Il brasiliano, campione degli Us Open juniores nel 2018, ha vinto una partita incredibile contro Davidovich Fokina annullando tre match point consecutivi con talento e un nastro carioca
La notte da leoni a Rio
Una notte indimenticabile con una sceneggiatura impensabile per Thiago Seyboth Wild. Davanti al proprio pubblico a Rio de Janeiro, in rimonta e con tre match point consecutivi da fronteggiare all’altro Next Gen Alejandro Davidovich Fokina sul 6-5 0-40. Spalle al muro, il diciannovenne attuale numero 206 al mondo sembrava dover rimandare la sua seconda vittoria sul circuito maggiore, a un anno di distanza dalla prima conquistata a San Paolo contro Elias Ymer. In suo soccorso, però, è arrivato un nastro beffardo per lo spagnolo: la palla si impenna, tiene col fiato sospeso giocatori e spettatori e ricade imprendibile nella metà campo di un incredulo Davidovich Fokina. Seyboth Wild rimonta nel game, allunga la contesa al terzo aggiudicandosi il tie-break e recupera un break di svantaggio sul 4-3 40-15 chiudendo la pratica in 3 ore e 49 minuti di gioco: una nuova maratona nel Golden Swing che batte di poco quella vinta da Schwartzman su Cuevas nella semifinale di Buenos Aires e che permette alla wild card brasiliana di prenotare un posto nel secondo turno contro il vincente di Coric-Londero.
Il tennista che studia biomedicina e Nadal
Il classe 2000 non è affatto un nome sconosciuto nel panorama internazionale e sta completando la sua transizione nel mondo dei ‘pro’ dopo un’ottima carriera junior che lo aveva visto affacciarsi sino all’ottava posizione del ranking Itf. Nonostante sia la terra battuta la superficie ad adattarsi maggiormente al suo gioco solido da fondo campo, Seyboth Wild si era messo in evidenza trionfando agli Us Open junior del 2018 rimontando Lorenzo Musetti nell’atto conclusivo e piazzando la prima bandierina carioca in un Major di questa categoria. Valori e maturità per il ragazzo di origini tedesche (il suo cognome si pronuncia Zaibot Vild) che ha ereditato da papà Claudio Ricardo la passione per il tennis (ex giocatore amatoriale e attuale manager di alcune accademie) e per la cultura da mamma, e dottoressa, Gisela Christine. La biomedicina lo attrae ancora oggi, tanto da frequentare corsi on-line tra un allenamento e un torneo, portando avanti il suo progetto di crescita che ha compiuto un importante step con la vittoria nel Challenger di Guayaquil al tramonto del 2019. Se la finale con il boliviano Dellien è stata a senso unico, altrettanto non può dirsi della semifinale con il connazionale Thiago Monteiro: distrutto dal caldo in Ecuador, Seyboth Wild aveva vomitato prima del match point sul 6-5 al tie-break del brasiliano più quotato ma era riuscito a risorgere e vincere una partita incredibile. La tenacia, d’altronde, è una delle sue qualità migliori: nonostante un’infanzia vissuta nel mito di Guga Kuerten e conosciuto all’età di 7 anni, Thiago ha come idolo e modello Nadal tanto da citare la biografia “Rafa” come libro preferito. Si sarà sentito nei panni del maiorchino quando l’ultimo dritto di Davidovich Fokina è volato via in lunghezza al termine di un incontro in cui non è mancato nulla: tra duelli sotto rete senza esclusione di colpi, un battibecco a muso duro in cui è dovuto addirittura intervenire il giudice di sedia per separare i due tennisti e quei tre match point consecutivi cancellati con fortuna (nastro vincente) ma anche talento, come nel caso della bellissima volèe sul 30-40 del dodicesimo game. A Rio potrebbe essere sbocciato un nuovo protagonista del futuro.