Una vittoria che mancava da novembre 2018. Una crisi infinita interrotta contro Radu Albot, campione in carica di Delray Beach, annullando match point. Inizia una seconda carriera per Sock?

Il match point salvato, Albot battuto e le lacrime

Una vittoria all’esordio in un Atp 250 era normale amministrazione per Jack Sock. Ora equivale alla fine di una crisi senza tempo. Il ventisettenne del Nebraska ritorna a sorridere (e a piangere) a distanza di quasi un anno e mezzo dall’ultima affermazione ufficiale. 1 novembre 2018: l’americano annienta Jaziri agli ottavi di Bercy concedendogli la misera di quattro games. Poi la sconfitta ai quarti con Thiem che dà il via ad un incubo infinito. “Sono state due stagioni difficili, specialmente la scorsa in cui ho giocato pochissimo. Ero molto vicino a lasciare questo sport, per questo la vittoria di oggi significa molto”, spiega l’ex top-10 statunitense dopo l’incontro di primo turno contro Radu Albot a Delray Beach. “Senza le persone nel mio angolo – prosegue emozionato in conferenza stampa – probabilmente non sarei qui. Li ringrazio per avermi sempre supportato, ora voglio ritornare a fare qualcosa di importante”. Si legge tutto il percorso di Jack Sock nelle lacrime versate dopo il gratuito di rovescio del moldavo: un match point annullato e la firma al tie-break decisivo contro il campione uscente prima di lasciarsi andare ad un pianto mai così genuino. Ora c’è il connazionale Johnson per dare continuità ad un nuovo inizio: “Steve è un grande amico, ci conosciamo da tanto tempo. Mi sono sbloccato, adesso posso giocare liberamente, in maniera più sciolta”.

Dalle Finals all’uscita dal ranking

Alla base della crisi di Sock molteplici fattori in ballo: piccoli problemi fisici, una buona dose di sfortuna e una testa spesso più fuori che dentro al campo. Pochi dubbi sulle qualità dell’americano, che non si è dimenticato di come si tiene in mano una racchetta. La semifinale alle Finals datata 2017 sembrava essere un trampolino di lancio per lidi ancor più prestigiosi. In quel di Londra combatté alla pari con Federer, vinse con Cilic e Zverev prima di cedere a Dimitrov che poi conquistò il trofeo. Un paio di settimane prima il titolo più prestigioso della carriera a Parigi-Bercy, dove azzardare pronostici è di consueto piuttosto imprudente. Altre tre affermazioni in singolare (tutte in Atp 250) e una miriade di successi in doppio – disciplina in cui vanta anche un oro olimpico nel misto – che gli sono valsi la seconda piazza mondiale nel settembre del 2018. In singolare arrivò numero 8 con il picco più basso toccato lo scorso ottobre: il ritiro al Challenger di Charlottesville segna l’uscita inevitabile dal ranking per un 2019 costellato da un solo sorriso – per quanto possa valere – nella Laver Cup contro Fognini. L’incubo è acqua passata, Sock si è tolto l’Everest dalle spalle. Sarà l’inizio di una seconda carriera?