Claudio Fortuna ci spiega la petizione che in poche ore ha raggiunto oltre 200 firme: “L’ITF dovrebbe assicurare ai giocatori le migliori condizioni possibili, non lo sta facendo”. L’allarme coronavirus sta colpendo in maniera seria tutta Europa, dove si gioca senza sosta.
L’allarme coronavirus ormai è realtà ovunque. L’emergenza ha costretto restrizioni importanti per quanto riguarda lo sport e non solo. Rinvii, posticipi e annullamenti: racchette che rimangono dentro il borsone e palline rinchiuse nei cesti di centinaia di circoli chiusi. L’ATP sta adottando forme serie di prevenzione, tra cui spicca come ultima la cancellazione del Masters 1000 di Indian Wells, con Miami a rischio. Diversa la situazione nel circuito ITF in una settimana ricca di impegni in giro per il globo, dalla terra di Porec in Croazia al cemento di Kazan in Russia.
“I giocatori non sono tutelati, l’ITF se ne sta fregando”, ci spiega Claudio Fortuna. Il ventinovenne in forza al Ct Palermo, numero 384 Atp nel 2014, ha lanciato da poche ore una petizione per fermare i tornei Futures e ITF. Claudio non è direttamente interessato alla vicenda, essendo alle prese con un infortunio al gomito che purtroppo lo costringe a lasciare una volta per tutte il professionismo: “Io non sto affrontando la vicenda, mi sono operato lo scorso mese al gomito. Ora sto riprendendo con la fisioterapia, ma non giocherò più tornei internazionali. Nel 2019 ho smesso perché pensavo di poter gestire il problema senza chirurgia. Spero di poter continuare i campionati a squadre e giocare qualche torneo Open”, racconta durante la sua quarantena.
Fortuna va nel dettaglio della petizione, un’idea avanzata assieme a Martina Di Giuseppe nella giornata di martedì: “È una situazione che guardo da fuori, ne sto parlando con giocatori in attività – prosegue – C’è tanta contraddizione in tutto quello che sta succedendo, qui stiamo vivendo un’emergenza. L’ITF non dovrebbe accordarsi ai governi internazionali, è per questo che si sta giocando quasi dappertutto”.
“Cosa dovrebbe fare l’ITF? Due cose: promuovere il gioco del tennis e soprattutto essere in grado di assicurare, a chi partecipa, le migliori condizioni possibili. Se questo virus è presente in 100 paesi è difficile prendersi la responsabilità e dire ‘si può giocare’. L’ITF se ne sta lavando le mani e si conforma ai governi”. Diversa invece la situazione ai livelli più alti, dove a decidere non sono le rispettive autorità del paese, bensì l’associazione dei tennisti professionisti: “L’Atp sta agendo in maniera autonoma, ha bisogno dei medici. Chi ha giocato tornei Futures sa bene che non c’è il medico 24 ore al giorno: se ti trovi in Tunisia e non stai bene, ti dicono di andare in ospedale”. La battaglia promulgata da Fortuna ha raggiunto il consenso di oltre 200 firme nel giro di poche ore. L’obiettivo è far ricredere l’ITF e sospendere tutto, come stiamo provando a fare noi in Italia, almeno fino a quando la situazione non tornerà sotto controllo. Tuttavia Claudio e Martina (Di Giuseppe) comprendono le difficoltà di trasmissione che può avere un messaggio del genere: “L’idea ci è venuta pensando alla petizione per il cambio dei punti e dei ranking firmata lo scorso anno. Gli italiani sono molto partecipi, il resto del mondo invece non è consapevole. L’obiettivo è svegliare il sistema, ma non so quanto possiamo riuscirci. Ci serve il supporto di tutti”, conclude fermamente.