Attualmente numero 611 del ranking Atp, Alexander Weis è da poche ore tornato in Italia. Si allena ad Alicante sotto l’attento sguardo di Ruben Ramirez Hidalgo: “Ora anche in Spagna hanno chiuso tutto, dall’accademia di Nadal ai parchi pubblici”.
In giro per il mondo con passaporto italiano ai tempi del virus
Alexander Weis è uno dei tanti italiani costretti a rincasarsi in patria per l’emergenza coronavirus. Il bolzanino, numero 611 ranking Atp, si alterna da qualche anno tra l’Italia e la penisola iberica dove viene seguito dall’ex top-50 Ruben Ramirez Hidalgo. “Un’esperienza formativa sotto vari punti di vista”, ci racconta. Anche l’accademia di Alicante però ha subito gli effetti delle numerose restrizioni dovute al Covid-19. La Spagna è il quarto paese più colpito dai contagi, il quarto anche per decessi. Weis, che vanta due finali Futures nel 2019, riassume le sensazioni generali: “Sinceramente anche io all’inizio sottovalutavo la situazione – ci dice in esclusiva -. Ho sentito spesso i miei genitori (vivono a Bolzano, ndr) e col passare dei giorni ho capito quanto fosse seria. All’estero si sottovaluta ancora molto quello che sta accadendo. Ormai bisogna capire che non c’è da scherzare. Anche in Spagna hanno chiuso tutto, sono nella stessa situazione dell’Italia: non si può uscire se non per motivi importanti”.
Personalmente ‘Alex’ ha vissuto un momento complicato, tra cancellazioni e tornei che di fatto rifiutavano gli italiani. Da poche ore è tornato in Italia, partendo da Alicante, passando per Monaco e arrivando a Bolzano. E sappiamo bene quanto un viaggio aereo di questi tempi possa essere complicato e anche rischioso. “La scorsa settimana giocavano tutti tranquillamente – ammette Weis – anzi avevo deciso di rimanere lì perché sembrava ci si potesse allenare. Abbiamo finito di allenarci venerdì, da sabato è arrivato il divieto anche se si poteva andare in giro normalmente. Hanno iniziato a chiudere tutti i circoli e le accademie, a partire da quella di Nadal sino alla mia”.
“La gente così ha deciso di fare atletica in spiaggia o nei parchi pubblici, ora è tutto chiuso. Personalmente ero in difficoltà – racconta -. In un Futures in Turchia non mi hanno fatto entrare perché ho il passaporto italiano, anche se in Italia non ero stato. Così ho deciso di andare in Croazia la settimana dopo, lì facevano ancora entrare gli italiani. A 3 giorni dall’inizio del torneo hanno deciso per l’obbligo della quarantena, ovvero i classici 14 giorni per i giocatori italiani. Ho perso sicuramente 2-3 settimane di tornei, però è la cosa meno importante. Priorità alla salute”.
Escluso dalla lista Fit
Alexander, così come Sara Errani o Raul Brancaccio per esempio, è uno dei tanti azzurri che in questi anni si sono spostati in Spagna. Adesso, nella sua Bolzano, il classe 1997 si mantiene in forma in attesa di ritornare sul circuito: “Ora faccio tutta la parte atletica in casa – ci racconta -. Chi ha una palestra è sicuramente più avvantaggiato, ma ci si può comunque arrangiare senza troppi problemi. Al primo torneo mancano minimo 6 settimane, non c’è fretta. Le prime 2-3 settimane mi allenerò, iniziando con calma: si può alternare tranquillamente il lavoro al riposo. In questo periodo così duro si potrà fare solo atletica, anche se la forma fisica si raggiunge in poco tempo”.
In questi giorni la Federtennis ha stilato una lista degli atleti abilitati ad allenarsi nonostante l’emergenza in corso. Alex non è tra questi: “C’è stata una piccola protesta da parte dei giocatori che non erano nella lista, io ero nel gruppo WhatsApp dedicato – prosegue -. Ci sono due problemi secondo me: il primo è che permettono di giocare nonostante la gravità del problema. Tutti dovrebbero restare a casa, non che uno si allena e l’altro no. Il secondo dubbio riguarda i nomi. Ti faccio un esempio: magari può allenarsi il numero 590 al mondo e il 610 no, solo per 20 posizioni. Non ha molto senso questo regolamento”.
Chiosa finale sulla sua esperienza in Spagna, ricca di sparring e coach di alto livello: “Da sempre mi trovo molto bene ad Alicante con Ruben (Ramirez Hidalgo, ndr) e Mariano Campos (ex buon professionista argentino). Ci sono tantissimi giocatori diversi con cui allenarsi. La scorsa settimana ho giocato con Garcia-Lopez, ultimamente è con con noi, ma di solito fa solo la preparazione atletica lì. Sicuramente ci sono parecchi lati positivi, sto imparando tanto. Soprattutto riguardo la parte mentale, l’atteggiamento e l’attitudine in campo”, conclude.