Il tennista ligure diventa il nono giocatore dell’era Open del tennis – e il 12esimo nella storia – a recuperare due set di svantaggio in tutte e quattro le prove dello Slam: riviviamo le imprese del taggiasco nel giorno della strepitosa rimonta su Reilly Opelka

Storia a latere, ma pur sempre storia. Con la strepitosa rimonta ai danni di Reilly Opelka, Fabio Fognini diventa il nono tennista dell’era Open a vincere almeno una partita recuperando due set di svantaggio in tutte le prove dello Slam: prima di lui ci sono riusciti nomi illustri come Yannick Noah, Aaaron Krickstein, Jared Palmer, Boris Becker, David Nalbandian, Fernando Verdasco, Roger Federer e Tommy Robredo.

Nomi che danno la misura dell’eccezionalità dell’evento: lo Slingshot Slam è un traguardo che solo giocatori dallo smisurato talento o dalla peculiare “garra” agonistica possono raggiungere, una meta riservata a pochi eletti e che Fognini ha dimostrato più volte di avere nelle corde. D’altronde, il suo motto è sempre stato “NMM” (acronimo di “Non Mollare Mai”).

Il match thriller al Roland Garros contro Monfils

La prima delle otto meraviglie di Fognini è datata 27 maggio 2010. Un incontro di secondo turno che vedeva il giocatore di casa Gael Monfils, allora numero 15 delle classifiche mondiali e semifinalista due anni prima, favorito su un giovane italiano in rampa di lancio ed entrato in pianta stabile tra i primi 100 giocatori del mondo.

Dopo due set a senso unico di matrice transalpina, il tennista ligure riuscì a risalire la china esprimendo un tennis di altissimo livello, contro uno dei giocatori più ostici da incontrare sulla terra battuta francese. Decisivo fu dunque il quinto set che, tra clamorosi rinvii di sospensione (arrivata alle 21.37) con un Monfils impossibilitato a servire per i crampi, fu concluso il giorno successivo con la vittoria del taggiasco, abile ad imporsi con lo score finale di 2-6 4-6 7-5 6-4 9-7. Una partita ai limiti dell’epico, che fu solo la prima di una lunga serie.

Le rimonte su Russell e Kuznetsov a Wimbledon

Stesso anno, stesso turno, altro torneo. Siamo all’All England Club, precisamente nel match che vede il nostro giocatore affrontare Michael Russell per un posto nel terzo turno di Wimbledon. Il tennista statunitense, con best ranking raggiunto nel 2007 alla 60esima posizione della classifica mondiale, ha impensierito non poco il tennista azzurro, costretto a cedere i primi due parziali. Nonostante la superficie storicamente poco congeniale al tennis del ligure, Fabio riuscì a girare il match riuscendo, dopo un rocambolesco quarto set culminato 8-6 al tie-break, a trascinare al quinto una partita che sembrava persa. Score finale che si attestò sul 3-6 5-7 7-5 7-6(6) 6-3.

Quattro anni più tardi è invece il russo Andrey Kuznetsov a farne le spese. Dopo aver dominato a dir poco i primi due set, il tennista di Tula subì il perentorio ritorno di Fabio, che dopo aver agevolmente conquistato terzo e quarto parziale si impose in un quinto set per cuori forti: 2-6 1-6 6-4 6-1 9-7 il punteggio con il quale Fognini staccò il pass per il secondo turno dei Championships. In quell’edizione venne poi estromesso al terzo round dal sudafricano Kevin Anderson.

Flushing Meadows’ comebacks

Sono gli Us Open lo scenario preferito per le rimonte dell’attuale numero 12 del mondo: ben 3 i comebacks firmati in 3 anni diversi.

Nel 2012 toccò al francese Edouard Roger-Vasselin, estromesso all’esordio con lo score di 3-6 5-7 6-4 6-4 7-5. Una stagione fortunata quella di 8 anni fa, che vide Fogna conquistare le prime finali Atp in carriera oltre che a chiudere l’anno nei top 50. Quella con il transalpino fu una battaglia che gli consentì di spingersi sino al terzo turno, dove venne battuto da un Andy Roddick al suo ultimo torneo in carriera.

3 anni più tardi, nel 2015, la rimonta più celebre, quella che forse segnò il definitivo passaggio dal talento in erba mai esploso del tutto al campione che tuttora possiamo ammirare. In un terzo turno di fuoco, Fognini ebbe la meglio dell’allora numero 8 del mondo Rafael Nadal, rimontato con un parziale che lo vedeva in vantaggio di due set ed un break sia nel terzo che nel quarto parziale. Una partita che rimarrà impressa nella mente del ligure come uno dei picchi più alti toccati in carriera: fino a quel momento il maiorchino non aveva mai perso quando si era trovato in vantaggio di due set in una prova Slam. 3-6 4-6 6-4 6-3 6-4 di pura adrenalina, di grande tennis che permise a Fognini di ottenere il primo successo sullo spagnolo sul cemento. In quell’edizione Fabio ottenne il suo miglior piazzamento agli Us Open, spingendosi sino agli ottavi dove fu estromesso da Feliciano Lopez.

L’anno successivo l’azzurro replicò l’impresa, certamente meno complicata vista la caratura dell’avversario, contro Teymuraz Gabashvili: nonostante il tanto nervosismo iniziale, Fabio riuscì a superare l’esordio con il punteggio di 6-7 3-6 7-6 7-5 6-4, prima di soccombere allo spagnolo David Ferrer nel turno successivo.