La Torre di Tandil con l’ex cestista su Instagram in un’intensa chiacchierata: dalla quarantena agli anedotti, passando per il futuro del tennista argentino

La quarantena dei campioni

Juan Martin del Potro ed Emanuel Ginobili hanno monopolizzato i social con una diretta intensa e ricca di spunti. Le due leggende dello sport argentino hanno toccato anche i 12 milioni di followers contemporaneamente sintonizzato, il tutto nonostante gli iniziali problemi del tennista con la propria connessione internet. Capita anche ai migliori, inghippo bypassato con l’immancabile simpatia che la torre di Tandil è capace di suscitare in tutti gli appassionati. Importante il messaggio che i due campioni hanno voluto lanciare prima di iniziare la propria chiacchierata: Juan Martin è in quarantena in Argentina dopo essere tornato da Miami per i soliti problemi al ginocchio, Manu è a San Antonio a “guardare Jumanji con mia moglie”. Delpo ha chiesto a tutti di rispettare gli obblighi imposti di restare in casa sottolineando la portata di un’emergenza tale: “Mi sono arrivati tanti video, tra cui quello di un bambino che telefona al nonno e gli dice di sentire la sua mancanza. Mi ha commosso: ecco, lavoriamo perché quel bambino possa rivederlo al più presto“.

Gioie e dolori, un ritiro vicino e un futuro da scrivere

Inevitabile a questo punto un ‘bollettino‘ sulla situazione dello sfortunatissimo Del Potro, storicamente costretto a lunghi periodi per infortunio e agli ovvi cattivi pensieri. “Ho avuto alti e bassi, giorni in cui volevo smettere e altri in cui rifiutavo di lasciare così. Merito di terminare la carriera in buona forma e vorrei tornare a gioire, non posso lasciare in questo modo ciò che amo. Qui ho stilato una piccola routine obbligatoria visto che non posso neppure uscire a fare la spesa”, ha detto Delpo svelando un incredibile aneddoto su Ginobili, che ha imparato ad andare in bicicletta solamente in età adulta. “Sembra incredibile ma è così, l’ho ricevuta a 12 anni ma mi vergognavo a usare le rotelle. Poi però, con i figli, ho capito che sarebbe stato importante: a 40 anni uscivo in orari improponibili quando non c’era alcun vicino!“. Poi i due sono tornati a parlare di sport giocato e il tennista ha rivissuto il difficile ritorno di qualche anno fa: “Nel 2016 giocavo solamente in slice, mi facevano correre tanto e non mi piaceva. Sentivo di non riuscire a giocare il mio tennis, poi la svolta è arrivata alle Olimpiadi contro Djokovic. Al villaggio olimpico nessuno ebbe il coraggio di dirmi che avevano sorteggiato Nole contro di me al primo turno, quella fu la partita più bella ed emozionante, una delle migliori della mia carriera“.