Per tutto il primo set del match con Sinner il russo ha insultato e sbeffeggiato il suo coach, che si è alzato e se ne è andato dal campo. Una lezione che non ha avuto gli effetti sperati vista la sconfitta al turno successivo con Simon
Sarcastico, lamentoso, irritante. Per stavolta vincente, Daniil Medvedev, ma solo perché si è trovato davanti il tennis ancora acerbo di Jannik Sinner. Comunque insopportabile, con il suo repertorio gesticolante di urla, sorrisetti da prendingiro, occhi strabuzzati, racchette gettate. Persino per il suo coach Gilles Cervara, che dopo essersi sentito insultare e sbeffeggiare per tutto il primo set malamente perso dal suo giocatore non ce l’ha fatta a tenersi tutto dentro per l’ennesima volta, e se è andato dal box piantandolo in asso.
«Mi dà veramente fastidio vedere Daniil sprecare tutta quell’energia e comportarsi in quel modo, piangendo su ogni punto perso», è sbottato poi Cervara parlando all’Equipe. «Così mi sono detto: qui bisogna reagire. O lo fa lui, o lo faccio io. E l’ho fatto io. Non mi sentivo più di accettare il suo modo di fare, sapendo che se avesse continuato così avrebbe finito per schiantarsi contro un muro». Parole durissime, per Daniil l’antipatico, che non ne vuole proprio sapere di imparare la lezione. «Sotto sotto speravo che sarebbe servito a scuoterlo. Ricordo una volta a Cincinnati che abbiamo iniziato a litigare urlandoci in faccia da una parte all’altra del campo. Stavolta gliel’ho data su».
La tattica ha funzionato, visto che dopo il 6-1 incassato nel primo set, il numero 5 del mondo è tornato in sé, e ha lasciato a Sinner appena tre game nel secondo e nel terzo.«Visto come mi stavo comportando – ha ammesso il reprobo – se tutti nel mio box se ne fossero andati, non solo Gilles, avrei dato loro ragone. Ma allo stesso momento è servito a restituirmi l’energia necessaria. Dopo che se ne è andato non ho più detto una parola». Come un bambino in punizione.
Tuttavia la lezione non sembra essergli servita, vista la prestazione al turno successivo con Simon. Questa volta l’avversario non ha lasciato spazio a rimonte, dominandolo 64 60.