Corentin Moutet sta sfruttando lo stop del circuito per dedicarsi alla musica e pubblica i suoi brani su Instagram
Un brano al giorno su Instagram
Corentin Moutet sta sfruttando lo stop del circuito per dedicarsi alla musica, l’altra grande passione della sua vita. Il 20enne transalpino, attualmente numero 75 del ranking ATP si sta dedicando quotidianamente alla scrittura di pezzi musicali originali che vengono poi pubblicati sul suo profilo Instagram. “Scrivo già da parecchio tempo e sto sfruttando la quarantena per approfondire questo aspetto e per far conoscere alla gente quello che già facevo oltre al tennis – spiega Moutet ai microfoni de L’Equipe – Sto creando nuovi pezzi, inizialmente non pensavo di farne uno al giorno però è una bella sfida. E’ iniziato tutto sul volo di ritorno dall’America dopo la cancellazione di Indian Wells, ho iniziato a scrivere ed il risultato mi rappresentava e mi piaceva quindi ho deciso di condividerlo” .
“Durante il lungo viaggio per tornare in Europa stavo ascoltando pezzi di Diam’s (un’artista rap francese) e mi sono soffermato su un ascolto dettagliato – Moutet spiega come ha trovato l’ispirazione in volo – Ho ascoltato per caso “Ecorchée vive”, la melodia mi è piaciuta molto e mi ha ispirato. Naturalmente non volevo copiarla e nella pubblicazione ho precisato come il tutto sia partito da un suo pezzo”. Moutet ha poi approfondito il significato del suo rapporto con la musica: “Per me è una cosa molto introspettiva simile alla psicoanalisi. Osservo sentimenti ed emozioni per trascriverle su carta. Posso parlare anche in prima persona e questo mi permette di dire cose che non sempre sono facili da esprimere”. Al momento i feedback sono positivi come svela il tennista stesso: “Ho ricevuto molte reazioni positive e tanti messaggi. Sono contento e penso continuerò a fare brani. Essendo un tennista, avevo un po’ di timore nel mettermi in gioco con qualcosa che non riguardasse la mia professione però la musica è qualcosa che faccio nel tempo libero e con la quale posso esprimermi”.
