Secondo le dichiarazioni di Marco Trungelliti, persino il numero uno del mondo Novak Djokovic ricevette in passato una proposta indecente
La piaga del match-fixing affligge ogni sport. Nel tennis il fenomeno è ben conosciuto e la sua diffusione è particolarmente rilevata in tornei considerati “minori” – i Challenger rappresentano il terreno più fertile -, capita tuttavia anche che offerte di “gioco sporco” arrivino a nomi insospettabili. E’ il caso di Novak Djokovic, che secondo le dichiarazioni di Marco Trungelliti, tennista argentino che nel 2018 denunciò il fatto all’Atp, nel 2016 ricevette indirettamente un’offerta di 200.000 dollari per una sconfitta al primo turno.
La confessione di Trungelliti portò alla squalifica di tre dei suoi connazionali, tra cui Federico Coria, ma le conseguenze, ammette lo stesso giocatore, furono altrettanto pesanti per lui e la sua famiglia, accusato di essere un delatore e minacciato addirittura di morte. Fu in questa circostanza che l’argentino ammise di non essere stato l’unico a sollevare la questione, citando il rifiuto dell’attuale numero uno Djokovic che definì la proposta ricevuta “un crimine sportivo”.
Dopo le dichiarazioni calde, Trungelliti fu costretto a lasciare il paese e a rifugiarsi ad Andorra.