Dopo il Dpcm firmato dal Premier Giuseppe Conte nella giornata di mercoledì 4 marzo non è ancora chiara la situazione nelle migliaia di circoli sparpagliati sul territorio italiano
L’emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio l’Italia continua a creare scompiglio anche nelle attività sportive. Con il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte nella giornata di mercoledì 4 marzo si è sancita la sospensione di competizioni ed eventi sportivi, di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato, ferma restando la possibilità di allenamento degli atleti agonisti all’interno di impianti utilizzati a porte chiuse “ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”. Facile a dirsi, meno a farsi per i tantissimi circoli sparsi sul territorio italiani.
Drastici i provvedimenti presi dal Circolo Tennis Como che, in una lettera indirizzata ai soci, specifica ‘alcuni concetti al fine di dissipare dubbi e incertezze in relazione alla nostra scelta di chiusura totale (scelta peraltro comune a numerosi circoli anche più importanti del nostro)’. Niente scuola tennis e corsi per adulti, dunque, così come il divieto di utilizzare gli spogliatoi e la chiusura dei servizi bar e ristorazione, con il solo accesso ai campi riservato ai giocatori in possesso di tessera agonistica. Al Tc Milano non si sbilanciano: «al momento non possiamo far altro che attenerci alle direttive delle autorità competenti che sono in evoluzione quotidiana», spiega la direttrice Martina Alabiso. In Emilia Romagna, dopo una confusione durata una decina di giorni che ha avuto alcune conseguenze paradossali – vedi il caso di San Lazzaro e Ozzano, comuni dell’hinterland bolognese, dove i sindaci avevano deciso uno stop totale mentre cento metri più in là, dopo il cartello ‘Bologna’, l’attività continuava… – il decreto ha imposto un comportamento uniforme. Decisamente meno stringente, invece, appare al momento la situazione nel sud Italia. Voci dai circoli di Campania e Puglia affermano di non aver interrotto le proprie attività sociali, attenendosi in modo puntiglioso al costante processo di sanificazione degli ambienti di gioco e non. Il tutto alla vigilia dell’impegno in Coppa Davis dell’Italia di Barazzutti a porte chiuse a Cagliari, un’atmosfera inusuale per una competizione del genere ma tant’è. Positiva però la decisone di rimborsare tutti bglietti. Show must go on.