nell’aumento del montepremi a tutti i livelli e continueremo a lavorare per andare in questa direzione”.
Tiley con l’Australian Open non può cambiare ciò che è alla base del tennis professionistico, ma innegabile che nella ripartizione dei premi sorprende l’aumento del 33% alla quota di chi uscirà al primo turno di qualificazione. Per l’edizione 2020 infatti è previsto un assegno di 20.000 Dollari Australiani (quasi 14.000 Dollari americani) che permetterà ai più sfortunati nello slam aussie di guadagnare quasi il doppio di coloro che nella stessa settimana vinceranno i Challenger di Bangkok e Bendigo. La vera spinta per monetizzare e finanziare la propria stagione la riceveranno però coloro che giocheranno il main draw dove la sconfitta al primo round viene pagata 90.000 Dollari Australiani (poco più di 60.000 Dollari americani). Di seguito la tabella con il montepremi divisi in fasce e i punti ATP e WTA assegnati.
Singolare
2020 | Prize Money $ AUD | Prize Money $ USD | Punti ATP/WTA | Incremento rispetto al 2019 |
Winner | $4,120,000 | $2,853,079 | 2000/2000 | 0.49% |
Runner-up | $2,065,000 | $1,430,002 | 1200/1300 | 0.73% |
Semifinal | $1,040,000 | $1,430,002 | 720/780 | 13.04% |
Quarterfinal | $525,000 | $363,560 | 360/430 | 14.13% |
Round 4 | $300,000 | $207,748 | 180/240 | 15.38% |
Round 3 | $180,000 | $124,649 | 90/130 | 16.13% |
Round 2 | $128,000 | $88,639 | 45/70 | 21.90% |
Round 1 | $90,000 | $62,325 | 10/10 | 20.00% |
Q3 | $50,000 | $34,625 | 16/30 | 25.00% |
Q2 | $32,500 | $22,506 | 8/20 | 30.00% |
Q1 | $20,000 | $13,850 | 0/2 | 33.33% |
Doppio
2020 | Prize Money $ AUD | Prize Money $ USD | Punti ATP/WTA | Incremento rispetto al 2019 |
Winner | $760,000 | $526,296 | 2000/2000 | 1.33% |
Runner-up | $380,000 | $263,148 | 1200/1300 | 1.33% |
Semifinal | $200,000 | $263,148 | 720/780 | 5.26% |
Quarterfinal | $110,000 | $76,174 | 360/430 | 10.00% |
Round 3 | $62,000 | $42,935 | 180/240 | 12.73% |
Round 2 | $38,000 | $26,315 | 90/130 | 16.92% |
Round 1 | $25,000 | $17,312 | 0/10 | 19.05% |
Doppio misto
2020 | Prize Money $ AUD | Prize Money $ USD | Incremento rispetto al 2019 |
Winner | $190,000 | $131,574 | 2.70% |
Runner-up | $100,000 | $69,249 | 5.26% |
Semifinal | $50,000 | $34,625 | 5.26% |
Quarterfinal | $24,000 | $16,620 | 4.35% |
Round 2 | $12,000 | $8,310 | 4.35% |
Round 1 | $6,250 | $4,328 | 5.04% |
Prize money triplicato in un decennio
La corsa all’oro ha stravolto numeri che già dieci anni fa si consideravano folli. Nel 2020 chi vincerà a Melbourne Park porterà a casa quasi il doppio di quanto fatto ad inizio dello scorso decennio da Roger Federer e Serena Williams. I A$ 24.094.000 del 2010 sono un lontano ricordo confrontati ai A$ 71.000.000 della nuova edizione. Il dato è ancora più sorprendente se comparato ai A$ 20.000.000 complessivi del 2007 anno in cui il CEO di Tennis Australia Craig Tiley diventò il direttore della rassegna.
Come ogni anno è cifra record per l’Australian Open che insegue gli altri tre slam diminuendo il gap di anno in anno. Con il prize money del 2020 viene scavalcato il Roland Garros e per poco non viene eguagliato Wimbledon anche se quest’ultimi a loro volta incrementeranno i premi in questa stagione rimettendosi alle spalle lo slam che apre l’annata tennistica. Ad ogni modo dollaro più dollaro meno i quattro tornei si equivalgono e sono davvero lontani gli anni in cui lo slam down under era l’ultimo della classe.
La rimonta sugli altri slam
Nei primi trentanni dell’era open il torneo australiano ha pagato il suo passato e le complicazioni allora irrisolte che toglievano appeal agli occhi di giocatori ed appassionati. Nel 1973 l’Australian Open diventa per la prima volta un Grand Prix di categoria A andando teoricamente ad eguagliare gli altri tre slam anche se all’atto pratico rimase un grandino sotto per campo partecipanti e prize money. In principio periodo dell’anno e costi della trasferta scoraggiavano i giocatori al viaggio e gli scarsi 53.000 Dollari di montepremi complessivo tra maschile e femminile non erano di certo un incentivo considerando che nella stessa stagione gli US Open mettevano 227.200 Dollari in palio.
Tre anni più tardi l’assenza dei giocatori di punta del circuito – solo due top 20 al via – permise all’australiano Mark Edmondson di compiere l’upset più grande di sempre in uno slam. Il natio di Gosford ai nastri di partenza da numero 212 del mondo vince la rassegna facendo un’impresa che nonostante le numerose assenze resta tale grazie ai successi giunti in semifinale e finale contro i connazionali Rosewall e Newcombe rispettivamente numero uno e due del seeding.
Il vento del cambiamento inizia a soffiare nel 1988 con il trasferimento a Flinders Park – oggi Melbourne Park – e il cambio di superficie con il passaggio dall’erba al rebound ace che caratterizzerà i campi con il suo cemento verde fino al 2007. La svolta definitiva per colmare il gap con gli altri slam arriva dopo la finale del 1995 che vede Andre Agassi trionfare in quattro set contro Pete Sampras. Il direttore della manifestazione Paul McNamee infatti decide incontrare l’ATP chiedendo che il suo torneo potesse assegnare gli stessi punti degli altri slam. La richiesta venne accolta alla condizione che il montepremi complessivo venisse aumentato fino ad essere almeno il doppio di quello messo in palio dai tornei Super 9 (gli attuali Masters 1000). Da quel momento diventa inesorabile la rimonta sugli altri eventi ed oggi gli Australian Open possono addirittura vantare il record di Slam con maggior affluenza di pubblico grazie ai 780.000.appassionati che nel 2019 si sono recati a Melbourne Park.